di Gualtiero Alunni*
Diversamente dalla propaganda del governo sulle riforme degli Enti Locali, il decreto legge Del Rio non prevede l’abolizione delle Province.
Per eliminare completamente le Province ci sarebbe voluta una riforma della Costituzione e non un decreto legge. Leggendo il testo della legge si viene a scoprire che le amministrazioni locali saranno categorizzate in città metropolitane, province, unioni di comuni e comuni.
Le province, non saranno quindi abolite ma avranno funzioni limitate e saranno gestite dai primi cittadini locali, non più da funzionari provinciali e da giunte specifiche. Inoltre, le giunte provinciali rimarranno, ma non saranno più elette direttamente dai cittadini. Le province quindi verranno praticamente svuotate dalla rappresentanza politica, ma rimarranno in capo ad esse ancora numerose attività, soprattutto del settore dei trasporti, della costruzione e gestione delle strade provinciali e insieme ai comuni dell’edilizia scolastica.
Il decreto prevede inoltre, la costituzione delle città metropolitane: Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria. A queste si deve aggiungere, con alcune specificità, Roma capitale. Ricordiamo che sono già state costituite dalle Regioni a statuto speciale: Palermo, Catania, Messina, Cagliari e Trieste.