diritti civili

Possiamo sfidarli?

di Caterina Amicucci *
 
La stampa italiana ha proclamato in maniera unanime ed errata la vittoria di Podemos alle elezioni amministrative spagnole. Basta dare uno sguardo ai dati elettorali per capire che la notizia è semplificata al punto da essere falsa. Il Partito Popolare pur avendo perso due milioni e mezzo di voti si conferma il partito più votato, seguito a brevissima distanza dal partito socialista. Podemos si attesta, salvo poche eccezioni, come terzo o quarto partito a seconda delle regioni e delle città. Lo stesso Pablo Iglesias ha commentato domenica a urne chiuse che “la dissoluzione dei partiti tradizionali e la fine del bipartitismo si sta dimostrando un processo più lento di quello che speravamo”.
 

Dalla Spagna all’ Italia ? : nuova musica vuole nuovi suonatori

di Massimo Marino

 
Domenica 24 maggio si sono svolte le elezioni amministrative in Spagna, sia per le Comunità autonome ( tutte le regioni ad eccezione dell’Andalusia dove le elezioni si sono svolte il 22 marzo, della Catalogna che voterà il 27 settembre, dei Paesi Baschi e la Galizia che voteranno nel 2016 ), sia in centinaia di comuni fra i quali tutti quelli principali. Il movimento di Podemos ha guadagnato molti seggi a scapito dei partiti tradizionali come il Partito popolare e soprattutto il Partito socialista. Anche Ciudadamos, nuovo movimento anticasta ma di stampo moderato, ha avuto un discreto risultato. Hanno vinto insomma i nuovi suonatori che suonavano una nuova musica invece delle note stonate del vecchio bipolarismo di PP e PSOE.
 

Renzi: siamo al voto di scambio

di  Aldo Giannuli

Credo che non ci siano parole per definire e commentare quello che ha fatto il Presidente del Consiglio andando da Gilletti ad annunciare un “bonus” di 500 euro per i pensionati che hanno subito trattenute illegittime. O meglio, una parola c’è: voto di scambio. Probabilmente eccessiva da un punto di vista strettamente giuridico, ma politicamente è perfetto, anzi pecca per difetto.
 
Ragioniamoci su: tre anni fa una legge, che non stiamo qui a commentare, decise un taglio sulle pensioni superiori ad una certa somma e su quella base il governo emanò un decreto attuativo. Uno degli interessati ricorse per via giurisdizionale, sollevando eccezione di costituzionalità. La Corte Costituzionale, relatrice Silvana Sciarra (che mi vanto di aver sostenuto a novembre, permettetemi di rivendicarlo) ha deciso che il ricorrente ha ragione ed ha fatto decadere il decreto connesso alla legge. In presenza di una declaratoria di incostituzionalità, la norma decade, tam quam non esset e cessa di dispiegare ogni effetto, dunque, per i più elementari principi costituzionali, ora il governo è tenuto a restituire per intero la trattenuta illecitamente operata e ci sarebbe da discutere sugli interessi maturati.
 

Elezioni GB: Gli inganni del "Britannicum"

Carlo Clericetti *

Il sistema elettorale inglese è persino peggiore dell'Italicum: puoi prendere più seggi con 180.000 voti che con 4 milioni.

Il cosiddetto "Italicum" come sistema elettorale non mi piace affatto (anche se non è tanto quello ad essere più criticabile, quanto l'insieme del sistema istituzionale che uscirà da queste riforme). Personalmente sono da sempre un proporzionalista e il meno peggio mi è sempre sembrato il sistema tedesco. Ciò detto, di fronte al "Britannicum", cioè il sistema inglese, l'Italicum è un modello di democrazia. Basta guardare l'esito delle elezioni di ieri per convincersene.
 
I giornali italiani, come sembrerebbe ovvio fare, accanto ai seggi conquistati da ciascun partito aggiungono la percentuale di voti ottenuti a livello nazionale. Provate a cercare questo dato sui siti dei media inglesi.  Il Times, ilGuardian, il Telegraph, per citare alcuni dei più autorevoli, non lo mettono, o magari sarà da qualche parte ma di certo non dove è facile trovarlo. Il dato c'è, invece, sia sul Financial Times che sul sito della Bbc, e quest'ultimo riporta anche il numero assoluto di voti ottenuti. Ed è proprio questo dato che è particolarmente istruttivo.
 

La truffa delle leggi regionali

di Andrea Fabozzi *  

Così le norme elettorali per il voto del 10 maggio finiranno alla Consulta. Ad aprile. Super premi e regole su misura. Si rischia il copione del Porcellum: che a elezioni fatte siano dichiarate illegittime.
 
Si vota il 10 mag­gio, si va in tri­bu­nale a metà aprile. Le leggi elet­to­rali regio­nali sono tutte nuove, e non c’è ne è una che non venga sospet­tata di inco­sti­tu­zio­na­lità. Colpa dei super premi di mag­gio­ranza, intro­dotti per assi­cu­rare la gover­na­bi­lità sacri­fi­cando (troppo, pare) la rap­pre­sen­ta­ti­vità. In Veneto, Toscana, Mar­che, Umbria, Cam­pa­nia, Puglia e Ligu­ria, quasi ovun­que le mino­ranze dei con­si­gli regio­nali che non hanno par­te­ci­pato alla scrit­tura delle nuove regole — in qual­che caso le “riforme” non sono nem­meno ter­mi­nate — accu­sano le mag­gio­ranze di aver pro­dotto tanti Por­cel­lum regio­nali. Ma il para­gone più giu­sto è con l’Italicum, la “riforma” made in “patto del Naza­reno” che il governo vuole appro­vare entro l’estate.
 

Italicum: da oggi siamo tutti meno liberi

di Massimo Marino

Il Senato ha approvato oggi (184 sì, 66 contrari e 2 astenuti ) con il voto favorevole di PD e Forza Italia ( e la provvisoria appendice di Alfano) la più vergognosa legge truffa che mai nessuno in Europa ha avuto il coraggio di proporre nel dopoguerra.
 
Difficile paragonarla alla legge fascista di Mussolini (la famosa legge Acerbo ) con la quale venne azzerata la democrazia rappresentativa nel voto e che spianò la strada all'avvento del fascismo, che manteneva però alcune garanzie alle opposizioni che sono assenti in questo testo. Con questa legge, praticamente incompresa dal 99% degli italiani, il partito che prende un voto in più del secondo ( non importa se ha preso il 50 o il 25 o il 15% ) ottiene il 55 o 53% dei seggi alla Camera e potrà governare da solo. Se non otterrà ( come coalizione !) il 40% al primo turno, il partito vincente otterrà comunque il 53% al secondo turno nel ballottaggio con la coalizione arrivata seconda. 
 

 

Chi decide in Italia? Chi decide in Europa ?

Seconda parte: Come è organizzato il livello alto

 
Abbiamo visto, come, nella generale decomposizione di tutte le sedi istituzionali di dibattito, mediazione e decisione, si siano progressivamente ridefinite sedi riservate ed efficaci di decisione ai livelli più alti. Vediamo come funziona e perché era inevitabile che accadesse.
 
di Giovanni Chiambretto *
 
1)    Delega e astensionismo
 La maggioranza della popolazione è abituata a partecipare alle decisioni per delega (elezioni) e quando richiesta. Per il resto si sente spettatrice di una rappresentazione mediatica quotidiana in cui viene spinta a tifare per un personaggio o per l’altro. Se lo spettacolo non gli piace, può sempre astenersi (ormai la metà del pubblico) pensando che tanto non cambia niente e che può riservarsi uno spazio personale dove vivere indisturbato astraendosi da cose che non sente proprie. L'astensionismo è' la scelta più benvista dalla Casta.
Ma non è così per tutti. C’è, ad esempio, chi gestisce attività di grande rilievo, chi è ambizioso e non si rassegna alla palude, chi vuole giocare ad ogni costo anche solo per motivi caratteriali. Costoro necessitano di un ambito apposito. Quest’ambito deve avere delle caratteristiche minime indispensabili. Deve essere efficiente (non si può perdere tempo con pericolosi mitomani) per cui deve essere selettivo, nello stesso tempo deve essere aperto a tutti i veri players  (se escludesse non avrebbe né l’autorevolezza, né l’autorità necessaria), deve avere un insieme di regole condivise che permetta di funzionare, deve, al suo interno, essere democratico (cioè privo di forzature o censure e dove ciascuno, singolo, o gruppo, possa esprimersi compiutamente). L’efficacia e la potenzialità sinergica sono proporzionali alla coerenza di queste caratteristiche. Il diffondersi e lo strutturarsi delle Ur Lodges nel mondo, negli ultimi 40 anni, in particolare dopo il crollo del Muro di Berlino, rispondono a questa esigenza.
 

Appello: «Cambiate una legge elettorale che riduce gli spazi di democrazia»

di Pietro Adami , Cesare Antetomaso ( Giurisati Democratici )  *

 
  «Nella discus­sione in corso al Senato si annun­cia un peg­gio­ra­mento della pur pes­sima riforma appro­vata dalla Camera».

Caro Sena­tore,
molte ed auto­re­voli cri­ti­che sono state sol­le­vate, nei con­fronti della prima ver­sione dell’Italicum, con­cor­data nel patto del Naza­reno ed appro­vata, senza troppe varianti dalla Camera. In un appello dei giu­ri­sti dello scorso gen­naio è stata segna­lata la pre­oc­cu­pa­zione e lo scon­certo della cul­tura giu­ri­dica demo­cra­tica di fronte ad una riforma elet­to­rale che ripro­duce gli stessi difetti di fondo del sistema elet­to­rale che la Corte Costi­tu­zio­nale ha annul­lato con la sen­tenza n. 1/2014, man­te­nendo un enorme pre­mio di mag­gio­ranza, le liste sostan­zial­mente bloc­cate e rad­dop­piando le soglie di sbar­ra­mento. Con­si­de­riamo di fon­da­men­tale impor­tanza la posi­zione espressa dall’Anpi il 16 gen­naio 2014 con un appello indi­riz­zato a par­titi, par­la­men­tari e cit­ta­dini, che condividiamo.
 

Repubblica Centrafricana: 10.000 i minori in armi (quadruplicati in 2 anni)

di Alessandro Graziadei  *

Nei principi e linee guida declinati a Parigi nel 2007 per tentare di porre un limite al fenomeno dei bambini associati alle forze armate e ai gruppi armati, si definisce bambino in armi “ogni persona sotto i 18 anni che è membro di una forza armata o di un gruppo armato e che viene impiegato in varie funzioni, incluso, ma non solo, come cuoco, facchino, messaggero, qualsiasi bambino sfruttato sessualmente e costretto al matrimonio per motivi bellici, e qualsiasi minore che accompagni tali gruppi, oltreché membri della famiglia”. Una situazione che in Repubblica Centrafricana secondo l'ultimo rapporto di Save the ChildrenIntrappolati nei combattimenti” (.pdf) presentato lo scorso 18 dicembre,  riguarda circa 10.000 minori. A due anni dall’esplosione della guerra civile nel dicembre 2012, infatti, il numero di ragazze e ragazzi sotto i 18 anni reclutati dai gruppi armati nel paese africano è aumentato di 4 volte. “Sono circa 2,3 milioni i bambini colpiti dalla guerra civile e 430.000 le persone sfollate. Tra questi si stimano fra i 6.000 e i 10.0000 i minori al momento coinvolti in gruppi armati attivi nella Repubblica Centrafricana, a fronte dei 2.500 di 2 anni fa: 4 volte di più 2”.

Il silenzio sui massacri in Eritrea

 di Enrico Calamai *

La ter­ri­bile vicenda dei 13 ragaz­zini eri­trei mas­sa­crati al con­fine con il Sudan, di cui «il mani­fe­sto», unico tra i gior­nali ita­liani, ha meri­te­vol­mente rife­rito nell’articolo «Strage di bam­bini in fuga dal loro paese», pub­bli­cato nel numero del 2 gen­naio, dimo­stra in maniera elo­quente a che punto di nega­zione totale dei diritti umani fon­da­men­tali, incluso quello alla vita stessa, sia arri­vata la dit­ta­tura di Asmara. Si tratta di cri­mini di cui gli espo­nenti e i com­plici del regime, a tutti i livelli, dovranno prima o poi essere chia­mati a rispon­dere, in base al diritto inter­na­zio­nale, oltre che alla Giu­sti­zia del loro stesso Paese, una volta abbat­tuta la dit­ta­tura e ricon­qui­stata la libertà.