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Grecia, quello che vorrebbero farti credere sul debito


 

 

 

Otto false idee sul debito greco solo per far interiorizzare l'ineluttabilità del debito ai greci e ai Sud-Europei. Un audit pubblico svelerebbe il ricatto ...

 

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a cura del 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

Nonostante l'ingerenza e la pressione dei dirigenti dell'Unione europea (UE), il popolo greco ha deciso di prendere in mano con coraggio il proprio destino e farla finita con le politiche di austerità, che hanno sprofondato il paese nella miseria e nella recessione. Nei paesi vittime della trojka [ribattezzata ora "Istituzioni europee"], ma anche in numerosi altri paesi europei, la vittoria [elettorale di Syriza] viene sentita come un incoraggiamento formidabile a battersi per porre fine a politiche che avvantaggiano i mercati finanziari e sono invece disastrose per le popolazioni.

 

 

 

I nostri grandi mezzi di comunicazione, invece, non fanno che sostenere uno dopo l'altro l'assurda idea per cui l'annullamento del debito greco "costerebbe 600 euro a ogni singolo contribuente francese". Via via che si inaspriscono le trattative tra la Grecia e la trojka, la propaganda va intensificandosi e il nostro lavoro di educazione popolare sul problema del debito pubblico diventerà sempre più decisivo. Le seguenti risposte alle idee indotte sul debito greco vorrebbero fornire un contributo al riguardo.

 

 

«L’Europa indebitata ripete i nostri errori»

 

*di Rafael Correa, Presidente della Repubblica dell’Ecuador, dottore in economia. (Traduzione dal francese di José F. Padova)

In occasione di una conferenza tenuta alla Sorbona il 6 novembre scorso, il presidente dell’Ecuador Rafael Correa si è rivolto ai suoi omologhi europei a proposito della gestione della crisi del debito pubblico. Qui troviamo una sintesi della sua riflessione.

 

Indignados d’Israele

       di Eugenio Roscini Vitali *

Pressato dalla questione turca e dall’eterno problema israelo-palestinese, Netanyahu deve fare i conti con la più grande protesta sociale della storia dello Stato ebraico. Centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza in almeno 16 città israeliane, da Tel Aviv a Gerusalemme, da Haifa a Eilat, gente decisa ad ottenere dall’establishment cambiamenti reali per una politica economica e sociale più solidale.  Il movimento, nato per iniziativa di un gruppo di militanti dell’Unione degli studenti universitari con il primo grande sit-in del 23 luglio scorso a Tel Aviv, ha ormai coinvolto l’intero Paese, mobilitando in modo trasversale la generazione giovanile e la classe media, persone che chiedono a gran voce più equità e meno liberismo.

Città di Transizione, intessere una rete è il punto di partenza

  di Deborah Rim Moiso *

 

  Transition Town, il movimento delle Città di Transizione, partendo dallo stato attuale del Pianeta e della società, invita all'azione concreta in una visione positiva e condivisa del futuro. Perché, e quando, si comincia a cambiare? Una delle risposte più forti offerte dalle Transition Towns è che il cambiamento è più incisivo se viene agito da un gruppo di persone. Intessere una rete di relazioni, allora, diventa strumento indispensabile.

Tra gli strumenti del Movimento delle Città di Transizione vi è un gioco chiamato 'Rete della resilienza'.

Germania: La sfida dei Verdi , sono sempre più forti e puntano su Berlino

    Al Congresso Özdemir e la Roth rieletti leader.

     Nei sondaggi primi in alcuni Länder

 Nella galleria degli abbagli politici, questo di Helmut Schmidt ha un posto di rilievo: «I Verdi? – disse ai giornalisti nel 1980, quando era cancelliere e i Grünen avevano appena tenuto il congresso di fondazione -. Non sono un partito, sono solo idioti ambientalisti che presto saranno scomparsi». Trent’anni dopo, quello stesso partito sta tenendo, in questo fine settimana a Friburgo, un congresso dal quale guarda  dall’alto la politica tedesca.
I Verdi sono il fenomeno del momento, i sondaggi li danno stabilmente sopra al 20%, qualche volta più forti della stessa Spd di Schmidt, in certe regioni dell’Ovest primi, davanti anche ai cristiano-democratici di Angela Merkel. Un caso  unico che sta cambiando il panorama politico tedesco, introduce una novità non da poco per l’intera Europa e fa pensare che la Germania sia ormai un Paese verde.

Giappone: Kazumi Inamura primo sindaco verde

  Una donna è il primo sindaco verde eletto in Giappone (54%),  nella città di Amagasaki (460.000 abitanti)

Global Greens Statement  22 November 2010
 Kazumi Inamura receives 54% of the vote to become the First Green Mayor Elected in Japan
Greens candidate Ms. Kazumi Inamura was elected the City Mayor of Amagasaki on Sunday 21 November with an overwhelming 54.3% of the vote. This is the first time in Japan that a Green candidate has been elected to the position of Mayor and the Global Greens congratulate Kazumi Inamura and Gre
ens Japan on this landmark success.

Brasile: vittoria della Roussef..io non esulto... ecco perche'..

di Angelo Bonelli


Vince Dilma Roussef e la sinistra italiana solo per nostalgia di tutto ciò che si chiama sinistra esulta. Io personalmente non esulto e conoscendo la realtà brasiliana bene hanno fatto i Verdi brasiliani a non schierarsi. La sinistra italiana dimentica che il PT di Lula  ha sacrificato in nome del PIL  la foresta amazzonica. Sotto il governo del PT di Lula e  di Roussef si sono raggiunti i livelli più alti di deforestazione e violazione di diritti umani ai danni delle popolazioni indigene. Il governo Lula ha portato il nucleare  e avviato la costruzione di mega dighe  in Amazzonia che ha portato alla mobilitazione delle popoalzioni e i preti di base. Solo  la diga lungo il fiume  Xingu sarà realizzata con un decreto che condanna all'espulsione 100.000 persone lungo il fiume Xingu .

Elezioni in Brasile: la novità è il 20% della verde Marina Silva

     di Massimo Marino

E’ ormai certo che sarà il secondo turno, il 31 Ottobre, a decretare il 36° Presidente della Repubblica Federale Democratica del Brasile che avrà un ruolo da protagonista sul palcoscenico internazionale con il Mondiale di Calcio 2014 e le Olimpiadi del 2016.

Contestualmente alle elezioni presidenziali del 3 ottobre si è votato anche per il rinnovo della Camera dei Deputati ( 513 seggi) e del Senato (54 degli 81 membri); si eleggono anche i governatori dei 26 stati brasiliani e del Distretto Federale (27 in totale).   A contendere la vittoria a Dilma Rousseff, ( Partido dos trabalhadores - PT) che non ha superato il 50%, ( ferma al 47%)  sarà il socialdemocratico José Serra, (PSDB) dalle radici calabresi (32%); non ci sono partiti formalmente di destra . Dilma Rousseff ha vinto in 18 dei 27 Stati del paese, José Serra in 8 e la verde  Marina Silva in uno, il Distretto Federale della capitale Brasilia.

I numeri della guerra

 

2 ottobre: giornata internazionale della Nonviolenza

 

 Con 40,6 miliardi di dollari in valori correnti l'Italia mantiene anche nel 2008 l'ottavo posto nel mondo per spese militari: lo si apprende dal Sipri Yearbook 2009, l'annuale rapporto reso noto ieri dall'autorevole Istituto di ricerche di Stoccolma.
L'incremento del budget militare nazionale è dell'1,8%, ma il costo sociale per ogni italiano è molto più alto perchè la spesa pro-capite del nostro paese è di 689 dollari, una delle maggiori al mondo, e per il quinto anno consecutivo supera di gran lunga quella Germania (568 dollari) e da diversi anni anche quella di altri paesi del G8 come Russia (413 dollari) e Giappone (361 dollari).
L'Italia ricopre il 2,8% della spesa militare mondiale che vede gli Stati Uniti stabilmente al primo posto con una spesa di 607 miliardi di dollari (il 41,5% del totale mondiale), seguita per la prima volta dal dopoguerra dalla Cina - i cui dati "stimati" riportano un incremento del 10% e si aggirano sugli 84,9 miliardi di dollari (il 5,8% del totale)

Ecologisti nel mondo

                                                            news
   Australia  Verdi al governo: I Verdi sono i "vincitori morali" delle elezioni politiche in Australia e la governeranno entro pochi giorni. Ne i conservatori , ne i socialisti erano  in grado di governare malgrado il sistema maggioritario con collegio uninominale nella camera bassa .
Il  balzo dei Verdi dal 7,8% al 12% circa e la loro vittoria su conservatori e laburisti in alcuni collegi li ha portati ad entrare per la prima volta nella Camera bassa ed essere determinanti per il governo. Julia Gillard, il primo ministro uscente e leader laburista ha dovuto accordarsi con loro per tornare al governo. Fra i temi prevalenti della loro campagna elettorale oltre al problema dei gas serra  iVerdi e il loro leader  Bob Brown, hanno  ribadito la richiesta di tassazione dei profitti dei colossi minerari ( 2 miliardi )da investire nelle scuole.