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Energia elettrica, grazie alle rinnovabili l’Italia auto produce il 90% della domanda

di Fabio Tognetti *

Terna pubblica il suo nuovo rapporto mensile. Con la crisi i consumi elettrici calano ancora, ma le fonti pulite crescono.

 

Il Rapporto mensile sul sistema elettrico nazionale, pubblicato da Terna, fotografa impietosamente la crisi economica del nostro Paese, certificando per l’ennesima volta il crollo dei consumi elettrici rispetto all’anno passato. Ma non ci sono solo cattive notizie: infatti il Rapporto descrive un’Italia che si basa sempre di più sulla produzione di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili e diminuisce drasticamente la produzione termoelettrica. Cala inoltre il saldo negativo con l’estero, proprio grazie all’apporto di energia pulita prodotta a livello nazionale. Secondo i dati Terna, nel mese di settembre 2013, l’energia elettrica richiesta nel nostro Paese, pari a 26,1 TWh (terawattora), è diminuita del 2,6% rispetto allo stesso mese dello scorso anno.

Dal nucleare al fotovoltaico: l’Iran installa impianti di energia solare in 5 paesi

 Mehr, l’agenzia ufficiale dell’Iran, scrive che «gli ingegneri iraniani sono riusciti a progettare, produrre e installare impianti di energia solare in 5 paesi». Così, la Repubblica islamica si distrae almeno per un attimo dal fronte energetico nucleare, allentando la propria fregola per l’uranio per guardare anche a tecnologie energetiche ben più pulite.

In Germania nuovo record di energia prodotta col sole: 23,9 GigaWatt!

In Germania nuovo impressionante record di energia elettrica prodotta col sole.

Secondo la SMA Solar Technology AG (società specializzata in impiantistica solare) la produzione di energia elettrica grazie al sole è salita dal già impressionante record di 22,4 GW fatto registrare nel mese di giugno, al ragguardevole 23,9 GW nei primi giorni di luglio.

I dati sono stati raccolti e successivamente elaborati grazie alle migliaia di unità solari e fotovoltaiche installate dalla società che hanno permesso il completo monitoraggio. Un risultato che è stato possibile grazie ai milioni di impianti fotovoltaici installati in tutto il Paese; in particolare si parla di una cifra compresa tra gli 1,3 e gli 1,4 milioni!

Domenica 16 giugno, rinnovabili al 100% e il prezzo dell'elettricità va a zero

 Tra le 14 e le 15, per la prima volta nella storia, il prezzo d'acquisto dell’energia elettrica (PUN) è sceso a zero su tutto il territorio nazionale. Ciò significherebbe che in quelle due ore della giornata energia solare, eolico e idroelettrico hanno generato il 100% dell'elettricità. Un evento atteso da tempo, sintomo di un cambiamento in atto.


Domenica 16 giugno 2013, tra le 14 e le 15, per la prima volta nella storia, il prezzo d'acquisto dell’energia elettrica (PUN) è sceso a zero su tutto il territorio nazionale (vedi sintesi GME). Ciò significa che in quelle due ore energia solare, eolico e idroelettrico hanno prodotto il 100% dell'elettricità italiana (vedi grafico).

 

Energie rinnovabili, sorpresa: toccato il 50% dell’offerta

 di Mario Agostinelli e Roberto Meregalli *

 

Gli amministratori delegati di Enel, Gasterra, Gdf Suez, Iberdrola, Eni, Rwe, E.On, Gas Natural Fenosa alla vigilia del Consiglio europeo del 22 maggio, hanno posto all’attenzione dei leader europei la necessità urgente di modificare la politica energetica comunitaria.

I big del gas hanno chiesto la remunerazione dell’uso delle loro vecchie reti e della potenza inutilizzata delle loro centrali, nonché un mercato delle emissioni di CO2 che favorisca le fonti sporche, disincentivando definitivamente la concorrenza delle rinnovabili.

 

Si tratta del livello più elevato di pressione a cui le grandi corporation sono giunte, dopo due anni di campagna serrata e martellante sui mezzi di comunicazione e in tutte le occasioni istituzionali possibili (audizioni parlamentari, incontri, conferenze) per bloccare l’avanzata delle fonti rinnovabili. Chicco Testa, formidabile campione di trasformismo, attacca i costi dell’energia, attribuendoli agli incentivi al fotovoltaico e all’eolico, nonostante nel corso del 2013 siano scesi sia il prezzo dell’elettricità che del gas. Mai udito tanto ardore contro i sussidi agli inceneritori o per gli oneri nucleari o gli sconti alle ferrovie e ai grandi consumatori industriali. Viene spontaneo chiedersi perché tutta questa rabbia verso le nuove fonti.

 

L'energia e la fine dell'era fossile

 di Roberto Meregalli*


Gli impianti funzionano a meno di 1/3 della propria capacità Le grandi utility dell'energia annunciano -in Italia- esuberi tra il personale e la chiusura di impianti di produzione. Una situazione largamente prevedibile, cui non è stata data risposta adeguata. Anzi, si è continuato a costruire nuove centrali a carbone e olio combustibile, nonostante il calo dei consumi e il boom delle rinnovabili

Sembra finita anche l'era del posto di lavoro sicuro all'Enel. Da mesi, infatti, all'interno dell'ex monopolista, oggi multinazionale dell'energia, si parla di esuberi e la cifra sembra vicina al 10% di tutti gli occupati in Italia. L'amministratore delegato, Fulvio Conti, nel presentare il Bilancio 2012, si è trovato costretto ad annunciare ben 6 miliardi di euro di dismissioni da attuare nel corso del 2013 e del 2014 in modo da ridurre il debito, accontentando così le fameliche agenzie di rating.

Strategia Energetica Nazionale: “irraggiungibili obiettivi ambientali”

 Si toglie il sostegno pubblico alle rinnovabili per darlo alla costruzione dei rigassificatori e si riconferma anche l’avvio delle trivellazioni per petrolio e gas a mare e a terra, oltre ad incentivare il carbone. Greenpeace, Legambiente e WWF contestano il documento di Strategia Energetica Nazionale (SEN) deliberato ieri.

 

Secondo gli ambientalisti la Strategia Energetica Nazionale varata non è sostanzialmente modificata rispetto al documento originario

“La Strategia Energetica Nazionale (SEN) approvata oggi sarebbe un atto inutile, se si prendessero per buone le dichiarazioni dei ministri firmatari, che affermano che il prossimo Governo ha facoltà di modificarla. La realtà è che un governo dimissionario, e in carica solo per l’ordinaria amministrazione, si è arrogato il diritto di completare un atto strategico, travalicando le proprie competenze e senza coinvolgere il Parlamento (ormai sciolto) né nessuno degli interlocutori per dare trasparenza sulle modalità di recepimento degli esiti della consultazione”.

 

Carbone e trivelle, via libera al “futuro nero” dell’Italia

 di WWF *

La sentenza del Consiglio di Stato sblocca la Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) per la riconversione a carbone della centrale termoelettrica di Porto Tolle, in provincia di Rovigo; il Governo sdogana quella per la costruzione di una nuova centrale a carbone a Saline Joniche, sulle coste di Reggio Calabria e, dulcis in fundo, il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, in un’intervista sul Corriere della Sera di oggi, mostra un segnale inequivocabile di cedimento alle pressioni dei petrolieri sulle trivellazioni per far ridurre il limite di 12 miglia dalle aree marine protette. E’ questa l’escalation di eventi che, in meno di 24 ore, ha fatto apparire il futuro energetico – e climatico – dell’Italia più nero che mai, mostrando all’orizzonte uno scenario costellato da centrali a carbone e trivelle.

Ce la faranno le rinnovabili a salvare il mondo dai combustibili fossili? Secondo il MIT forse sì

 La Energy conference "Insight and Innovation in Uncertain Times", organizzata dal Massachusetts Institute of Technology (Mit) il 16 e 17 marzo, ha riunito un numero impressionante di giovani ingegneri, scienziati e imprenditori delle energie rinnovabili e molti dei players più affermati in campo energetico, ma alla fine ha lasciato in sospeso una domanda: questo gruppo di inventori e sognatori ed i loro colleghi in tutto il mondo riusciranno a produrre abbastanza velocemente innovazioni ed a creare energia verde sufficiente a buon mercato, per smentire le previsioni dell'establishment che il mondo non potrà fare a meno, per ancora molto tempo, di continuare a bruciare combustibili fossili?

Rinnovabili: Cina e Germania prendono la testa del settore nel mondo

 

Cambia la geografia globale degli investimenti nel settore delle fonti rinnovabili. Gli USA perdono la prima posizione, sorpassati da Cina e Germania, mentre il Regno Unito non è più nei primi dieci.

Inghilterra e Stati Uniti si sono sempre posizionati ai primi posti nel rapporto annuale del Pew Research Centres sugli investimenti in energie rinnovabili per nazione. Tuttavia, l'anno scorso entrambi i Paesi hanno perso diverse posizioni nella gerarchia stilata dall'autorevole istituto statistico americano. Gli Stati Uniti, saldi in prima posizione da anni, sono scesi al terzo posto, superati da Cina e Germania, nonostante nel 2010 abbiano aumentato i loro investimenti di oltre il 50%, si tratta di circa 34 miliardi di dollari spesi nel settore rinnovabili.