
«In tutti i Paesi del bacino amazzonico si fanno discorsi ambientalisti, però tutti si incontrano con le multinazionali per fare strade, miniere o sfruttare le foreste»: è l’impietosa analisi che Gregorio Díaz Mirabal, un indio curripaco che vive nel sud del Venezuela, fa in un’intervista rilasciata ad Humberto Márquez, corrispondente del venezuelano Ips, e pubblicata su Tierramérica.
Nel Venezuela del socialismo bolivariano le cose non si mettono bene per le popolazioni autoctone. Díaz Mirabal, coordinatore dell’Organización Regional de Pueblos Indígenas del Amazonas (Orpia), che riunisce 17 delle 20 etnie dello Stato venezuelano dell’Amazonas, spiega che «In questo paese ci sono più di 50 norme che favoriscono i diritti degli indigeni, però è difficile attuarle e le per le decisioni sui nostri problemi ci si consulta principalmente con gli indigeni che hanno incarichi nel governo»,