di Emilio Molinari *
Acqua, energia, smaltimento dei rifiuti: i Comuni del nord sono pronti a fondere in una grande holding la gestione di tutti i servizi essenziali per i cittadini. Un errore catastrofico
Una riflessione può cominciare dal corteo romano sull’acqua pubblica e dal resoconto che ne ha fatto il manifesto del 4 maggio. Anche se oggi può sembrare piccola cosa, di fronte al terremoto delle amministrative che boccia clamorosamente il governo e l'ineluttabilità del mercato, mi convince ancora di più della necessità di sollecitare una riflessione anche sui contenuti. Il movimento romano dell'acqua si mobilita, assieme anche ai “minisindaci” dei municipi e a tutte le associazioni, contro il sindaco di Roma che sta decidendo di vendere il 21% delle azioni di Acea, l’impresa locale che gestisce l’acqua e altri servizi cittadini, perdendo la maggioranza. La mia riflessione è andata più in là: mi sono chiesto se a Milano, dove pure si sta sviluppando qualcosa di molto più grosso e di politicamente più rilevante, si è in grado di sviluppare una simile mobilitazione a favore dell’acqua pubblica. La risposta è molto deludente. Non ce la facciamo, anzi non lo vogliamo fare. Perché prima di tutto ci sentiamo dalla parte di quest’amministrazione, l’abbiamo votata e sostenuta, ne abbiamo condiviso le speranze. Il referendum le ha dato forza e la lega al nostro movimento.