ecologia politica

L’inevitabile base materiale per pensare il cambiamento

 Saggi. «Stato e avanguardie cosmopolitiche» di Lea Ypi per Laterza.

Esponente di rilievo della «teoria politica attivista» propone un’analisi innovativa dei conflitti globali

di Stefano Petrucciani *


La filosofia politica contemporanea sembra attraversare una fase di transizione. Dopo il successo di grandi teorie normative come quelle di John Rawls e Jürgen Habermas, che hanno segnato fortemente le discussioni degli ultimi vent’anni, si comincia a diffondere l’insoddisfazione per questi approcci troppo caratterizzati in senso ideale. E si avverte il bisogno di pensare in modo più concreto e realistico il rapporto tra i principi valoriali e le dinamiche effettive. A questa esigenza dà voce, in modo originale e molto articolato, il volume di Lea Ypi Stato e avanguardie cosmopolitiche (Laterza, pp. 326, euro 29). A dire il vero, sembra che l’editore si sia spinto un po’ troppo oltre nell’assecondare la pulsione anti-normativa, infatti il titolo originale dell’opera, uscita presso Oxford University Press, era Global Justice and Avant-garde Political Agency; in quello italiano, invece, il riferimento alla «giustizia globale» non si trova. Si tratta comunque di un lavoro assai interessante, opera matura di una studiosa brillante che, formatasi prima a Roma e poi all’Istituto Europeo di Fiesole, insegna ora teoria politica alla London School of Economics.


La rivoluzione futura e possibile

 di Giovanni Chiambretto *


DALLA RIVOLTA ALLA ALTERNATIVA


Del voto amministrativo quello che non sembrano avere colto opinionisti, istituti di ricerca, sondaggisti vari, è l’elemento di rivolta che si consolida e fa da filo conduttore di tutti gli appuntamenti degli ultimi 4 anni.

- Si conferma che ormai non esiste più una destra od una sinistra che si scontrano, ma che la popolazione è ormai divisa fra chi partecipa del governo a tutti i livelli (statali, parastatali, locali, burocratici, di aiuti pubblici, di posizioni di monopolio od oligopolio) e gode della solidità sociale ed economica conseguente e chi no e quindi paga economicamente, socialmente ed umanamente il privilegio di altri. Singolare che a Roma come a Torino l’unica zona dove ha prevalso il PD è quella ricca o benestante del Centro.

- L’attuale PD di Renzi ed ancora di più il Partito della Nazione progettato non sono altro che l’organica strutturazione di una cooperativa di interessi più o meno forti a mutua tutela ed argine nei confronti di chi è fuori del giro. Quindi si intende una grossa minoranza, spesso coesa ma sempre una minoranza. Ecco perché per il futuro necessitano di una riforma della Costituzione e dell’Italicum: con una elezione proporzionale non avrebbero mai la maggioranza e non disponendo delle leve dello stato si disintegrerebbero in pochi mesi.

 

Il debito pubblico e quello verso la biosfera

 di Giovanna Ricoveri *

 

“Finita la festa, gabbato lo santo”. Questo proverbio calza a pennello per l’accordo sul clima raggiunto a Parigi nel dicembre scorso, su cui è calato un silenzio di tomba. Tutti d’accordo a parole, ma nei fatti niente è cambiato: in Italia e in Europa, la politica ruota intorno al debito pubblico, non al debito verso la biosfera. Il debito pubblico fa male ma non è mortale per la popolazione, mentre quello verso la biosfera lo è, perché crea uno squilibrio crescente tra il prelievo di risorse naturali e la capacita di rigenerazione della natura, distruggendo così le condizioni di sopravvivenza delle comunità.

 

Frammenti di riflessione politica per il nuovo anno

di Giovanni Chiambretto e Massimo Marino


Nuove guerre, vecchi conflitti. Con le guerre ci guadagnano tutti

Un fatto nuovo, fra i tanti della crisi del pianeta, è questa curiosa inedita epoca dello scontro armato: fino a ieri si scontravano due antagonisti, due nazioni, due etnie, due tendenze politiche o religiose che, se potevano, aggregavano alleati e supporters. Oggi, su vecchi conflitti proliferano nuove guerre, ma gli antagonisti sono tre o quattro. Come se sul ring salissero quattro boxeurs che se la dessero di santa ragione ciascuno contro gli altri tre. Il pubblico non riesce a rendersi conto di cosa succede, anche perché a poche centinaia di chilometri di distanza, gli stessi attori manifestano antagonismi diversi. Naturalmente non esiste più il monopolio degli stati nazionali nell’uso sistematico della violenza. Gli attori possono sempre essere stati nazionali, ma anche gruppi etnici, correnti religiose, organizzazioni politiche o gruppi economici. Progressivamente sono accantonate le norme classiche di comportamento in guerra: la crudeltà e la barbarie sono un corollario ormai consueto ( ad esempio gli stupri di massa e il ripristino dello schiavismo, precursori moderni i giapponesi in Cina ) ma ci sono anche vere innovazioni mediatiche come le decapitazioni con accompagnamento hip-hop a sfondo religioso.

 

Pensavamo che con la fine della guerra fredda si aprisse un era di pace. Invece negli ultimi 100 anni , dal 1915 ad oggi, le guerre non sono mai cessate : sono solo cambiati modi, luoghi e protagonisti: prima le due guerre mondiali ( 17 e 70 milioni di morti ), poi due grandi guerre regionali : Corea nel 1953 ( 2,8 mil. di morti ) e Vietnam nel 1960-75 ( 7 mil. di morti ).

 

Finita la guerra fredda guerre diluite nello spazio e nel tempo, compresa la pulizia etnica e i movimenti armati a sfondo religioso e/o tribale. Fra queste Hutu e Tuczi in Ruanda nel 1994 ( 1 mil di morti ), guerre nella ex Jugoslavia del 1992-95 ( 200mila morti ) , le quattro guerre arabi-israeliani dal 1948 al 1973 e la diaspora palestinese che permane irrisolta ( almeno 30mila morti ) , la guerra siriana e anti jihadisti in corso dal 2011, quasi 300mila morti di cui almeno 40mila nelle file di Isis e affini. Almeno altrettanti in Irak ( 3-400mila morti fra il 2003 e il 2011 ) e ancora l’Afghanistan dal 2001 ad oggi ( almeno 150mila morti ). Con il tempo la componente civile fra i morti è sempre più all’evidenza. Per completare il quadro vanno aggiunti ovviamente milioni di feriti e invalidi e decine di milioni di profughi permanenti , cioè che hanno definitivamente persa la propria abitazione e residenza originaria. La rappresentazione mediatica che ci viene proposta delle crisi è talmente semplificata e banalizzata da rendere incomprensibile la dinamica di ciò che si svolge quotidianamente sotto i nostri occhi. Chi sta facendo davvero la guerra all’Isis ? E con quali obiettivi ? La prima domanda che andrebbe fatta è: dove si prendono così tanti soldi, armi, volontari per tutte queste guerre? E chi sono i destinatari ultimi di tutti questi soldi ?

 

Quello che possiamo fare

 

Gruppo Cinque Terre
documento annuale - giugno 2015
Non è facile riordinare ragionamenti in un contesto così intricato come quello di oggi nel mondo e in Italia indicando una prospettiva che non tenda al pessimismo. Per l’Italia in particolare le prospettive sembrano grigie ma solo dall’analisi brutale della situazione può emergere qualche spiraglio di idee e di proposte per i prossimi anni.
Il documento annuale del Gruppo Cinque Terre tenta una operazione verità e suggerisce scelte difficili ma secondo noi inevitabili.
 

Napul’è…. acqua pubblica

di Alex Zanotelli *
 
Il 9 marzo 2015 è una data storica per il movimento Acqua di Napoli perché il Consiglio Comunale di Napoli ha finalmente votato lo Statuto di ABC –Napoli (Acqua Bene Comune) ed ha affidato, con una Convenzione, l’acqua di Napoli ad ABC, Azienda Speciale, che non può lucrare sull’acqua. Per sei lunghe ore in piedi, con i rappresentanti del movimento acqua di Napoli, ho potuto seguire il dibattito delle forze politiche, che per la prima volta hanno votato compatte per la gestione pubblica dell’acqua, incluso il Pd. Astenuti, invece,i Fratelli d’Italia, Nuovo Centro Destra e Forza Italia. Quando il presidente del Consiglio Comunale ha annunciato l’esito del voto, l’assemblea lo ha accolto con un scrosciante applauso. Consiglia Salvio, la coordinatrice del movimento acqua in Campania ha alzato un cartellone con la scritta “Napul’è ….ABC”. Euforia per una vittoria quasi insperata: abbracci, strette di mano, foto e sventolii di bandiere.
 

SBLOCCA INCENERITORI ? NO GRAZIE ! Disporre il trattamento dei rifiuti differenziati e indifferenziati all'interno della regione in cui vengono prodotti con impianti che permettono di chiudere il ciclo dei rifiuti recuperando materia

 

 

Per superare le procedure di infrazione, con le quali la Comunità Europea ha inteso sanzionare l'Italia in materia di Rifiuti, il Governo con il decreto "Sblocca Italiaall'art. 35, intende individuare e/o realizzare con proprio decreto entro 90 giorni dal 13/09/2014 "impianti di recupero di energia e di smaltimento dei rifiuti urbani e speciali " definendoli un sistema integrato e “moderno” di gestione dei rifiuti e addirittura infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale ai fini della tutela della salute e dell'ambiente”.

In realtà le soluzioni delineate nel decreto Sblocca “Italia” sono obsolete econtrarie alla gerarchia stabilita dalla normativa italiana ed europea in materia di rifiutiper i seguenti motivi.

Il decreto Sblocca Italia non ha minimamente preso in considerazione il fatto che oggi, in Italia, disponiamo di tecnologie in grado di trattare ogni tipologia di rifiuti, compresi quelli indifferenziati. Tali impianti che consentono di chiudere il ciclo senza discariche e inceneritori, sono assemblati nella proposta denominata "Riciclo Totale" dell’esperta in nuove tecnologie Margherita Bologna, presentata nel 2012 agli Stati Generali della green economy ed inviata al Ministero dellAmbiente con la documentazione relativa.

www.change.org/p/no-a-nuovi-inceneritori-in-italia-no-alla-rete-nazionale-degli-inceneritori

Grenoble verde: via la pubblicità dalle strade

di Anna Maria Merlo*

 

Il sin­daco écolo di Gre­no­ble, Eric Piolle, ha fatto votare dal con­si­glio comu­nale una deci­sione unica in Europa: da gen­naio spa­ri­ranno pro­gres­si­va­mente i pan­nelli pub­bli­ci­tari dalla strade della città. L’occasione è la sca­denza del con­tratto che legava la città al lea­der fran­cese (e non solo) delle affis­sioni e dell’arredo urbano, DcDe­caux. Lo sman­tel­la­mento durerà 4 mesi.

 

Germania: Governo Linke in Turingia, la coalizione ha un programma

di  Jacopo Rosatelli *

Gli obiettivi, stilati con Verdi e SPD, prevedono politiche del lavoro contro la precarietà, un anno di asilo nido completamente gratuito, assunzioni di docenti, rafforzamento del tempo pieno a scuola, allentamento del patto di stabilità per consentire investimenti ai comuni, impegno per le energie alternative
Dopo l’accordo poli­tico, ecco il pro­gramma: ieri è stato com­piuto un altro passo avanti sulla strada che porta al governo a guida Linke in Turin­gia. Cen­to­sei det­ta­glia­tis­sime pagine in cui sono elen­cati obiet­tivi e pro­getti della coa­li­zione pro­gres­si­sta che vuole con­durre nei pros­simi cin­que anni il Land della Ger­ma­nia centro-orientale con un’amministrazione di cam­bia­mento, dopo oltre 20 anni di domi­nio asso­luto dei demo­cri­stiani della Cdu.
 

Salviamo la madre acqua

 

di Alex Zanotelli *
“Tra i tanti processi di privatizzazione dei servizi pubblici in corso, quello dell’accesso all’acqua è il più criminale,” ha scritto l’attivista Roberto Lessio nel suo libro All’ombra dell’acqua. “Un progetto folle a cui possono credere solo persone profondamente malate , ammalate del nulla”. E in questo paese sono tante le persone  ‘ammalate del nulla’, che spingono di nuovo l’Italia verso la privatizzazione dell’acqua. E questo nonostante il referendum (11-12 giugno 2011), quando 26 milioni di italiani hanno sancito che l’acqua deve essere tolta dal mercato e che non si può fare profitto su un bene così fondamentale .