
Albicocche, melograni, pesche, ciliegie, ma anche susine e un’antica specie di grano: dalla passione di un gruppo di cittadini di Parma, seguito da un centinaio di sostenitori, in diverse zone della città ora si possono trovare piccoli orti urbani. La possibilità di stare insieme in modo diverso, di rifiutare l’etichetta “consumatori” e di creare una rete di giardini commestibili con cui alimentare la città ora è un virus
Una varietà antica di albicocche, le Carmen, i ribes, il grano saraceno fiorito, ma anche l’amaranto o la josta, un incrocio tra uva spina e ribes. C’è chi ormai da due anni si prende cura con passione di specie insolite anche in zone come quella di via Picasso o Baganzola, dando vita a veri e propri giardini commestibili tra erbe medicinali, frutti di bosco e alberi da frutto a uso e consumo degli stessi residenti. Così dal progetto innovativo di Fruttorti Parma e dalla passione di un gruppo di volontari seguito da un centinaio di sostenitori, in diverse zone della città ora si possono trovare piccoli orti urbanicon il melograno che fiorisce in giugno, le susine piacentine, un’antica specie di grano, il frassineto, le pesche in fiore, le ciliegie o la senape bianca.