istruzione

Insegnanti, questo è il momento di ribellarsi

di Alain Goussot *

Il disegno di legge del governo Renzi ha un segno chiaramente aziendalistico, autarchico e antidemocratico. È funzionale alla logica dell’economia di mercato e alle esigenze della Confindustria e dei poteri forti della finanza che vogliono trasformare la scuola e l’educazione in un business (leggi anche Non pensare ndr).
 
Cosa lo dimostra?
L’entrata degli sponsor privatinei programmi e nei piani dell’offerta formativa (che diventano triennali senza possibilità di rimodulazione e vera progettualità pedagogica);
la chiamata diretta fatta dai dirigenti scolastici supermanager (modello Marchionne, il nuovo idolo di Renzi-Giannini) e veri gerarchi d’istituto che svuotano il carattere democratico e partecipativo delle decisioni collegiali;
 
la svalorizzazione continua del carattere umanistico della formazione(del tipo aboliamo Manzoni per legge dalla scuola);
 
l’accento continuo messo sulle parole competenze(competere) e efficienza (costo/beneficio e non certo sulla qualità didattica e culturale);
 
la quasi assenza di riferimento alla scuola meticciata culturalmente nonché all’inclusione non come slogan ma come pratica educativa vera che permette la costruzione dell’alleanza pedagogica tra scuole e famiglie;
 
la precarizzazione del mestiere dell’insegnante con l’introduzione delle logiche del Job’s Act nella scuola;
 
 

25 idee per una scuola diversa

 di Paolo Mottana*

Coloriamo le scuole, riempiamole di orti, finiamola con l’ossessione dei test, meglio teatro, musica, sport, passeggiate in città. Perché apprendere è prima di tutto piacere. E perché la scuola non è dei governi ma di chi la fa
Della scuola si sente parlare tanto genericamente e poco specificamente. Tutti si fanno belli di slogan tipo investire sulla scuola e sulla ricerca ma omettono singolarmente di aggiungere per quale ricerca e quale scuola. Purtroppo si sa, quasi tutti vogliono una ricerca al servizio del lavoro (dunque eminentemente pragmatica e misurabile) e una scuola più efficiente e razionalizzata (dunque eminentemente pragmatica e informatizzata). Bene, anzi male. Tutto ciò mi irrita e mi indispone enormemente. Allora, per calmarmi, provo, in bella sintassi protocollare, a promulgare il mio PROGRAMMA PER LA SCUOLA:
 

Detrazione fiscale dei libri: tutto quello che c’è da sapere

 di Germana Carillo *


Detrazione fiscale libri. Da quest'anno sarà possibile detrarre dalla propria dichiarazione dei redditi il 19% della spesa annuale fatta in libri, fino ad un massimo di 2mila euro (un massimo di 1000 euro per i libri scolastici e un massimo di 1000 per altri testi). L'iniziativa – valida per i prossimi 3 anni – rientra nel decreto Destinazione Italia, nel quale il governo ha inserito anche un pacchetto di misure mirate a favorire lo sviluppo delle imprese e a ridurre le spese delle famiglie. Evviva! Diremmo. Finalmente un punto a favore della cultura, un vantaggio per quello sparuto 43% di lettori italiani che dichiarano di aver acquistato almeno un libro in un anno (dati Istat).


Ma, c'è un ma. Innanzitutto il decreto deve ancora diventare legge. "Oltre a ciò – interviene il presidente dell'ALI, Associazione librai italiani, Alberto Galla – nel decreto si fa riferimento a un regolamento di chiarificazione e attuazione che deve essere emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico, che con il Ministero dell'Economia è il titolare di questo provvedimento. Non siamo dunque in grado, a oggi, di dire quali saranno le metodologie pratiche per poter godere di questa detrazione fiscale. Deve anche essere definito l'anno di detrazione dell'imposta, che presumo sia questo 2014 il governo parlava infatti di sostenere questa misura per i prossimi due anni, quindi il 2014 e il 2015". Scontrini. Inoltre, il decreto parlerebbe di un documento fiscalmente rilevante in cui sia visibile il codice identificativo del libro. Uno scontrino parlante, insomma, proprio come quello che già conosciamo con la spesa in farmacia.

* da greenme.it    continua

Bologna: la fionda del «comitato 33» contro i giganti dai piedi di argilla

A Bologna aumenta la tensione sul referendum sui finanziamenti alle scuole private  il cui significato di fondo va al di là della dimensione locale.

 

Il referendum consultivo che sta facendo tremare i partiti, specie il gigante dai piedi d'argilla, il PD bolognese, è nato da una decina di volontari riuniti nel «comitato 33», nome ispirato all'articolo della Costituzione che riconosce ai privati il diritto di istituire scuole ma  «senza oneri per lo Stato».

In memoria del programma Erasmus

  di Diego Marani *

 “Non dobbiamo avere paura delle parole, dobbiamo andare verso una federazione di Stati-nazione. Questo è il nostro orizzonte politico”. Con queste parole nel suo ultimo discorso davanti al Parlamento europeo, il Presidente della Commissione Manuel Barroso ha rilanciato l’idea di una costruzione europea che sia una federazione “fatta con gli Stati membri, non contro gli Stati membri”.
Ma gli Stati membri sembrano invece avere deciso il contrario e nei fatti stanno decisamente andando verso uno smantellamento dell’Unione europea. L’ultimo evento che conferma questa tendenza è il taglio del bilancio comunitario per il 2012 che ha provocato fra l’altro l’esaurimento dei fondi destinati al programma Erasmus. Il programma Erasmus era forse il più potente strumento di integrazione europea.
 

SCUOLE SUPERIORI: LA NON RIFORMA

Scuole superiori: non è una riforma, è un aggiustamento dell'esistente. Resta il buco nero delle medie, resta la gerarchia tra licei, tecnici e professionali, si archivia la società della conoscenza, si accentua il rischio che a 14 anni già tutti i giochi si chiudano. Mentre dovrebbero aprirsi, per il futuro del paese.

 

LA "SANTA CAUSA" DELLA GELMINI

di Pierre Carniti

I quindicenni che abbandonano la scuola sono il doppio o il triplo che nel resto d’Europa. Come si contrasta il fenomeno? Abbassando l’età dell’obbligo scolastico. La titolare del ministero ricorda “Il cavaliere inesistente” di Calvino: al suo handicap suppliva con la fede. “Mai nessuno sforzo amministrativo o scolastico sostituirà i miracoli del caso cui si debbono i grandi uomini”. Così scriveva Balzac nella prima metà dell’ottocento.

APPROVATA LA RIDUZIONE DEL LIMITE SCOLASTICO

La proposta di abbassare il limite scolastico è passata alla Camera, ma non piace a presidi e professori. Ormai da parecchio tempo in Italia si è scelto di non investire più sulla scuola. Quasi fosse un ambito di scarsa importanza. Ed è su questa scia che si colloca la decisione della Camera di approvare la norma che consentirà di assolvere l'ultimo anno di obbligo scolastico,

 

VIA LA GEOGRAFIA DALLE SCUOLE

di Riccardo Morri, Massimiliano Tabusi

Il governo si prepara a tagliare la geografia dalle scuole. L'Associazione italiana insegnanti di geografia e le altre organizzazioni disciplinari hanno promosso una protesta online per bloccare il provvedimento.

 

 

L'ULTIMO BAMBINO NEI BOSCHI

 Vittime di una cultura che ha trasformato l'ambiente intorno a noi in qualcosa di estraneo e pericoloso, i bambini si ritrovano confinati in spazi sempre più ridotti e impersonali, in balia della realtà virtuale e della televisione. Ma rimettendo al centro dell'esperienze infantili anche il contatto diretto con lo spazio incontaminato e naturale potremmo ridurre il numero di bambini che soffrono di disturbi dell'infanzia e dell'adolescenza, come deficit dell'attenzione ed obesità. Non solo, si tornerebbe a sviluppare una conoscenza diretta e profonda, non più superificiale e indiretta come quella che offre la rete di internet o i mass media. Creatività, attenzione, consapevolezza verrebbero offerte al bambino nel più genuino e spontaneo dei modi.