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Clima, 10 grafici dal NOAA per capire quanto siamo già messi male

Temperature record, ghiacci che si sciolgono, fenomeni meteorologici estremi: il clima sta cambiando molto più in fretta di quel che ci si aspettava, mostra il nuovo "2015 State of the Climate report" del NOAA. Vediamo cosa sta accadendo con l'aiuto di alcuni grafici dal nuovo rapporto della National Oceanic and Atmospheric Administration. Il genere umano sta già affrontando condizioni climatiche che non aveva mai vissuto prima e il cambiamento è in continua accelerazione.

Clima, teenager portano Usa in tribunale: “Non fanno abbastanza per l’ambiente”

Giovani e arrabbiati, gli adolescenti americani denunciano le politiche del governo. A Washington l'iniziativa è stata presa da ragazzi tra i 10 e i 15 anni. "Siamo noi quelli che dovranno vivere con gli oceani acidi, la temperatura della terra sempre più calda e i ghiacci che si sciolgono"

 

Sarà la loro la generazione che più subirà gli effetti disastrosi dei cambiamenti del clima: così i teenager americani portano in tribunale gli Stati Uniti e il governo federale, accusati di distruggere il pianeta.

10 motivi per cui il patto sul clima sarà una corazzata Potëmkin

 Una analisi della bozza di trattato globale (da rinnovabili.it )

Così la coalizione ambientalista che protesterà alla COP 21 analizza il testo diffuso dall’ONU che sarà la base del negoziato ONU sul clima.

Il testo base dell’accordo globale sul clima, diffuso dalle Nazioni Unite il 5 ottobre, è inaccettabile. Lo dice chiaro e tondo Maxime Combes, economista e membro di Attac France, organizzazione che insieme a 350.org ha promosso l’appello contro i crimini climatici. I due presidenti e facilitatori del negoziato, Ahmed Djoghlaf e Dan Reifsnyder, hanno rilasciato il documento 15 giorni dopo l’ultima sessione negoziale di Bonn, preparatoria alla COP 21. Il testo, 10 pagine, è suddiviso in 26 capitoli: molto più breve, dunque, delle bozze circolate dopo la COP 20 di Lima, tutte intorno alle 80 pagine. Secondo Combes, un accordo basato su di esso metterebbe in grave pericolo l’umanità, poiché non scioglierebbe i grandi nodi che da anni bloccano l’azione dei governi sul riscaldamento globale. L’economista e attivista ha spiegato il perché in 10 punti.


 

Fermate i crimini del clima: l’appello di 100 personalità globali

 La società civile raccoglie le forze per farsi sentire alla COP 21. Da Desmond Tutu a Vivienne Westwood, da Naomi Klein a Noam Chomsky, una chiamata all’azione contro l’immobilismo dei governi sul clima

Cento voci per una chiamata globale sul clima: attivisti, accademici, personalità provenienti dalla società civile di tutto il pianeta hanno lanciato una call to action globale in vista della prossima Conferenza delle Parti dell’ONU sul cambiamento climatico. Tra le loro fila vi sono personaggi come Desmond Tutu, Vivienne Westwood, Naomi Klein e Noam Chomsky. Assieme a molti altri referenti di realtà di movimento invitano i cittadini all’azione per chiedere un vero e proprio cambiamento strutturale nella governance del mondo. «Siamo di fronte a un bivio – si legge nell’appello formulato dalla pubblicazione ‘Stop Climate Crimes‘, prodotta e diffuso dalle ONG 350.org e Attac France

Se cambia il clima tutto può cambiare

This changes Everything. L’ultimo libro di Naomi Klein rovescia il tavolo «verde». Perché l’ambiente non è più «una» questione tra le altre ma la chiave per uscire dalla dittatura del capitalismo

 


di Beppe Caccia *

Sono tra­scorsi quat­tor­dici anni dalla pub­bli­ca­zione di No Logo e sette anni da quella di Shock Eco­nomy. Non c’è biso­gno di sco­mo­dare la qab­ba­láh per pre­ve­dere che anche il nuovo libro di Naomi Klein, This chan­ges eve­ry­thing. Capi­ta­lism vs. the cli­mate (uscito il 16 set­tem­bre scorso per Simon & Schu­ster negli Stati Uniti e per Allen Lane in Gran Bre­ta­gna), lascerà il segno. Testo ricco di potenti esem­pli­fi­ca­zioni, tra vicende in larga misura sco­no­sciute al grande pub­blico e con­nes­sioni illu­mi­nate da un lavoro d’inchiesta in pro­fon­dità, durato oltre cin­que anni con la deci­siva col­la­bo­ra­zione di ricer­ca­tori quali Rajiv Sicora e Ale­xan­dra Tem­pus, ci pro­ietta nel cuore di quella che non può essere con­si­de­rata una «que­stione» tra le altre, nep­pure se fosse la più impor­tante, ma il «frame», la cor­nice, in cui inse­rirle tutte.

Il «frame» fondamentale
Il punto di par­tenza è in sé evi­dente, anche se fac­ciamo di tutto per negarne la realtà e girarci dall’altra parte. «I dati non men­tono: le emis­sioni con­ti­nuano a cre­scere, ogni anno rila­sciamo in atmo­sfera una quan­tità mag­giore di gas serra dell’anno pre­ce­dente, … creando un mondo che sarà più caldo, più freddo, più umido, più asse­tato, più affa­mato, più arrab­biato».
 

Clima: leggi fisiche e difficoltà politiche

 di Luca Mercalli

Cancun 5:  Invece che di crescita, dobbiamo cominciare a parlare dell’economia in «stato stazionario»

Alla fine Cancún ha portato a casa un accordo definito «equilibrato». Tutti concordi sul fatto che contro il riscaldamento globale si debba agire, che si debbano stanziare fondi per i Paesi in via di sviluppo per la diffusione di energie rinnovabili e per la salvaguardia delle foreste. Ma la domanda è: i tempi della diplomazia sono compatibili con quelli della termodinamica?

Il sistema climatico, soggetto a implacabili leggi fisiche, è del tutto indifferente alle nostre difficoltà politiche ed economiche, e i segnali che giungono dall’ambiente sono giustamente inquietanti. La banchisa polare artica si sta riducendo al di là dei modelli più pessimisti elaborati negli scorsi anni e si ritiene che il ghiaccio marino estivo sarà pressoché scomparso verso il 2030. La concentrazione di CO2 in atmosfera è oggi di 390 parti per milione. Mentre il valore ritenuto sicuro per evitare cambiamenti climatici inediti per la specie umana è di 350 parti per milione.
In questo contesto, anche con accordi più severi, si rischia comunque un aumento termico dell’ordine di tre gradi entro fine secolo, il che non sarà una passeggiata per la civiltà. Quindi, che fare?

EXXON FINANZIA NEGAZIONISTI DEL CLIMATE CHANGE

L'Indipendent on Sunday sostiene che la ExxonMobil sia "finanziatore" di una campagna volta a screditare, di fronte all'opinione pubblica, la convinzione che l'inquinamento umano sia la causa del riscaldamento globale.

LE PREVISIONI SUL PROSSIMO COP16

I buoni impegni di riduzione delle emissioni sono rimasti dove li abbiamo lasciati circa sei settimane fa: a Copenaghen. Sperando che quello che il Segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon ha definito “un essenziale primo passo” verso un accordo più giuridicamente vincolante

GREENPEACE: FALLITI GLI ACCORDI DI COPENHAGEN

Per Greenpeace non ci sono dubbi: «E' fallito l'obiettivo dell'accordo di Copenhagen. Entro il 31 gennaio i vari Paesi partecipanti avrebbero dovuto comunicare i propri impegni di riduzione dei gas serra, è chiaro che di questo passo non sarà possibile impedire che l'aumento della temperatura media mondiale non superi i 2 gradi centigradi.

 

LA CIA SORVEGLIA IL CLIMA

Gli scienziati della CIA, le cosiddette spie governative statunitensi, stanno lavorando sulla possibilità di utilizzare i beni dell'Intellingence Federale, compresi i satelliti spia e gli altri sensori, per monitorare il cambiamento climatico ambientale.  Come spiega anche il New York Times, il programma riporta in vita un gruppo scientifico del Governo Federale, il MEDE (Measurements of Earth Data for Environmental Analysis) dedicato alla sorveglianza ambientale