mafie

Un virus attacca il patrimonio

di  Luca Del Fra *      

Beni culturali. Il Mibact, ministero che si era tenuto fuori dagli scandali, sta mostrando una inquietante escalation di corruzione, con suoi funzionari e ex ministri finiti agli arresti


Il Mini­stero per i beni, le atti­vità cul­tu­rali e il turi­smo (Mibact) attra­versa un momento oscuro: in meno di un anno il suo per­so­nale di ogni grado – dai sem­plici fun­zio­nari ai diri­genti e per­fino un ex mini­stro – si è tro­vato impli­cato in pesanti inda­gini. Si pro­fila una muta­zione gene­tica pre­oc­cu­pante: dalla sua isti­tu­zione nel 1974, il Mibact era riu­scito a tenersi alla larga da scan­dali di que­sto tipo. Quali siano le cause di quello che appare un con­ta­gio cor­rut­tivo appa­ri­ranno chiare riper­cor­rendo i fatti degli ultimi mesi, cer­cando di capire come la riforma in atto di que­sto dica­stero potrebbe influire e le pos­si­bili solu­zioni per evi­tare che il nostro patri­mo­nio fini­sca nella melma delle prassi più opa­che.
 
 

Le mani della mafia sull’ambiente, in Italia

 di Andrea Barolini *


Dalle nuove fonti di energia alla Torino-Lione, dal problema dello smaltimento dei rifiuti a quello dell’abusivismo immobiliare, la mafia è sempre più presente in tutti i settori dell’ambiente. Questo è ciò che emerge dal rapporto Ecomafia, presentato per la prima volta in Francia.

34 120 crimini, 28 132 persone denunciate alle autorità, 161 agli arresti domiciliari, 8 286 pignoramenti giudiziari e un fatturato di quasi 17 miliardi di euro. È la fotografia della criminalità ambientale italiana: un gigantesco business, oggi gestito da 302 clan mafiosi. Per anni, anzi decenni, le infiltrazioni criminali nella gestione dei rifiuti o nello sviluppo delle energie rinnovabili sono aumentate in modo incredibile. E le cifre – diffuse dal rapporto 2013 di Ecomafia, la più completa relazione sul ruolo della criminalità organizzata in Italia nel settore dell’ambiente, compilato dall’associazione ecologista Legambiente – sono eloquenti.

IL COSTO DELLA TANGENTE

di Alberto Vannucci

La corruzione ha un andamento carsico. La questione riemerge periodicamente in superficie, in corrispondenza di denunce, inchieste e scandali che attirano l’attenzione dei mezzi di comunicazione e dell’opinione pubblica. Un corto circuito di questo tipo si è realizzato proprio a metà febbraio 2010, in coincidenza con il diciottesimo anniversario dell’arresto di Mario Chiesa, che sancì l’avvio di “Mani pulite”.

 

LA MAFIA NON CONOSCE CRISI

di Stefania Zanda

Con la crisi l’usura e la mafia si arricchiscono. La crisi impoverisce e quindi limita l’accesso al credito delle imprese e delle famiglie perché un soggetto che non ha un cospicuo reddito o fatturato non riceve prestiti dal sistema bancario. Quando il sistema economico è debole il sistema criminale cresce. Il problema si fa più che inquietante, dal momento che la crisi economica ha degli sviluppi ancora imprevedibili a livello occupazionale.

 

SEQUESTRATI 550mil DI EURO A MAFIOSO

Ieri la Direzione investigativa antimafia ha sequestrato beni per 550 milioni di euro all’imprenditore Rosario Cascio, ritenuto vicino al capo di Cosa nostra. In 24 mesi 1,4 miliardi sono stati strappati all’ultimo boss stragista latitante. Beni sequestrati del valore di 550 milioni di euro.

MAFIA: PERCORSI DI CONOSCENZA

di Antonino Criscione

Una mappa ragionata

 Mafia: percorsi di conoscenza. Da presunto residuo feudale a effetto perverso della modernizzazione