
di Andrea Barolini *
Dalle nuove fonti di energia alla Torino-Lione, dal problema dello smaltimento dei rifiuti a quello dell’abusivismo immobiliare, la mafia è sempre più presente in tutti i settori dell’ambiente. Questo è ciò che emerge dal rapporto Ecomafia, presentato per la prima volta in Francia.
34 120 crimini, 28 132 persone denunciate alle autorità, 161 agli arresti domiciliari, 8 286 pignoramenti giudiziari e un fatturato di quasi 17 miliardi di euro. È la fotografia della criminalità ambientale italiana: un gigantesco business, oggi gestito da 302 clan mafiosi. Per anni, anzi decenni, le infiltrazioni criminali nella gestione dei rifiuti o nello sviluppo delle energie rinnovabili sono aumentate in modo incredibile. E le cifre – diffuse dal rapporto 2013 di Ecomafia, la più completa relazione sul ruolo della criminalità organizzata in Italia nel settore dell’ambiente, compilato dall’associazione ecologista Legambiente – sono eloquenti.