immigrazione

Naufragio migranti: tutti i numeri delle migrazioni e la soluzione possibile

 

I numeri delle migrazioni: I rifugiati nel mondo hanno superato i 50 milioni. E ad accoglierli sono soprattutto i paesi più vicini agli epicentri di crisi: Libano, Turchia, Giordania. In Europa, regole di Dublino e gestione nazionale di immigrazione e asilo generano politiche letteralmente disumane. La soluzione possibile.

 

di Maurizio Ambrosini *

La nuova tragedia del mare nel canale di Sicilia fa oscillare nuovamente il pendolo dell’opinione pubblica verso l’orrore e la compassione, dopo che con troppa fretta era stata archiviata l’operazione Mare Nostrum, accusata di attrarre nuovi sbarchi sulle nostre coste.
Poche settimane fa, avevano suscitato scalpore i dati diffusi dall’Eurostat: 626mila i richiedenti asilo nell’Unione Europea nel 2014, 191mila in più rispetto al 2013, con un incremento del 41 per cento: un record storico, sottolineavano le agenzie. L’Italia figurava al terzo posto per numero di domande ricevute, con 64.625. L’Eurostat indicava anche una crescita molto consistente dei siriani, passati da 50mila a quasi 123mila. Tutti dati veri, ma comunicati in questo modo, estrapolati dal contesto più ampio e drammatico in cui si collocano, sono tali da suscitare sentimenti di allarme e domande di contenimento.
 

Il mercato nigeriano del sesso in Italia

 di Miriam Rossi *

Il mercato del sesso, si sa, non conosce crisi. Neanche nell’Italia che in base ai dati produttivi e occupazionali risulta di anno in anno un po’ più povera. La presenza di donne straniere avviate alla prostituzione nel Belpaese continua a costituire una costante, di cui uno sguardo neppure troppo vigile ai marciapiedi delle periferie cittadine può dare un cocente riscontro. Una piaga, quella della tratta di queste schiave di età moderna, che segnala una altrettanto persistente e incisiva mancanza dell’Italia ad agire contro chi gestisce e gode i proventi di questo racket, al terzo posto per redditività al mondo solo dopo il traffico di droga e di armi. Inazione che il governo italiano paga in termini di reputazione nella lotta all’affermazione delle pari opportunità della donna e in critiche reiterate dai più alti organismi internazionali preposti al monitoraggio della condizione della donna nel Paese. Probabilmente le sanzioni e le condanne raccolte sono però di scarso valore se l’azione messa in campo dal governo italiano si limita di fatto a saltuarie retate di alcune prostitute in strada e talvolta al loro rimpatrio, e a multe emesse a clienti colti in flagranza di reato.

Schiavi del passato, schiavi di oggi

di Miriam Rossi *

Il 23 agosto è la Giornata internazionale per la commemorazione della tratta degli schiavi e della sua abolizione, un’occasione di riflessione tanto sul passato quanto sul presente

 

Nel febbraio 1807 il Parlamento britannico abolì la tratta degli schiavi. Non è il primo atto del genere ad avere luogo in Europa o nelle Americhe, ma certamente è quello che segna con maggiore incisività un’inversione di rotta nel commercio legale di essere umani. Con l’abolizione del traffico britannico di schiavi dall’Africa al continente americano veniva meno una componente quantitativamente importante di quella nota triangolazione commerciale che aveva permesso all’Europa di godere dei vantaggi di una manodopera di schiavi africani a costi praticamente nulli (e per di più sostituibile al “deperimento”) per le piantagioni e al contempo della fornitura di zucchero, caffè, cacao e tabacco dei Caraibi e del Brasile per il proprio mercato. Prima della Gran Bretagna, già nel 1792 la Danimarca aveva abolito la tratta degli schiavi non tanto per ragioni che potremmo definire “umanitarie”, quanto per lo scarso valore commerciale e la ridotta convenienza economica della pratica.
 

La rotta africana

 

Intervista a Fulvio Vassallo Paleologo
 

realizzata da Barbara Bertoncin e Bettina Foa *

 

Viaggi sempre più lunghi e tortuosi, in cui si viene venduti da una banda all’altra; gli abusi, ormai sistematici, sulle donne, ma anche sugli uomini; un’accoglienza che alterna abbandono e detenzione e i limiti dell’operazione “Mare Nostrum”, che comunque sia sta salvando migliaia di vite; l’assurdità del Regolamento di Dublino... Intervista a Fulvio Vassallo Paleologo.
Ful­vio Vas­sal­lo Pa­leo­lo­go, giu­ri­sta, pro­fes­so­re di Di­rit­to pri­va­to e Di­rit­to di asi­lo e sta­tu­to co­sti­tu­zio­na­le del­lo stra­nie­ro pres­so la Fa­col­tà di giu­ri­spru­den­za del­l’U­ni­ver­si­tà di Pa­ler­mo, di­ret­to­re del­l’As­so­cia­zio­ne L’Al­tro di­rit­to-Si­ci­lia, ope­ra at­ti­va­men­te nel­la di­fe­sa dei mi­gran­ti e dei ri­chie­den­ti asi­lo con di­ver­se or­ga­niz­za­zio­ni non go­ver­na­ti­ve. Fa par­te del­la re­te eu­ro­pea di as­si­sten­za, ri­cer­ca e in­for­ma­zio­ne per i mi­gran­ti Mi­greu­rop. Col­la­bo­ra con i si­ti For­tress Eu­ro­pe, Mel­ting­pot, Ter­re­Li­be­re, Sto­rie­mi­gran­ti. Ha un blog (http://​dirittiefrontiere.​blogspot.​it/​) e re­cen­te­men­te ha pub­bli­ca­to Di­rit­ti sot­to se­que­stro. Dal­l’e­mer­gen­za uma­ni­ta­ria al­lo sta­to di ec­ce­zio­ne, Arac­ne 2012.
 

Contro il caporalato, boicottare i grandi distributori

“L’unica cosa da fare è il boicottaggio nei confronti di quei supermercati che vendono prodotti raccolti dagli schiavi nelle campagne pugliesi”.

A lanciare la proposta è Yvan Sagnet, uno dei portavoce dei lavoratori stranieri durante lo sciopero alla Masseria Boncuri a Nardò (Puglia), nell’agosto del 2011, e attualmente delegato sindacale per la Flai Cgil Puglia. “Mi riferisco a Carrefour, Achuan, Lidl, Coop – denuncia Sagnet dalle pagine de La Repubblica – Dicono di rispettare i codici etici del lavoro, però quando andiamo nei campi incontriamo molti lavoratori che subiscono danni, i loro diritti non vengono rispettati, vengono ridotti in schiavitù”.

La proposta di Sagnet arriva dopo la diffusione in Francia di un’inchiesta giornalistica, “Les Récoltes de la honte” (La raccolta della vergogna), del programma “Premieres Lignes”, visibile su youtube. L’inchiesta ha trattato alcuni tra i prodotti più consumati dai francesi, concentrandosi sulla pesca in Guinea, sulle coltivazioni di banana in Ghana, e sulla raccolta di pomodori, angurie e broccoli in Puglia.

6 multinazionali coinvolte nello schiavismo e nello sfruttamento del lavoro minorile

  di Marta Albè *

Lo schiavismo è purtroppo una realtà ancora presente, nei Paesi in via di sviluppo e non solo, come pratica abitudinaria da parte di numerose multinazionali al fine di ottenere il massimo guadagno e rendimento produttivo, a costo zero per i loro bilanci economici, ma a costo della vita per centinaia di adulti e bambini in tutto il mondo, costretti a lavorare in condizioni disumane per soddisfare ogni bisogno consumistico dei Paesi industrializzati.

Spesso anche noi ci ritroviamo ad essere complici, a nostra insaputa o per carenza di informazione, di una realtà che dovrebbe essere scomparsa da decenni, ma che continua a persistere e a condannare coloro che ne cadono vittima giorno dopo giorno, senza sosta. Lo schiavismo non è purtroppo assente nemmeno nel nostro Paese,

ESISTE UN'ALTRA ITALIA

Facciamo girare queste parole. Perchè sono le parole che mancavano. Quelle che in molti pensavano ma non hanno avuto la possibilità, la forza o il coraggio di urlare. Le ha scritte un giovane sindaco, Domenico Finiguerra, ai cittadini di Cassinetta di Lugagnano, ma sono rivolte a tutti. O almeno a tutti quelli che vorrebbero davvero un'altra Italia.

QUANDO LO STATO RUBA AGLI STRANIERI

Lo sapevate che i contributi versati dagli stranieri vengono rubati dallo Stato italiano?Nel corso delle manifestazioni che si sono svolte  il primo marzo, un gruppo di immigrati ha manifestato sotto la sede dell'Inps, chiedendo che vengano restituiti ai lavoratori stranieri che decidono di tornare in patria i contributi versati per gli anni lavorati in Italia.

1 MARZO SCIOPERO DEGLI STRANIERI

Adesione della Rete dei Cittadini al Primo marzo 2010 Sciopero degli Stranieri febbraio 28th, 2010 Comunicato stampa. Roma, domenica 28 febbraio. La lista civica RETE DEI CITTADINI aderisce ufficialmente al “Primo Marzo 2010 Sciopero degli Stranieri”.

IL LEONE DEL DESERTO

Finte censure all`italiana, ministri che negano, neofascisti offesi, giochi di politica internazionale. Un regista maledetto che salta in aria ad Amman durante un pranzo di nozze, in un attentato di Al Qaeda. Accuse di vilipendio delle forze armate, difese su disguidi burocratici. Migranti sbarcati a Lampedusa che diventano merce di scambio per i danni denunciati da una pellicola hollywodiana finanziata coi soldi del petrolio. Non è un film assurdo e appassionante. E` solo parte di ciò che ha seguito l`ultimo ciak del film Il leone del deserto.