
di Antonella Gangemi , Mario Centorrino
( da sbilanciamoci.info )
Tra il 2001 ed il 2011 i lavoratori domestici sono triplicati passando da quota 270 mila ad oltre 881 mila. In aumento anche la percentuale di italiani C’è un aspetto, nelle dinamiche sociali, piuttosto trascurato dalle analisi. Il progressivo sostituirsi di una assistenza, all’interno della famiglia, non più finalizzata solo alla cura della casa ma ora anche e soprattutto alla cura socio-sanitaria dei membri anziani e malati della famiglia stessa. In sostanza, un welfare “fai da te” in assenza di soddisfacenti prestazioni statali o del terzo settore.
Lo confermano i dati: tra il 2001 ed il 2011 i lavoratori domestici (donne nell’82,4% dei casi) sono triplicati passando da quota 270 mila ad oltre 881 mila
(1). Il Censis propone una stima più allargata. Il numero effettivo dei collaboratori che, con formule e modalità diverse, prestano la loro attività presso le famiglie è passato da poco più di un milione del 2001 agli attuali 1 milione 655 mila (+53%) con una componente straniera pari al 77,3% del totale. Nel 2011, quasi 2 milioni e 600 mila famiglie (il 10,4% del totale) si sono rivolte al mercato per acquistare servizi di collaborazione, di assistenza ad anziani o altre persone non autosufficienti e di baby sitting