welfare universale

I mille volti dello sciopero sociale

 oggi prove generali di coalizione

 

di  Roberto Ciccarellii *

L’ Ambizione dello scio­pero sociale, orga­niz­zato oggi in ven­ti­cin­que città dai sin­da­cati di base (Cobas, Usb Cub e Adl Cobas), dai cen­tri sociali, dagli stu­denti (Rete della Cono­scenza) e da asso­cia­zioni del lavoro pre­ca­rio o a par­tita Iva è rap­pre­sen­tare tutte le sfu­ma­ture della sotto-occupazione, dei sotto-salari, del lavoro povero, volon­ta­rio e ser­vile esi­stenti in Ita­lia. Secondo i pro­mo­tori, que­sta con­di­zione verrà dra­sti­ca­mente peg­gio­rata dal Jobs Act in discus­sione in par­la­mento, con l’abolizione dell’articolo 18 per i neo-assunti e l’introduzione del «con­tratto a tutele cre­scenti» che sospende i diritti dei lavo­ra­tori per un lungo periodo a discre­zione dell’impresa.
La piat­ta­forma richiede l’abolizione dei 46 con­tratti pre­cari della legge 30; la crea­zione di un sala­rio minimo euro­peo da 10 euro e un red­dito di base uni­ver­sale finan­zia­bile con la fisca­lità gene­rale. Viene auspi­cata la redi­stri­bu­zione dei 1,5 miliardi di cofi­nan­zia­mento euro­peo della fal­li­men­tare «garan­zia gio­vani» ai suoi reali bene­fi­ciari (under 29, lau­reati o inoc­cu­pati) e non alle agen­zie inte­ri­nali o agli enti di for­ma­zione.
 

Resistenze abitative a Berlino

Berlino è certamente la capitale europea delle occupazioni per affermare il diritto all’abitare.

 Come sono nate e come sono cresciute dopo la caduta del Muro ce lo racconta questo articolo. Una storia breve che non può certo dar conto di una realtà straordinaria che attraversa ormai tre decenni e ha una sua caratteristica peculiare proprio nei distinguo tra situazione e situazione. Ogni occupazione, infatti, ha una sua storia da raccontare, una storia di resistenza e di progetti, che la identifica. La grande differenza sta invece nelle diversità di evoluzione del movimento d’occupazione a Ovest e poi a Est. Qui trovate un assaggio e qualche riferimento utile per cominciare ad approfondire la fantastica storia degli Hausbesetzer, gli occupanti di case berlinesi

di Zuleika Munizza *
 
 

Servizi alle famiglie, il nuovo welfare “fai da te”

 di Antonella Gangemi , Mario Centorrino

( da sbilanciamoci.info )


Tra il 2001 ed il 2011 i lavoratori domestici sono triplicati passando da quota 270 mila ad oltre 881 mila. In aumento anche la percentuale di italiani C’è un aspetto, nelle dinamiche sociali, piuttosto trascurato dalle analisi. Il progressivo sostituirsi di una assistenza, all’interno della famiglia, non più finalizzata solo alla cura della casa ma ora anche e soprattutto alla cura socio-sanitaria dei membri anziani e malati della famiglia stessa. In sostanza, un welfare “fai da te” in assenza di soddisfacenti prestazioni statali o del terzo settore.

 

Lo confermano i dati: tra il 2001 ed il 2011 i lavoratori domestici (donne nell’82,4% dei casi) sono triplicati passando da quota 270 mila ad oltre 881 mila

(1). Il Censis propone una stima più allargata. Il numero effettivo dei collaboratori che, con formule e modalità diverse, prestano la loro attività presso le famiglie è passato da poco più di un milione del 2001 agli attuali 1 milione 655 mila (+53%) con una componente straniera pari al 77,3% del totale. Nel 2011, quasi 2 milioni e 600 mila famiglie (il 10,4% del totale) si sono rivolte al mercato per acquistare servizi di collaborazione, di assistenza ad anziani o altre persone non autosufficienti e di baby sitting

Allattamento e università? A Berlino si possono conciliare

 di Anna Stopazzolo *

 

Mentre in Germania, la maternità è tutelata all’Università tramite aiuti speciali, in italia molte ragazze devono abbandonare i banchi per la carriera di mamma.

Riflettiamo un secondo sulla nostra carriera universitaria: quante ragazze in gravidanza o con i passeggini avete visto frequentare i corsi? Personalmente, a Padova, nemmeno una. Ma quando mi sono trovata in Erasmus a Berlino, ero quotidianamente stupita del numero di pancione e bimbi gironzolanti tra i corridoi. Prima di arrivare al tema centrale, vorrei almeno aprire una piccola parentesi sugli uffici che permettono tutto ciò e sono chiamati Uffici per l’Ugualianza di Genere, i quali sono presenti per legge in tutte le università tedesche. I Frauenbeauftragte sono coloro che garantiscono la parità nelle università berlinesi e sono gli unici responsabili per l’attuazione della parità, sviluppando piani per la promozione femminile in vista dell’eliminazione delle disegualianze.

Crisi, anche i tedeschi sfruttano: paghe da fame e abusi nel libro di Wallraff

 Nel panificio della Lidl a sei euro l'ora, ustionato da padelle roventi. Turni da 14 ore a Starbucks. O 15 ore al volante per il corriere Gls. Il giornalista specializzato in inchieste sotto copertura, ospite al festival di Mantova, racconta il lato oscuro del lavoro nella ricca Germania


di Emanuele Salvato *

Visto come stanno andando le cose in Italia dal punto di vista lavorativo, con picchi di disoccupazione (soprattutto giovanile) da far rabbrividire, la voglia di andarsene a cercar migliori condizioni altrove è sempre più forte e diffusa. Ma andare dove? Certo, in Germania. Il paese dove l’economia è solida, l’euro è più forte e detta le condizioni del mercato, i diritti dei lavoratori rispettati, i salari ottimi e l’assistenza sanitaria garantita. Sarà proprio così? Günter Wallraff, l’inventore del giornalismo d’inchiesta sotto copertura, non è d’accordo. Non in tutta la Germania le condizioni dei lavoratori sono idilliache. E la sua tesi l’ha confortata con i fatti. Quelli che lui stesso, travestito da operaio piuttosto che da fattorino o magazziniere, ha vissuto sulla propria pelle.

Lavoro, Cgil: “Oltre 9 milioni di italiani fra disagio e sofferenza”


Oltre cinque milioni di disoccupati, scoraggiati e cassa integrati, e oltre 4 milioni di precari e part time involontari. E' un esercito quello che combatte contro le conseguenze della crisi che emerge dal periodico rapporto di ricerca dell’associazione Bruno Trentin-Isf-Ires. Fulvio Fammoni: "Interventi concreti per lo sviluppo e per un lavoro stabile e di qualità" Oltre cinque milioni di disoccupati, scoraggiati e cassa integrati, e oltre 4 milioni di precari e part time involontari.

E’ un esercito, fatto di oltre 9 milioni di italiani, quello che combatte contro le conseguenze della crisi. Ed è un esercito le cui fila si ingrossano continuamente. Tanto che per la prima volta dall’inizio della crisi sono appunto oltre 9 milioni le persone che vivono nell’area della sofferenza e del disagio occupazionale. Una fotografia del mercato del non-lavoro in Italia che emerge dal periodico rapporto di ricerca dell’associazione Bruno Trentin-Isf-Ires (Cgil) “Gli effetti della crisi sul lavoro in Italia” (disponibile sul sito www.ires.it) che rielabora i dati relativi al primo trimestre dell’anno dai quali emerge che “l’area della sofferenza e quella del disagio occupazionale hanno complessivamente superato, per la prima volta dall’inizio della crisi, i 9 milioni di persone in età da lavoro, per la precisione 9 milioni e 117 mila”.


Paradossale: la Germania blocca il Fiscal Compact

Il paradossale NO alle disastrose politica di austerità dell’Unione Europea arriva da chi non te l’aspetti, cioè dalla Germania.

Il Bundesrat tedesco, la Camera dei Laender cioè, ha bloccato il Fiscal Compact, tramite il voto dell’opposizione rosso-verde, che detiene la maggioranza – dice Elio Lannutti, ex parlamentare –

Le regioni chiedono di ridiscutere il provvedimento voluto da Angela Merkel; in Commissione di mediazione, le due Camere saranno costrette a trovare un accordo. In cambio dell’austerità e del definitivo soffocamento delle politiche economiche imposte dal Fiscal Compact, i Laender vogliono ottenere maggiori fondi fra il 2014 e il 2019″.

FIRENZE 10+10: Sei punti per una possibile alternativa europea

Nuova tassazione, riforma Bce, Tobin tax, transizione ecologica, cancellazione del fiscal compact. Sono i punti individuati dalla Rete europea degli economisti progressisti, lanciata nel meeting di Firenze

Al Forum Firenze 10+10 è stata lanciata la Rete europea degli economisti progressisti (European Progessive Economists Network) in un meeting promosso da Euromemorandum, Economistes Atterrés francesi, Sbilanciamoci! dall'Italia, Another Road for Europe, cui hanno partecipato gruppi di economisti, associazioni e think tank tra i quali Econosphères dal Belgio, Econonuestra dalla Spagna, il Transnational Institute, Critical Political Economy Network, Transform! e molti altri. Ecco il documento elaborato dalla Rete:

Allarme per gravidanze sempre più tardive

 Le italiane tendono a posticipare l'arrivo dei figli e allo stesso tempo si proteggono, utilizzando la contraccezione ormonale, in vista di gravidanze tardive.

Sono questi due degli elementi resi noti nell'ambito del congresso mondiale di endocrinologia ginecologica, presieduto da Andrea Genazzani, in corso a Firenze. Secondo Alessandra Graziottin, direttore del centro di ginecologia dell'ospedale San Raffaele Resnati di Milano, "tutto questo è oggi uno degli elementi alla base dell'aumento di endometriosi, patologia che è figlia di gravidanze tardive. Le donne italiane - ha detto ancora Graziottin - evitano gravidanze oggi ma si proteggono per avere bambini in tarda età".

Noreena Hertz, la teorica del coop-capitalismo

        di Massimo Marino

Alcuni l'hanno soprannominata, per le sue posizioni critiche sulla globalizzazione e sul liberismo, la "Naomi Klein inglese". Bono degli U2 la considera la principale artefice del grande successo della campagna di raccolta fondi contro l'AIDS "Red".

 Noreena Hertz è un caso particolare: dopo anni a stretto contatto con la globalizzazione e le organizzazioni internazionali, ha assunto posizioni di forte critica di questo sistema. Sulla scia del libro di Naomi Klein "No Logo", vicino al movimento new global, anche la Hertz sviluppa la sua accusa all'economia delle multinazionali nel saggio intitolato "La conquista silenziosa: perché le multinazionali minacciano la democrazia".