energia

Comuni rinnovabili 2016

 L’innovazione nei territori per un futuro energetico rinnovabile

Oltre 850mila impianti da fonti rinnovabili distribuiti in tutti i Comuni Italiani. Sono 39 i Comuni “100% rinnovabili”, dove le energie pulite soddisfano tutti i consumi e riducono le bollette di cittadini e imprese Premiati i Comuni di Val di Vizze (BZ) e San Lorenzo Bellizzi (CS)E cinque parchi per la spinta alle rinnovabili nei territori. Legambiente: “I successi dei Comuni rinnovabili dimostrano che l’obiettivo 50% da rinnovabili è possibile. Ma occorre liberare l’autoproduzione e spingere l’innovazione nei progetti e nelle reti”

 

Il mondo dell’energia sta cambiando velocemente, in Europa e nel mondo, con fenomeni nuovi e inaspettati, come la crescita esponenziale dell’energia pulita in paesi come quelli asiatici e del Centro America. In questo contesto, l’Italia è al centro del cambiamento: in 10 anni, infatti, la crescita delle fonti rinnovabili ha portato il contributo rispetto ai consumi dal 15 al 35,5%, grazie a un modello di produzione distribuito nel territorio con oltre 850mila impianti diffusi da Nord a Sud, dalle aree interne alle grandi città. Ciò ha permesso un aumento della produzione pulita di 57,1 TWh, mentre il numero di Comuni in cui è installato almeno un impianto da fonti rinnovabili è passato da 356 a 8047. In 2.660 Comuni l’energia elettrica pulita prodotta supera quella consumata. Ma sono 39 i migliori Comuni d’Italia individuati da Legambiente, dove il mix di impianti diversi permette di raggiungere il 100% di energia da fonte rinnovabile sia per gli usi termici che per quelli elettrici grazie a soluzioni sempre più innovative e integrate, con smart grid, mobilità elettrica, accumulo e con l’incredibile risultato di avere bollette meno care per imprese e famiglie...

da      www.legambiente.it        Continua

 

Il nucleare inglese sprofonda Edf nella crisi

Tedeschi e svizzeri chiedono la chiusura delle centrali nucleari più vecchie

Greenpeace France: «Bisogna aspettare un grosso incidente o che Edf faccia fallimento?»


Le dimissioni del direttore finanziario di Edf, Thomas Piquemal, in disaccordo con il presidente Jean-Bernard Lévy sulla costruzione di due reattori nucleari in Inghilterra, sprofonda il gigante nucleare francese in una crisi ancora più nera di quanto facessero pensare le denunce delle associazioni ambientaliste francesi e i conti in rosso.


Referendum Trivelle, smascherate le vergognose bugie dei tg

TABELLA. Uno studio del Parlamento europeo ha pubblicato una tabella con alcuni degli incidenti più noti al grande pubblico sul trasporto di greggio in Europa da e verso una piattaforma. Questa è la prova che il Tg2 ha mentito.

La disinformazione è al lavoro. Il Tg2 ha rotto il silenzio della stampa italiana sul referendum anti trivelle del prossimo 17 aprile, ma lo ha fatto in modo vergognoso! Durante l'edizione delle ore 13:00 dell'edizione del 15 marzo il Tg2 trasmette un servizio che si conclude così: "La trivellazione è considerata un'attività sicura. Sulle piattaforme marine italiane non è mai avvenuto alcun incidente". FALSO!! Il centro studi del Parlamento europeo ha realizzato un'indagine in cui si analizzano tutte le conseguenze delle trivellazioni in mare in Europa.

Energie rinnovabili: chi ne sminuisce la crescita?

 di Mario Agostinelli  *

L’Agenzia internazionale per l’energia (Iea) è stata creata nel 1974 da parte dei Paesi che avevano appena vissuto la crisi petrolifera per raccogliere e condividere informazioni su energia, modelli e tendenze future e contribuire a mitigare gli impatti negativi (o evitare) crisi energetiche successive. Da allora, la Iea è diventata una fonte ampiamente rispettata di dati energetici e analisi di scenari futuri. Il suo annuale World Energy Outlook (Weo) è considerato il “gold standard” nelle previsioni di energia: ha una copertura mediatica enorme ed è come una bibbia per i governi di tutto il mondo. Stupisce allora che quasi dormisse quando si diffondevano inaspettatamente sul pianeta l’eolico e il solare.
 

IEA: proiezioni sottostimate rinnovabili vs. realtà
 

Chi perde e chi vince col decreto pro-inceneritori

( Rosy Battaglia su Wired.it – 9 settembre 2015 )

Il 24 settembre la conferenza Stato-Regioni esaminerà i decreti per la realizzazione di 12 nuovi inceneritori. Il governo spinge queste tecnologie come misure di green economy, dimenticandosi che bruciare rifiuti dovrebbe essere solo l’estrema ratio.
 
In principio furono “Misure urgenti per la realizzazione su scala nazionale di un sistema adeguato e integrato di gestione dei rifiuti urbani e per conseguire gli obiettivi di raccolta differenziata e di riciclaggio-(…) per la gestione e per la tracciabilità dei rifiuti nonché per il recupero dei beni in polietilene”.  Sono le norme contenute nell’articolo 35 del famigerato decreto Sblocca Italia D.L. 133/2014, approvato dal governo Renzi il 12 settembre 2014, convertito in legge l’11 novembre scorso e riprese nel decreto attuativo del 29 luglio 2015. In pratica, nel documento che il Ministro dell’Ambiente Galletti sottoporrà alla Conferenza Stato-Regioni,  rinviata al 24 settembre prossimo (e forse anche più in là ndr ) c’è il piano di costruzione di 12 nuovi inceneritori, oltre i 42 già esistenti funzionanti e i sei autorizzati ma non esercizio, che bruciano quasi sette milioni di tonnellate di rifiuti urbani e speciali ogni anno.
 

Fonti fossili: 10 milioni di dollari di sussidi al minuto. Lo studio shock del FMI

di Francesca Mancuso *

Le sovvenzioni a favore delle fonti fossili nel 2015 sono state superiori alla spesa sanitaria totale di tutti i governi del mondo. Una cifra scioccante, pari a 5,3 trilioni di dollari pari al 6,5 per cento del PIL mondiale. Due anni fa, nel 2013 erano 4,9 trilioni. Si parla di 10 milioni di dollari di sussidi al minuto.
Un bel salto in avanti. Tutto questo accade mentre si parla di trovare soluzioni per salvare il clima e mentre si attende la conferenza delle Nazioni Unite di Parigi, alla fine di quest'anno.

A rivelare le amare cifre è stato uno studio del Fondo Monetario Internazionale, dal titolo “How Large Are Global Energy Subsidies?”, secondo cui a favore di petrolio e carbone si spende più denaro di quello destinato alla salute.
La vasta somma è in gran parte dovuta a chi inquina non pagando le imposte ai governi, legate alla combustione di carbone, petrolio e gas. Questi includono il danno causato alle popolazioni locali per l'inquinamento atmosferico, nonché alle persone colpite da eventi estremi come inondazioni, siccità e tempeste, strettamente legate ai cambiamenti climatici. Per approfondire: Tsunami e terremoti, colpa della deforestazione. I disastri in una mappa. Sono soprattutto gli Usa a sovvenzionare le più grandi aziende di combustibili fossili del mondo. Secondo Nicholas Stern, economista della London School of Economics “questa analisi è molto importante e frantuma il mito che i combustibili fossili siano a buon mercato, mostrando quanto siano enormi i loro costi reali. Non vi è alcuna giustificazione per questi enormi sussidi a favore dei combustibili fossili, che distorcono i mercati e danneggiano le economie, soprattutto nei paesi più poveri”…
da   greenme.it     leggi
   

Energia: quanto consumiamo per scaldare le nostre case?


di Eleonora Bianchini  ( da www.aldenasite.com ) *

Tutti conosciamo l'importanza di isolare la nostra casa per ridurre gli sprechi e risparmiare denaro. Ma quanta energia consumiamo per il riscaldamento delle nostre abitazioni? Rendere efficiente la nostra casa conviene sia all'ambiente che al nostro portafoglio.
Proviamo a considerare alcune cifre, come ci suggerisce Aldeansite (Aldena Serramenti). Uno stabile risalente agli anni Ottanta, molto comune in Italia e quasi sempre caratterizzato da una bassa efficienza, richiede tra i 150 e i 250 kWh/mq per anno. Assumendo un valore di esempio di 180 kWh/mq ed un appartamento da 140 mq questo dato si traduce in un consumo totale di energia pari a 25.200 kWh all'anno: un valore elevatissimo.

Calo del petrolio, solo una parentesi

di Mario Agostinelli *

 Per chi cala la benzina/La discesa dei prezzi del combustibile è transitoria. Per la Iea entro il 2040 le energie rinnovabili diventeranno la prima fonte di energia al mondo.

 
La caduta del prezzo del greggio e il contemporaneo rifiuto degli arabi dell'OPEC di ridurne l'offerta, incide certamente sulla competizione nel mercato del petrolio, del gas e del carbone, ma probabilmente meno sul futuro energetico in Europa e nel mondo, più che mai conteso tra affermazione delle rinnovabili e ripresa del nucleare.
 

Germania: Le rinnovabili mettono la freccia

Bruno Casula *

Carbone e lignite hanno ancora un ruolo centrale ma nel mix elettrico tedesco la prima fonte sono diventate le energie rinnovabili, arrivate quasi al 26 per cento della produzione elettrica lorda. Calano anche le emissioni
 
Anche la Germania, ovvero la principale economia europea, si avvia decisa verso la transizione energetica. Secondo i dati dell’industria elettrica tedesca, Bdew, le energie rinnovabili sono infatti diventate la prima fonte di generazione elettrica del paese, arrivando a coprire il 25,8% del mix elettrico. La generazione da lignite, carbon fossile altamente inquinante, che rappresenta la seconda fonte, ha registrato invece un calo del 3% e quella da carbone, le terza, quasi del 10%. Va comunque sottolineato che la lignite è ancora al 25,6 per cento e che se la si sommasse al 18 per cento del carbone non si potrebbe neppure azzardare il confronto.
Tuttavia è indubbio che le fonti più inquinantiinizino a perdere terreno, come confermato anche dalle emissioni di gas serra che nel 2014, dopo tre anni di aumento, sono calate di circa il 5%, riportando la Germania ai livelli del 2009.
 

Renzi e il sogno d’Africa

di Elena Gerebizza*

Mentre sulle coste del Salento cresce l’onda popolare contro la TAP, il gasdotto che dovrebbe trasportare gas azero verso le coste pugliesi dipinto dalla Commissione europea e da vari governi italiani come “l’alternativa alla Russia”, l’esecutivo guidato da Matteo Renzi sembra inseguire un sogno diverso. Il vecchio sogno africano. Lo fa a seguito dell’Eni, partner storico dei Russi, e abile negoziatore con i dittatori o pseudo tali più incalliti. Libia, Russia, Kazakistan, Turkmenistan, Algeria, Nigeria, Repubblica del Congo, Angola sono solo alcuni dei paesi in cui la compagnia del Cane a Sei Zampe è presente.