Meno guerre ma più morti

  I morti causati dalle guerre nel mondo è cresciuto del 60% negli ultimi due anni. Le vittime hanno toccato quota 180mila nel 2014, mentre nel 2012 erano state 110mila. Diminuisce il numero di conflitti ma i combattimenti sono più violenti, più “intensi”,  perché avvengono spesso in aree urbane.

 

( di Ennio Remondino da Remocontro.it - 9 giugno 2015 )

 
I dati sono dell’International Institute for Strategic Studies, l’Iiss, e diffusi da AsiaNews. I numeri dicono molto ma non spiegano tutto: ed esempio il fatto che le morti causate dalle guerre nelle mondo è cresciuto del 60% negli ultimi due anni mentre diminuisce il numero dei conflitti. 180mila vittime nel 2014, mentre nel 2012 erano state 110mila: quel pesante 60% in più. Dato rovesciato il numero delle guerre, dalle 63 del 2008 alle 42 dell’anno scorso. Meno conflitti ma combattimenti che risultano più violenti, cruenti, che avvengono spesso in aree urbane provocando molte vittime civili.
 

Autostrade, Bankitalia: “In 20 anni ricavi raddoppiati, ma investimenti al palo”

Il Servizio di struttura economica di via Nazionale ha calcolato che le concessionarie hanno visto i proventi salire dai 2,5 miliardi di euro nel 1993 agli oltre 6,5 miliardi nel 2012 grazie ad aumenti delle tariffe. Che non si sono però tradotti in interventi per migliorare la rete. E' la diretta conseguenza dei rinnovi senza gara e per tempi troppo lunghi

 

( da ilfattoquotidiano 11 giugno 2015 )

L’Italia è il Paese di Bengodi per le concessionarie autostradali. A dimostrarlo, numeri alla mano, nel corso di un’audizione in commissione Ambiente alla Camera è il capo del Servizio di struttura economica della Banca d’Italia, Paolo Sestito: “Negli ultimi venti anni – ha detto – i ricavi delle concessionarie sono più che raddoppiati, passando da 2,5 miliardi di euro nel 1993 a oltre 6,5 miliardi nel 2012.

Messico, domenica il voto: ucciso il 5° candidato in 4 mesi. 20 i politici trucidati

  Le elezioni di midterm chiameranno 83 milioni di messicani a scegliere deputati, sindaci e i governatori di 9 stati. L'ultima vittima è Miguel Ángel Luna Munguía, freddato martedì mentre si trovava nel suo ufficio a Valle de Chalco. Secondo l’International Institute for Strategic Studies di Londra, il Messico è il 3° paese con più morti in un conflitto armato dopo Siria ed Iraq

 


Martedì scorso Miguel Ángel Luna Munguía si trovava nel suo ufficio a Valle de Chalco, nel centro del Messico, quando un commando armato ha fatto irruzione e gli ha sparato a bruciapelo. Il politico stava preparando la chiusura della sua campagna elettorale per le consultazioni di domenica, che chiameranno 83 milioni di messicani a scegliere deputati, sindaci e i governatori di nove stati. “L’attentato è un episodio isolato”, ha affermato il governatore dello Stato del Messico, Eruviel Ávila Villegas. In realtà, da febbraio ad oggi sono stati uccisi 20 politici, 5 di loro erano candidati alle elezioni.
 

ECOLETTERA 63 del Gruppo Cinque Terre

costruire la transizione: un nuovo ecologismo - democrazia - giustizia - nuovi lavori  
     

 

editoriale 1: Spese militari crescono nonostante gli annunci: 13 miliardi in armi in 3 anni
 
Il Documento programmatico pluriennale della Difesa per il 2015-2017 smentisce gli annunci di riduzione di spesa. Quest'anno le forze armate - carabinieri esclusi - ci costeranno 17 miliardi, di cui 4,7 per acquisto di materiale bellico, aerei e navi da guerra, carri armati, missili e fucili: la stessa cifra spesa nel 2014. Per rinnovare l’arsenale bellico nazionale, il governo Renzi programma di spendere almeno 13 miliardi in tre anni, una cifra enorme che consentirebbe la restituzione integrale delle pensioni illegalmente decurtate da Monti. Nessun taglio agli F35. ( Enrico Piovesana su ilfattoquotidiano.it )

 

 

editoriale 2 : Fonti fossili: 10 milioni di dollari di sussidi al minuto. Lo studio shock del FMI

 

 
Le sovvenzioni a favore delle fonti fossili nel 2015 sono state superiori alla spesa sanitaria totale di tutti i governi del mondo. Una cifra scioccante, pari a 5,3 trilioni di dollari pari al 6,5 per cento del PIL mondiale. Due anni fa, nel 2013 erano 4,9 trilioni. Si parla di 10 milioni di dollari di sussidi al minuto. Tutto questo accade mentre si parla di trovare soluzioni per salvare il clima e mentre si attende la conferenza delle Nazioni Unite di Parigi, alla fine di quest'anno. A rivelare le amare cifre è stato uno studio del Fondo Monetario Internazionale, dal titolo “How Large Are Global Energy Subsidies?”, secondo cui a favore di petrolio e carbone si spende più denaro di quello destinato alla salute. La vasta somma è in gran parte dovuta a chi inquina non pagando le imposte ai governi, legate alla combustione di carbone, petrolio e gas. Secondo Nicholas Stern, economista della London School of Economics “questa analisi è molto importante e frantuma il mito che i combustibili fossili siano a buon mercato, mostrando quanto siano enormi i loro costi reali..” ( Francesca Mancuso da   greenme.it )   leggi
 

editoriale 3: Dalla Spagna all’ Italia ? : nuova musica vuole nuovi suonatori
 

 

Domenica 24 maggio si sono svolte le elezioni amministrative in Spagna, sia per le Comunità autonome ( tutte le regioni ad eccezione dell’Andalusia dove le elezioni si sono svolte il 22 marzo, della Catalogna che voterà il 27 settembre, dei Paesi Baschi e la Galizia che voteranno nel 2016 ), sia in centinaia di comuni fra i quali tutti quelli principali. Il movimento di Podemos ha guadagnato molti seggi a scapito dei partiti tradizionali come il Partito popolare e soprattutto il Partito socialista. Anche Ciudadamos, nuovo movimento anticasta ma di stampo moderato, ha avuto un discreto risultato. Hanno vinto insomma i nuovi suonatori che suonavano una nuova musica invece delle note stonate del vecchio bipolarismo di PP e PSOE. ( di Massimo Marino) leggi
 

Possiamo sfidarli?

di Caterina Amicucci *
 
La stampa italiana ha proclamato in maniera unanime ed errata la vittoria di Podemos alle elezioni amministrative spagnole. Basta dare uno sguardo ai dati elettorali per capire che la notizia è semplificata al punto da essere falsa. Il Partito Popolare pur avendo perso due milioni e mezzo di voti si conferma il partito più votato, seguito a brevissima distanza dal partito socialista. Podemos si attesta, salvo poche eccezioni, come terzo o quarto partito a seconda delle regioni e delle città. Lo stesso Pablo Iglesias ha commentato domenica a urne chiuse che “la dissoluzione dei partiti tradizionali e la fine del bipartitismo si sta dimostrando un processo più lento di quello che speravamo”.
 

Dalla Spagna all’ Italia ? : nuova musica vuole nuovi suonatori

di Massimo Marino

 
Domenica 24 maggio si sono svolte le elezioni amministrative in Spagna, sia per le Comunità autonome ( tutte le regioni ad eccezione dell’Andalusia dove le elezioni si sono svolte il 22 marzo, della Catalogna che voterà il 27 settembre, dei Paesi Baschi e la Galizia che voteranno nel 2016 ), sia in centinaia di comuni fra i quali tutti quelli principali. Il movimento di Podemos ha guadagnato molti seggi a scapito dei partiti tradizionali come il Partito popolare e soprattutto il Partito socialista. Anche Ciudadamos, nuovo movimento anticasta ma di stampo moderato, ha avuto un discreto risultato. Hanno vinto insomma i nuovi suonatori che suonavano una nuova musica invece delle note stonate del vecchio bipolarismo di PP e PSOE.
 

Fonti fossili: 10 milioni di dollari di sussidi al minuto. Lo studio shock del FMI

di Francesca Mancuso *

Le sovvenzioni a favore delle fonti fossili nel 2015 sono state superiori alla spesa sanitaria totale di tutti i governi del mondo. Una cifra scioccante, pari a 5,3 trilioni di dollari pari al 6,5 per cento del PIL mondiale. Due anni fa, nel 2013 erano 4,9 trilioni. Si parla di 10 milioni di dollari di sussidi al minuto.
Un bel salto in avanti. Tutto questo accade mentre si parla di trovare soluzioni per salvare il clima e mentre si attende la conferenza delle Nazioni Unite di Parigi, alla fine di quest'anno.

A rivelare le amare cifre è stato uno studio del Fondo Monetario Internazionale, dal titolo “How Large Are Global Energy Subsidies?”, secondo cui a favore di petrolio e carbone si spende più denaro di quello destinato alla salute.
La vasta somma è in gran parte dovuta a chi inquina non pagando le imposte ai governi, legate alla combustione di carbone, petrolio e gas. Questi includono il danno causato alle popolazioni locali per l'inquinamento atmosferico, nonché alle persone colpite da eventi estremi come inondazioni, siccità e tempeste, strettamente legate ai cambiamenti climatici. Per approfondire: Tsunami e terremoti, colpa della deforestazione. I disastri in una mappa. Sono soprattutto gli Usa a sovvenzionare le più grandi aziende di combustibili fossili del mondo. Secondo Nicholas Stern, economista della London School of Economics “questa analisi è molto importante e frantuma il mito che i combustibili fossili siano a buon mercato, mostrando quanto siano enormi i loro costi reali. Non vi è alcuna giustificazione per questi enormi sussidi a favore dei combustibili fossili, che distorcono i mercati e danneggiano le economie, soprattutto nei paesi più poveri”…
da   greenme.it     leggi
   

Spese militari crescono nonostante gli annunci: 13 miliardi in armi in 3 anni

Il Documento programmatico pluriuennale della Difesa per il 2015-2017 smentisce gli annunci di riduzione. Quest'anno le forze armate - carabinieri esclusi - ci costeranno 17 miliardi, di cui 4,7 per acquisto di materiale bellico. E a quest'ultima voce l'importo per il prossimo triennio basterebbe a coprire il buco delle pensioni. Nessun taglio agli F35


Contrariamente agli annunci della Difesa, la spesa militare italiana non accenna a diminuire, in particolare quella per l’acquisto di nuovi armamenti. Da un approfondito esame delle cifre contenute nel nuovo Documento programmatico pluriennale della Difesa (Dpp 2015-2017), di cui il fattoquotidiano.it ha ottenuto una copia in anteprima - dove diverse pagine sono dedicate a lamentare i tagli di budget – risulta che le forze armate italiane – Carabinieri esclusi – ci costeranno anche quest’anno 17 miliardi di euro, di cui ben 4,7 miliardi per l’acquisto di aerei e navi da guerra, carri armati, missili e fucili: la stessa cifra spesa nel 2014. Per rinnovare l’arsenale bellico nazionale, il governo Renzi programma di spendere almeno 13 miliardi in tre anni, una cifra enorme che consentirebbe la restituzione integrale delle pensioni illegalmente decurtate da Monti.
 

Renzi: siamo al voto di scambio

di  Aldo Giannuli

Credo che non ci siano parole per definire e commentare quello che ha fatto il Presidente del Consiglio andando da Gilletti ad annunciare un “bonus” di 500 euro per i pensionati che hanno subito trattenute illegittime. O meglio, una parola c’è: voto di scambio. Probabilmente eccessiva da un punto di vista strettamente giuridico, ma politicamente è perfetto, anzi pecca per difetto.
 
Ragioniamoci su: tre anni fa una legge, che non stiamo qui a commentare, decise un taglio sulle pensioni superiori ad una certa somma e su quella base il governo emanò un decreto attuativo. Uno degli interessati ricorse per via giurisdizionale, sollevando eccezione di costituzionalità. La Corte Costituzionale, relatrice Silvana Sciarra (che mi vanto di aver sostenuto a novembre, permettetemi di rivendicarlo) ha deciso che il ricorrente ha ragione ed ha fatto decadere il decreto connesso alla legge. In presenza di una declaratoria di incostituzionalità, la norma decade, tam quam non esset e cessa di dispiegare ogni effetto, dunque, per i più elementari principi costituzionali, ora il governo è tenuto a restituire per intero la trattenuta illecitamente operata e ci sarebbe da discutere sugli interessi maturati.
 

Elezioni GB: Gli inganni del "Britannicum"

Carlo Clericetti *

Il sistema elettorale inglese è persino peggiore dell'Italicum: puoi prendere più seggi con 180.000 voti che con 4 milioni.

Il cosiddetto "Italicum" come sistema elettorale non mi piace affatto (anche se non è tanto quello ad essere più criticabile, quanto l'insieme del sistema istituzionale che uscirà da queste riforme). Personalmente sono da sempre un proporzionalista e il meno peggio mi è sempre sembrato il sistema tedesco. Ciò detto, di fronte al "Britannicum", cioè il sistema inglese, l'Italicum è un modello di democrazia. Basta guardare l'esito delle elezioni di ieri per convincersene.
 
I giornali italiani, come sembrerebbe ovvio fare, accanto ai seggi conquistati da ciascun partito aggiungono la percentuale di voti ottenuti a livello nazionale. Provate a cercare questo dato sui siti dei media inglesi.  Il Times, ilGuardian, il Telegraph, per citare alcuni dei più autorevoli, non lo mettono, o magari sarà da qualche parte ma di certo non dove è facile trovarlo. Il dato c'è, invece, sia sul Financial Times che sul sito della Bbc, e quest'ultimo riporta anche il numero assoluto di voti ottenuti. Ed è proprio questo dato che è particolarmente istruttivo.