ECOLETTERA 66 del Gruppo Cinque Terre

è uscita

ECOLETTERA 66 dell' 1 settembre 2015


La foto del giorno: Manifestazione a Seattle contro le trivelle della Shell in arrivo dopo il Via libera dell'amministrazione Obama per trivellare nell'Artico al largo delle coste dell'Alaska, una delle aree più incontaminate del pianeta. Shell aveva ottenuto le licenze nel 2008, con George W. Bush alla presidenza.

 

I soldi degli altri

Era solo un anno fa: Renzi inaugurando la Brebemi sottolineava come essa fosse “un’opera di eccellenza realizzata nei tempi previsti, che tiene conto dell’impatto ambientale, delle richieste territorio e fatta con soldi privati”.

Già allora, il primo ministro si era dimenticato di Pierluca Locatelli, l’imprenditore di Grumello al Piano rinviato a processo per traffico illecito di rifiuti nocivi. Non vedeva i chilometri di asfalto che per sempre hanno tagliato e rovinato la pianura, cambiato l’assetto delle comunità, modificato le geometrie dei territori. «L’unico scopo al quale fino a questo momento è servita la BreBeMi è stato per interrare rifiuti.
 

Barack vince a sinistra e a destra

Obamacare. Sì della Corte suprema alla riforma sanitaria. E via libera del Congresso sul Tpp

(Luca Celada da il manifesto )
 
In una delle deci­sioni più attese dell’anno la corte suprema degli Stati uniti ha dichia­rato legale le sov­ven­zioni fede­rali alla sanità pub­blica e sal­vato la riforma sani­ta­ria imple­men­tata cin­que anni fa da Barack Obama.
 
Con un voto di 6 a 3 i giu­dici hanno rite­nuto legali i fondi fede­rali elar­giti ai sin­goli stati per sov­ven­zio­nare l’acquisto di assi­cu­ra­zioni medi­che da parte di fami­glie disa­giate. Il pro­gramma era stato denun­ciato come un’ingerenza inde­bita di Washing­ton nelle ammi­ni­stra­zioni dei sin­goli stati e pur di boi­cot­tarlo molti gover­na­tori repub­bli­cani di stati con­ser­va­tori hanno rifiu­tato i fondi offerti dal governo.
 

Sblocca Italia, nel decreto del governo 12 nuovi inceneritori in 10 regioni

Si aggiungono ai 42 già in funzione e ai sei già autorizzati ma in via di costruzione. Il testo inviato ai governatori in bozza svela le intenzioni dell’esecutivo dal Piemonte alla Sicilia: verranno bruciate 2,5 milioni di tonnellate di spazzatura in più, +37% rispetto a oggi. Il ministro Galletti ha convocato una riunione tecnica per il 9 settembre: "Bisogna fare presto"

 

Marco Palombi *

 Forse qualcuno ha dimenticato il decreto Sblocca Italia, ma il governo no. E infatti il 29 luglio è arrivata alle Regioni la bozza di decreto legislativo che attua una delle previsioni del testo divenuto legge a novembre scorso: quella sugli inceneritori, cioè quegli impianti che bruciano immondizia e producono (a carissimo prezzo) energia. Il testo – che il Fatto Quotidiano ha letto – prevede l’autorizzazione di 12 nuovi inceneritori in dieci regioni: due in Toscana e Sicilia, uno a testa in Piemonte, Liguria, Veneto, Umbria, Marche, Campania, Abruzzo, e Puglia. Impianti che vanno ad aggiungersi ai 42 già in funzione e ai sei già autorizzati ma ancora in via di costruzione.
 

 

 

Il vento anti-Ue di Jeremy Corbyn tra i Labour inglesi

Pacifista e filo-palestinese, Corbyn si è candidato alle primarie per la leadership del partito come “portabandiera” della sua corrente
 
 
  Guardando quello che sta accadendo in Europa, si può convenire che la crisi, nata dalle viscere del sistema finanziario, sta modificando in profondità anche il quadro politico di alcuni Paesi. Lo testimonia la forza di movimenti e forze politiche, sia a destra che a sinistra, che mettono in discussione l’attuale governance comunitaria, ma anche le contraddizioni che attraversano i partiti cosiddetti “tradizionali”. A cominciare da quelli socialisti e socialdemocratici, nient’affatto monolitici al proprio interno, né tutti acriticamente allineati all’interno del Partito socialista europeo nella difesa del fortino a guida tedesca.
 

LETTERA ENCICLICA LAUDATO SI’



SANTO PADRE FRANCESCO SULLA CURA DELLA CASA COMUNE
 
 

INDICE
Laudato si’, mi’ Signore [1-2] . . . . . . 3
Niente di questo mondo ci risulta indifferente [3-6] 4
Uniti da una stessa preoccupazione [7-9] . . . .7
San Francesco d’Assisi [10-12] . . . . . . . 9
Il mio appello [13-16] . . . . . . . . . . 12

Capitolo primo

QUELLO CHE STA ACCADENDOALLA NOSTRA CASA [17-19]
I. Inquinamento e cambiamenti climatici 18
Inquinamento, rifiuti e cultura dello scarto [20-22] . . . . . . . . . . . .18
Il clima come bene comune [23-26] . . . 20
II. La questione dell’acqua [27-31] . . 24
III. Perdita di biodiversità [32-42] . .27
IV. Deterioramento della qualità della vita umana e degradazione sociale [43-47] . .  .34
V. Inequità planetaria [48-52] . . . . 36
VI. La debolezza delle reazioni [53-59] 42
VII. Diversità di opinioni [60-61] . . .46
 
 

Verso una regressione di settanta anni

 

Syriza chiama la sinistra europea. Non vi è «Grexit» che non conduca all’esclusione della Grecia dall’Unione europea, che porterà alla disintegrazione di quest’ultima

 

( Étienne Balibar *  il manifesto  - 10 luglio  2015 )

Per­ché i Fran­cesi seguono le tappe della «crisi greca» con una tale pas­sione, come se la pro­pria sorte ne dipen­desse? Per­ché è pro­prio così, ne va del loro destino. Ognuno di noi è coin­volto per ragioni per­so­nali, pro­fes­sio­nali ed intellettuali.
Ma la que­stione di fondo è quella poli­tica: è l’attualità della poli­tica, la sua resi­stenza alla gover­nance, la sua capa­cità di ricon­qui­stare il posto che deve occu­pare in una società di per­sone libere.
Ecco cin­que ipo­tesi, che credo siano con­di­vi­si­bili, ma di cui sono l’unico responsabile.
 

Am Gleisdreieck: il parco di Berlino in mezzo ai binari abbandonati della ferrovia

 
Dal 2011 Berlino ha un’altra grandissima area verde: il parco a Gleisdreieck. Si estende per circa 26 ettari nel raccordo triangolare che collega gli storici siti ferroviari delle stazioni merci “Potsdamer” e “Anhalter”. Il suo nome deriva dalla stazione metropolitana di Gleisdreieck, triangolo di binari, che perde la sua originaria forma nel 1912, quando dopo una serie di gravi incidenti viene progettato un nuovo incrocio di scambio.
Il Gleisdreieck è un parco pubblico con impianti ricreativi nell’area ovest di Kreuzberg, al confine con Schöneberg e Tiergarten. Il complesso progetto di riqualificazione dell’area, iniziato nel 2006 vede, come spesso succede a Berlino, la partecipazione attiva dei cittadini impegnati attivamente nella pianificazione del parco, che nasce dalle ceneri di aree infrastrutturali ormai abbandonate. Il vecchio tracciato della linea ferroviaria principale nord-sud divide il parco in 2 aree, l’Ostpark inaugurato a settembre 2011 e il Westpark.
 

 

Sviluppo sostenibile: salvare il pianeta si può o bisogna tornare indietro di qualche secolo?

di Loretta Napoleoni su ilfattoquotidiano – 21 giugno 2015


Anche il Vaticano si è accorto dei cambiamenti climatici ed incoraggia il mondo a ridimensionare il consumo di idrocarburi. Ma se è vero che la desertificazione in Africa costringe intere popolazioni a migrare verso la ricca Europa e la debolezza dei monsoni mette sul lastrico ogni anno milioni di contadini indiani, è anche vero che il surriscaldamento della terra è iniziato con la rivoluzione industriale. Un fenomeno, quest’ultimo, che nel lungo periodo ha prodotto benessere, diminuito la mortalità nei paesi industrializzati e che ha dato vita al modello di sviluppo più popolare, anche se ormai ‘insostenibile’ in termini climatici.
Come conciliare il desiderio di industrializzazione dei 3 miliardi di poveri nel mondo, coloro che il Papa giustamente identifica con le prime vittime del surriscaldamento della terra, con l’applicazione di un modello di industrializzazione che uccide il pianeta? Le alternative sono due: o torniamo ad un modello di vita antecedente alla rivoluzione industriale o ne inventiamo uno nuovo.
 
 

Quello che possiamo fare

 

Gruppo Cinque Terre
documento annuale - giugno 2015
Non è facile riordinare ragionamenti in un contesto così intricato come quello di oggi nel mondo e in Italia indicando una prospettiva che non tenda al pessimismo. Per l’Italia in particolare le prospettive sembrano grigie ma solo dall’analisi brutale della situazione può emergere qualche spiraglio di idee e di proposte per i prossimi anni.
Il documento annuale del Gruppo Cinque Terre tenta una operazione verità e suggerisce scelte difficili ma secondo noi inevitabili.