
Climate change. Il testo finale perde pagine, ai ministri due versioni (sperando che non ce ne sia una terza, ulteriormente ridotta). Il blocco sui finanziamenti e sulla "differenziazione". La manifestazione del 12 dicembre ci sarà
di Anna Maria Merlo *
Le 80 tonnellate degli enormi blocchi di ghiaccio, che gli artisti Olafur Eliasson e Minik Rosing hanno prelevato dalla disintegrazione della Groenlandia e sistemato in un’installazione suggestiva in place du Panthéon, si stanno progressivamente sciogliendo per le temperature miti di questi giorni a Parigi. Al Bourget, anche il testo dell’eventuale accordo della Cop21 sta sciogliendosi, nel senso che dalla prima versione di 55 pagine, messa a punto a Bonn a metà ottobre, si è ormai passati prima a una proposta di 50 pagine e, ieri sera, a un ulteriore compromesso di 32 pagine. La notizia potrebbe essere anche buona — ci sono meno parentesi quadre, cioè in una settimana di trattative si è passati da 140 punti controversi a 75, mentre le «opzioni» si sono anch’esse dimezzate, da un po’ più di 200 a un centinaio. Il disgelo non dovrebbe però essere esagerato: a Copenhagen, alla Cop fallita del 2009, l’ultima versione era di 3 pagine, ridotta all’osso anche a causa di un blitz della presidenza, cioè una versione alternativa redatta in segreto. Questa tentazione esiste anche alla Cop21.