ECOLETTERA 58 del Gruppo Cinque Terre

editoriale: Basta case nuove, ristrutturiamo quelle vecchie
 
Oltre 11 milioni di abitazioni hanno più di 40 anni di età, con consumi energetici elevatissimi.  Ecco un argomento da inserire nella ricerca delle opere utili da promuovere, nel quadro di un nuovo Piano del lavoro (chiamatelo New Deal, se preferite).  L’Italia è uno dei Paesi con la popolazione più anziana del mondo. E anche le nostre case lo dimostrano. I palazzi sparsi lungo la nostra penisola sono vecchi, divorano energia in eccesso e hanno bisogno di continui interventi di manutenzione. Lo aveva detto il rapporto Cresme 2013 sull’edilizia italiana. Ora lo conferma l’ultima indagine dell’Ufficio studi di Immobiliare.it, il portale degli annunci immobiliari online: il 36,6% delle abitazioni italiane, ossia 11,6 milioni di unità immobiliari, ha più di 40 anni di vita, con picchi di oltre il 40% in alcune città come Potenza, Palermo, Napoli e Catanzaro. Solo a Palermo, il Comune di recente ha censito 1.300 edifici instabili, di cui 228 a rischio crollo. Se si considera come anno di riferimento il 1977, momento cruciale per l’edilizia per via dell’entrata in vigore delle prime norme sull’efficienza energetica degli edifici, la percentuale di abitazioni costruite prima di questa data arriva al 58,4%: 18,5 milioni di immobili su tutto il territorio nazionale non sono stati progettati quindi in un’ottica di risparmio energetico. L’età avanzata dell’Italia del mattone la rende quindi, oltre che anziana, anche particolarmente energivora: un immobile che supera i 30 anni di età consuma in un anno, mediamente, dai 180 ai 200 chilowattora ogni metro quadro. Un fabbisogno enorme se si considera che un’abitazione in classe B, standard minimo per le nuove costruzioni, arriva a consumare in media tra i 30 e i 40 chilowattora al metro quadro all’anno. ( da eddyburg.it - fonte: Linkiesta.it ) leggi
 
Italicum: da oggi siamo tutti meno liberi
 

Il quadro planetario è cambiato. Il mondo sta cambiando. Intanto, la nostra Italietta sta a guardare.....

di Sergio Di Cori Modigliani *

Di geo-politica e della nostra situazione strategica come nazione.

Il mondo sta cambiando, ma in Italia si fa finta di niente.
Non ci si può certo lamentare, poi, se si arriva, immancabilmente, in ritardo ai grandi appuntamenti con la Storia.
Lunedì 2 Febbraio arriva in visita ufficiale a Roma il premier greco Alexis Tsipras.
Porta, dentro al suo carniere, una bomba politica.
Al di là della vulgata comune che lo dipinge (a seconda dei casi e degli schieramenti) come uno che "gliele canta" alla Merkel, oppure come uno che si è venduto a Mario Draghi, oppure come un populista che affonderà la Grecia, arriva da noi colui che -in questo momento- è considerato dagli analisti di geo-politica come la personalità politica più importante del mondo in questo momento. 

 

Italicum: da oggi siamo tutti meno liberi

di Massimo Marino

Il Senato ha approvato oggi (184 sì, 66 contrari e 2 astenuti ) con il voto favorevole di PD e Forza Italia ( e la provvisoria appendice di Alfano) la più vergognosa legge truffa che mai nessuno in Europa ha avuto il coraggio di proporre nel dopoguerra.
 
Difficile paragonarla alla legge fascista di Mussolini (la famosa legge Acerbo ) con la quale venne azzerata la democrazia rappresentativa nel voto e che spianò la strada all'avvento del fascismo, che manteneva però alcune garanzie alle opposizioni che sono assenti in questo testo. Con questa legge, praticamente incompresa dal 99% degli italiani, il partito che prende un voto in più del secondo ( non importa se ha preso il 50 o il 25 o il 15% ) ottiene il 55 o 53% dei seggi alla Camera e potrà governare da solo. Se non otterrà ( come coalizione !) il 40% al primo turno, il partito vincente otterrà comunque il 53% al secondo turno nel ballottaggio con la coalizione arrivata seconda. 
 

 

Calo del petrolio, solo una parentesi

di Mario Agostinelli *

 Per chi cala la benzina/La discesa dei prezzi del combustibile è transitoria. Per la Iea entro il 2040 le energie rinnovabili diventeranno la prima fonte di energia al mondo.

 
La caduta del prezzo del greggio e il contemporaneo rifiuto degli arabi dell'OPEC di ridurne l'offerta, incide certamente sulla competizione nel mercato del petrolio, del gas e del carbone, ma probabilmente meno sul futuro energetico in Europa e nel mondo, più che mai conteso tra affermazione delle rinnovabili e ripresa del nucleare.
 

Chi decide in Italia? Chi decide in Europa ?

Seconda parte: Come è organizzato il livello alto

 
Abbiamo visto, come, nella generale decomposizione di tutte le sedi istituzionali di dibattito, mediazione e decisione, si siano progressivamente ridefinite sedi riservate ed efficaci di decisione ai livelli più alti. Vediamo come funziona e perché era inevitabile che accadesse.
 
di Giovanni Chiambretto *
 
1)    Delega e astensionismo
 La maggioranza della popolazione è abituata a partecipare alle decisioni per delega (elezioni) e quando richiesta. Per il resto si sente spettatrice di una rappresentazione mediatica quotidiana in cui viene spinta a tifare per un personaggio o per l’altro. Se lo spettacolo non gli piace, può sempre astenersi (ormai la metà del pubblico) pensando che tanto non cambia niente e che può riservarsi uno spazio personale dove vivere indisturbato astraendosi da cose che non sente proprie. L'astensionismo è' la scelta più benvista dalla Casta.
Ma non è così per tutti. C’è, ad esempio, chi gestisce attività di grande rilievo, chi è ambizioso e non si rassegna alla palude, chi vuole giocare ad ogni costo anche solo per motivi caratteriali. Costoro necessitano di un ambito apposito. Quest’ambito deve avere delle caratteristiche minime indispensabili. Deve essere efficiente (non si può perdere tempo con pericolosi mitomani) per cui deve essere selettivo, nello stesso tempo deve essere aperto a tutti i veri players  (se escludesse non avrebbe né l’autorevolezza, né l’autorità necessaria), deve avere un insieme di regole condivise che permetta di funzionare, deve, al suo interno, essere democratico (cioè privo di forzature o censure e dove ciascuno, singolo, o gruppo, possa esprimersi compiutamente). L’efficacia e la potenzialità sinergica sono proporzionali alla coerenza di queste caratteristiche. Il diffondersi e lo strutturarsi delle Ur Lodges nel mondo, negli ultimi 40 anni, in particolare dopo il crollo del Muro di Berlino, rispondono a questa esigenza.
 

Crociate:L’imminente battaglia dell’Europa

di John Feffer *

Durante la prima Crociata, mentre andavano a combattere  i Musulmani infedeli a Gerusalemme, i pellegrini armati si sono fatti una domanda provocatoria: perché dovremmo  fare un lungo viaggio per uccidere delle persone che conosciamo a malapena quando possiamo massacrare ugualmente degli infedeli più vicino a casa? E così i crociati dell’11° secolo hanno intrapreso uno dei primo pogrom europei contro gli ebrei. Questa furia antisemita nel cuore del continente aveva il vantaggio aggiunto di aiutare a finanziare la prima Crociata, dato che i pellegrini si impossessavano della ricchezza degli ebrei che uccidevano.
 
L’Europa sta assistendo ancora una volta al danno collaterale dei conflitti nel Medio Oriente. Gli estremisti che sono coinvolti in una crociata di tempi moderni in Medio Oriente – o ai quali è stato impedito di  fare il viaggio in Iraq o in Siria – si sono fatti una domanda molto simile a quella dei loro omologhi dell’11° secolo: perché non uccidere gli infedeli “a portata di mano” piuttosto che gli infedeli lontani? La domanda – e la risposta come è stata  messa in scena  la settimana scorsa negli uffici di Charlie Hebdo e in un supermercato kosher a Parigi – è brutta oggi come lo era più di 900 anni fa. In entrambi i casi, i crociati credevano che le loro azioni fossero di importanza storica. Nell’11° secolo, è stato Papa Urbano II che ha emesso la chiamata alle armi che ha trasformato i cristiani sedentari in predoni globali. Oggi sono lo Stato Islamico e al-Qaida che invitano i loro seguaci a uccidere gli empi.
 

Appello: «Cambiate una legge elettorale che riduce gli spazi di democrazia»

di Pietro Adami , Cesare Antetomaso ( Giurisati Democratici )  *

 
  «Nella discus­sione in corso al Senato si annun­cia un peg­gio­ra­mento della pur pes­sima riforma appro­vata dalla Camera».

Caro Sena­tore,
molte ed auto­re­voli cri­ti­che sono state sol­le­vate, nei con­fronti della prima ver­sione dell’Italicum, con­cor­data nel patto del Naza­reno ed appro­vata, senza troppe varianti dalla Camera. In un appello dei giu­ri­sti dello scorso gen­naio è stata segna­lata la pre­oc­cu­pa­zione e lo scon­certo della cul­tura giu­ri­dica demo­cra­tica di fronte ad una riforma elet­to­rale che ripro­duce gli stessi difetti di fondo del sistema elet­to­rale che la Corte Costi­tu­zio­nale ha annul­lato con la sen­tenza n. 1/2014, man­te­nendo un enorme pre­mio di mag­gio­ranza, le liste sostan­zial­mente bloc­cate e rad­dop­piando le soglie di sbar­ra­mento. Con­si­de­riamo di fon­da­men­tale impor­tanza la posi­zione espressa dall’Anpi il 16 gen­naio 2014 con un appello indi­riz­zato a par­titi, par­la­men­tari e cit­ta­dini, che condividiamo.
 

Chi decide in Italia? Chi decide in Europa ?

Prima parte:  Come funziona
 
Una analisi scientifica (ed a puntate) dei veri meccanismi decisionali ora che istituzioni e Parlamenti contano sempre meno.
 
di Giovanni Chiambretto *
 
In quest’Italia confusa ed incomprensibile, forse è giunto il momento di andare a vedere più in alto per capire cosa sta succedendo e forse anche cosa potrebbe succedere. Eravamo rimasti ad osservare esterrefatti il succedersi di crisi extraparlamentari con nomina di Presidenti del Consiglio scelti fuori dagli ambiti a ciò deputati. Al tempo della Costituente la sede deputata alle scelte era l’emiciclo del Parlamento; la sede delle mediazioni, le commissioni parlamentari. Nel corso degli anni, prima inavvertitamente, poi in maniera esplicita, la sede delle decisioni si è spostata nelle segreterie dei partiti e quella delle mediazioni negli incontri fra le correnti. Il parlamento è diventata la sede burocratica di ratifica di quelle decisioni. Un provvedimento andava in Aula quando tutto era già deciso a monte. Oggi si è fatto un passetto in più. Neanche le segreterie dei partiti sono più la sede delle decisioni. Queste avvengono altrove e frequentemente fra personaggi che non sarebbero neanche costituzionalmente titolati ad assumerle.
 
Come è nata la candidatura di Monti? Come quella di Letta o di Renzi? Come è nata la trombatura di Prodi alla Presidenza della Repubblica dove solo la sera prima i gruppi parlamentari si erano espressi unanimemente favorevoli e la mattina dopo mancavano un quarto dei voti necessari? Si potrebbero citare altri casi a dimostrazione di questa stranezza, ma quanto detto basta a confermare che esiste un altro ambito dove ipotesi si confrontano, si stringono alleanze (non solo sul piano istituzionale, ma anche economico e di potere), si aggiustano le mediazioni necessarie. Evidentemente il tutto su di un piano di riservatezza assoluta. La grande stampa tace completamente su questo piano extraistituzionale ed enfatizza il gossip.

Germania: Le rinnovabili mettono la freccia

Bruno Casula *

Carbone e lignite hanno ancora un ruolo centrale ma nel mix elettrico tedesco la prima fonte sono diventate le energie rinnovabili, arrivate quasi al 26 per cento della produzione elettrica lorda. Calano anche le emissioni
 
Anche la Germania, ovvero la principale economia europea, si avvia decisa verso la transizione energetica. Secondo i dati dell’industria elettrica tedesca, Bdew, le energie rinnovabili sono infatti diventate la prima fonte di generazione elettrica del paese, arrivando a coprire il 25,8% del mix elettrico. La generazione da lignite, carbon fossile altamente inquinante, che rappresenta la seconda fonte, ha registrato invece un calo del 3% e quella da carbone, le terza, quasi del 10%. Va comunque sottolineato che la lignite è ancora al 25,6 per cento e che se la si sommasse al 18 per cento del carbone non si potrebbe neppure azzardare il confronto.
Tuttavia è indubbio che le fonti più inquinantiinizino a perdere terreno, come confermato anche dalle emissioni di gas serra che nel 2014, dopo tre anni di aumento, sono calate di circa il 5%, riportando la Germania ai livelli del 2009.
 

Buon inizio d’anno ?

di Giovanni Chiambretto *

Sarà un anno pirotecnico e spettacolare, purtroppo. Vediamo i primi passi di questo 2015.

1)      Parigi. L’attenzione mondiale sull’attentato, la caccia ai terroristi, la Marche Repubblicaine.
Non sapremo mai cosa veramente è successo e perché. Sono tutti morti. Possiamo solo fare delle ipotesi per mettere insieme pezzi che sembrano non combaciare (la carta d’identità, la fuga nei boschi, la trattativa, la soluzione finale). Non ci eserciteremo nell’elaborazione di teorie o spiegazioni che, non disponendo di elementi certi, possono solo portare a spiegazioni insoddisfacenti e contestabili. Ci limiteremo a considerare gli esiti sociali e politici delle giornate di Parigi.
Premesso che la popolarità di Hollande è stimata positivamente dal 13% dell’elettorato francese (ed in tendenziale calo) è evidente che il futuro politico del presidente è ormai concluso ed in caduta libera i consensi al Partito Socialista. La capacità (e la volontà) di questa amministrazione di incidere nelle dinamiche europee, al di là delle parole, è ormai a zero. Il pallino è nelle mani della Merkel  e di Draghi.