Il Paese delle scosse chiude i dipartimenti per formare i geologi: erano 29, ne restano 8

 L'Italia del consumo del suolo e dei terremoti taglia le sedi dove non ci sono almeno 40 docenti, per effetto della riforma Gelmini del 2010 che nel frattempo nessuno ha corretto. In 6 anni chiuse 21 strutture. E ora anche Pisa e Firenze sono a rischio. L'esperto: "Così col tempo perderemo la conoscenza diretta del nostro territorio"


È il dipartimento universitario che forma i geologi, ossia coloro che collaborano alla pianificazione territoriale tramite la valutazione dei rischi naturali, come eruzioni vulcaniche, alluvioni, frane e terremoti. Per non parlare del dissesto idrogeologico. Per non parlare del dissesto idrogeologico la geologia è a rischio estinzione. Le sedi di Scienze della Terra in Italia sono passate da 29 (nel 2010) a 8 (nel 2016), per effetto della riforma Gelmini del 2010 che ha imposto il taglio di tutti i dipartimenti che non raggiungano i 40 docenti. Cioè, nel caso di Scienze della Terra, praticamente tutti.

 

La Turchia invade Rojava, l’Isis si ritira

 La città di frontiera di Jarabulus strappata in poche ore agli islamisti che fuggono senza combattere. Operazione coperta dalle bombe Usa. Incursione pianificata da tempo: 5mila "ribelli" siriani erano già pronti.


Erdogan ha aspettato che il riavvicinamento a Mosca eliminasse la minaccia russa. La guerra del sultano Erdogan a Rojava è iniziata alle 4 di mercoledì notte sotto i vessilli dell’operazione “Scudo dell’Eufrate”. Unità speciali turche sono penetrate in territorio siriano dalla città di frontiera di Karkamis, insieme a 5mila “ribelli” siriani (l’Esercito Libero, i turkmeni della Brigata al-Sultan Murat, i salafiti di Ahrar al-Sham e gruppi laici e islamisti della composita federazione Fronte del Levante, attiva ad Aleppo). In cielo, a proteggere l’invasione di Jarabulus, volavano gli F16 turchi e la coalizione a guida Usa.


Zero educazione alla catastrofe, l’Italia non cambia verso

Prima, durante e dopo. Territori insicuri, approccio sbagliato all’evento sismico. E dopo la tragedia ancora tende, simbolo di arretratezza culturale. Giappone e California su un altro pianeta


di Emanuele Piccardo *


Prevenzione ed educazione sono due parole poco attuate quando si parla di catastrofi ambientali come terremoti e alluvioni, soprattutto in Italia. In queste ore si assiste alla retorica del linguaggio della comunicazione, sia da parte dei giornalisti sia da parte dei politici. I geologi, gli unici esperti in materia, sono la categoria più inascoltata insieme ad architetti, ricercatori e antropologi che hanno trattato il tema della catastrofe negli anni. Le esperienze recenti dell’Aquila e dell’Emilia non hanno insegnato nulla, si continua ad agire nello stesso modo: zero prevenzione, zero educazione alla catastrofe.

 

Italicum, la partita del 4 ottobre

 di Felice Besostri *


Il 4 ottobre 2016 ci sarà la prova che l’Italicum non è altro che una riedizione raffinata ed ipocrita del Porcellum. Una prova incompleta, non per responsabilità della Corte Costituzionale ma dei giudici aditi con una serie di ricorsi analoghi e in molti casi identici, che hanno investito 20 Tribunali italiani – altri 2 sono stati presentati in questi giorni. Tre giudici hanno ritenuto il ricorso inammissibile, due di essi perché depositato prima del 1° luglio 2016, data ritenuta erroneamente di entrata in vigore della nuova legge elettorale. Uno l’ha respinto perché le censure di costituzionalità erano manifestamente infondate, malgrado che un altro Tribunale, quello di Messina l’avesse già rinviato in Corte per 6 motivi e non pronunciandosi sul primo e principale motivo, la violazione dell’articolo 72 comma 4 della Costituzione, per aver approvato la legge ponendo tre voti di fiducia alla camera e non completando l’iter referente in senato «per insufficienza della documentazione». A Messina si è aggiunto Torino con un’ordinanza di rimessione su 2 motivi: l’attribuzione del premio di maggioranza in seguito a ballottaggio tra le due liste più votate al primo turno e la libertà di scelta del capolista eletto in più collegi.

 

Clima, 10 grafici dal NOAA per capire quanto siamo già messi male

Temperature record, ghiacci che si sciolgono, fenomeni meteorologici estremi: il clima sta cambiando molto più in fretta di quel che ci si aspettava, mostra il nuovo "2015 State of the Climate report" del NOAA. Vediamo cosa sta accadendo con l'aiuto di alcuni grafici dal nuovo rapporto della National Oceanic and Atmospheric Administration. Il genere umano sta già affrontando condizioni climatiche che non aveva mai vissuto prima e il cambiamento è in continua accelerazione.

Primarie USA: La convinzione di Sanders

 Sanderistas/Clintonistas. La lotta che continua e il nuovo peso della sinistra.Il candidato "socialista" oltre la convention democratica


di Guido Moltedo *


Bernie Sanders, che è del ’41, ha mangiato pane e politica fin dagli anni Sessanta, prima nei movimenti, poi mettendosi in gioco molte volte come candidato a cariche istituzionali, la prima nel 1972. È un politico di lungo corso che, da socialista e fiero di esserlo, ha conseguito risultati di grande rilievo in un’America allergica al termine stesso «socialista», fino a essere eletto senatore del Vermont. Conservando per tutto il percorso un’integrità etica che tutti gli riconoscono e uno spirito indipendente (fino al 2015 non era neppure membro del Partito democratico) più unico che raro nella politica americana. E mantenendo un costante rapporto con la sua «base» elettorale di sinistra e un’attenzione instancabile verso la classe lavoratrice. Sanders ha sempre saputo tenere insieme e mettere in relazione tra loro idealità, passione e realismo. Bernie, insomma, è movimentismo dentro una solida cultura di governo. Per questo non stupisce, chi l’ha seguito nel corso della sua lunga carriera politica, l’atteggiamento tenuto lunedì nella convention di Filadelfia, quando ha sostenuto la candidatura di Hillary Clinton senza se e senza ma e non come semplice rassegnazione al minore dei mali. Ha citato Hillary quindici volte, dichiarando che «Hillary Clinton deve diventare la prossima presidente degli Stati Uniti». Politico di vecchio stampo, Sanders ha un acuto senso dei rapporti di forza, ha una lucida visione del campo di gioco in cui si svolge la partita del momento, e possiede una considerevole capacità di influenzare gli eventi nel loro svolgersi dinamico. Sa combinare tattica e strategia. Altrimenti come sarebbe potuto arrivare fin dove è arrivato, avendo vissuto un’intera vita politica in minoranza?


Note stonate della revisione costituzionale

Rocco Artifoni e Gian Gabriele Vertova su www.liberainformazione.org -30 giugno 2016

 

Il progetto di revisione costituzionale approvato dal Parlamento e che verrà sottoposto al referendum popolare modifica 47 dei 134 articoli della Costituzione. Gli argomenti oggetto del cambiamento sono anche molto differenti tra loro, il che suscita già non poche perplessità dal punto di vista metodologico. Nel merito ci sono alcuni aspetti – talvolta considerati a torto secondari – che necessitano di qualche approfondimento.

L’inevitabile base materiale per pensare il cambiamento

 Saggi. «Stato e avanguardie cosmopolitiche» di Lea Ypi per Laterza.

Esponente di rilievo della «teoria politica attivista» propone un’analisi innovativa dei conflitti globali

di Stefano Petrucciani *


La filosofia politica contemporanea sembra attraversare una fase di transizione. Dopo il successo di grandi teorie normative come quelle di John Rawls e Jürgen Habermas, che hanno segnato fortemente le discussioni degli ultimi vent’anni, si comincia a diffondere l’insoddisfazione per questi approcci troppo caratterizzati in senso ideale. E si avverte il bisogno di pensare in modo più concreto e realistico il rapporto tra i principi valoriali e le dinamiche effettive. A questa esigenza dà voce, in modo originale e molto articolato, il volume di Lea Ypi Stato e avanguardie cosmopolitiche (Laterza, pp. 326, euro 29). A dire il vero, sembra che l’editore si sia spinto un po’ troppo oltre nell’assecondare la pulsione anti-normativa, infatti il titolo originale dell’opera, uscita presso Oxford University Press, era Global Justice and Avant-garde Political Agency; in quello italiano, invece, il riferimento alla «giustizia globale» non si trova. Si tratta comunque di un lavoro assai interessante, opera matura di una studiosa brillante che, formatasi prima a Roma e poi all’Istituto Europeo di Fiesole, insegna ora teoria politica alla London School of Economics.


La rivoluzione futura e possibile

 di Giovanni Chiambretto *


DALLA RIVOLTA ALLA ALTERNATIVA


Del voto amministrativo quello che non sembrano avere colto opinionisti, istituti di ricerca, sondaggisti vari, è l’elemento di rivolta che si consolida e fa da filo conduttore di tutti gli appuntamenti degli ultimi 4 anni.

- Si conferma che ormai non esiste più una destra od una sinistra che si scontrano, ma che la popolazione è ormai divisa fra chi partecipa del governo a tutti i livelli (statali, parastatali, locali, burocratici, di aiuti pubblici, di posizioni di monopolio od oligopolio) e gode della solidità sociale ed economica conseguente e chi no e quindi paga economicamente, socialmente ed umanamente il privilegio di altri. Singolare che a Roma come a Torino l’unica zona dove ha prevalso il PD è quella ricca o benestante del Centro.

- L’attuale PD di Renzi ed ancora di più il Partito della Nazione progettato non sono altro che l’organica strutturazione di una cooperativa di interessi più o meno forti a mutua tutela ed argine nei confronti di chi è fuori del giro. Quindi si intende una grossa minoranza, spesso coesa ma sempre una minoranza. Ecco perché per il futuro necessitano di una riforma della Costituzione e dell’Italicum: con una elezione proporzionale non avrebbero mai la maggioranza e non disponendo delle leve dello stato si disintegrerebbero in pochi mesi.

 

Marocco, vietata “importazione, esportazione, produzione e uso di sacchetti in plastica”

 Dal 1° luglio entra in vigore l'attesa legge sullo stop ai sacchetti di plastica. Una legge che mette il il Marocco ai primi posti nella lotta ai sacchetti in vista della Marrakech Climate Change Conference (Cop22) di novembre

 

di Luigi Vendola *

 

Dal 1 luglio in Marocco con l'entrata in vigore della legge 77-15, sarà vietata l'importazione, l'esportazione, la produzione e l'uso di sacchetti di plastica monouso e, per chi non rispetterà la nuova norma, sono previste pesanti sanzioni. È notizia di qualche giorno fa che il Ministero dell'Interno marocchino si sta dando un gran da fare per trasmettere e far recapitare tempestivamente ai wali (l'equivalente dei nostri presidenti di regione, nominati direttamente da re Mohammed VI), a tutte le prefetture (aree urbane) e alle provincie (aree rurali) il testo della nova legge e un messaggio che gli invita ad attivarsi concretamente per far rispettare il divieto.