Chi decide in Italia? Chi decide in Europa ?
Prima parte: Come funziona
Una analisi scientifica (ed a puntate) dei veri meccanismi decisionali ora che istituzioni e Parlamenti contano sempre meno.
di Giovanni Chiambretto *
In quest’Italia confusa ed incomprensibile, forse è giunto il momento di andare a vedere più in alto per capire cosa sta succedendo e forse anche cosa potrebbe succedere. Eravamo rimasti ad osservare esterrefatti il succedersi di crisi extraparlamentari con nomina di Presidenti del Consiglio scelti fuori dagli ambiti a ciò deputati. Al tempo della Costituente la sede deputata alle scelte era l’emiciclo del Parlamento; la sede delle mediazioni, le commissioni parlamentari. Nel corso degli anni, prima inavvertitamente, poi in maniera esplicita, la sede delle decisioni si è spostata nelle segreterie dei partiti e quella delle mediazioni negli incontri fra le correnti. Il parlamento è diventata la sede burocratica di ratifica di quelle decisioni. Un provvedimento andava in Aula quando tutto era già deciso a monte. Oggi si è fatto un passetto in più. Neanche le segreterie dei partiti sono più la sede delle decisioni. Queste avvengono altrove e frequentemente fra personaggi che non sarebbero neanche costituzionalmente titolati ad assumerle.
Come è nata la candidatura di Monti? Come quella di Letta o di Renzi? Come è nata la trombatura di Prodi alla Presidenza della Repubblica dove solo la sera prima i gruppi parlamentari si erano espressi unanimemente favorevoli e la mattina dopo mancavano un quarto dei voti necessari? Si potrebbero citare altri casi a dimostrazione di questa stranezza, ma quanto detto basta a confermare che esiste un altro ambito dove ipotesi si confrontano, si stringono alleanze (non solo sul piano istituzionale, ma anche economico e di potere), si aggiustano le mediazioni necessarie. Evidentemente il tutto su di un piano di riservatezza assoluta. La grande stampa tace completamente su questo piano extraistituzionale ed enfatizza il gossip.
Alcuni commentatori (i più spinti) azzardano, ad esempio, che la candidatura di Monti sia stata pensata nei salotti buoni del Corriere della Sera, che alcuni provvedimenti siano stati abbozzati in un salotto buono della Roma bene tipo quello della Contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare di fantozziana memoria. Tutti accenni che oltre che suggestivi ed inconsistenti, nulla spiegano delle vere dinamiche sottese a queste decisioni. Bisogna invece (purtroppo a posteriori) ripassare i provvedimenti presi da questi governi per ricostruire la composizione del blocco di potere che ha propiziato le nomina di questi Presidenti e la natura del blocco sociale che si intendeva aggregare per sostenerlo. Bisogna valutare sia i provvedimenti presi, sia quelli che, nonostante l’evidente urgenza non vengono presi. In linea di massima si può parlare di provvedimenti che avvantaggiano direttamente alcuni gruppi industriali (grandi opere), stroncano il welfare e lo stato sociale (preparando gli affari delle prossime privatizzazioni), sostengono le commesse militari anche in un quadro internazionale (F35 e rinnovo della Marina Militare), aiutano la finanza (Monte Paschi di Siena), tutelano alcuni comparti economici (IMU vaticano). Sul fronte del non fatto invece si può citare l’assenza di seri provvedimenti anti corruttivi, il rinvio al 2017 del taglio ai finanziamenti ai partiti (così come intatti restano i finanziamenti all’editoria ed alla casta in generale) e soprattutto l’assenza di qualunque politica industriale, l’inesistenza di un Piano Energetico Nazionale, il vuoto sulle start up, l’indifferenza alla fuga dei cervelli, lo sfascio (che sembra quasi voluto) della scuola.
In conclusione, da una prima scandagliata dei provvedimenti presi e di quelli non presi, sembrerebbe che l’indirizzo prevalente di questo livello, che sta sopra ai partiti ed al parlamento, possa riassumersi nei seguenti punti:
1) - Consolidamento e potenziamento di un sistema che àncora il proprio benessere all’attività dello stato (che ormai gestisce direttamente ben più del 50% del valore prodotto dai cittadini italiani) e prevedibile ampliamento del medesimo sistema.
2) - Tutela dei centri di potere consolidati (mass media e vaticano inclusi).
3) - Mano libera alla finanza.
4) - Non si tocca il sistema corruttivo che ormai è elemento costitutivo del blocco di potere maggioritario in Parlamento.
5) - Totale disinteresse a qualunque ipotesi di prefigurazione di un modello di sviluppo produttivo ed economico, per esempio con l'attenzione a spunti di conversione ecologica, quasi che a livello globale sia già stato deciso così per l’Italia e non valga la pena di preoccuparsene.
I soggetti interessati agiscono in assoluta sinergia. Ad esempio. Da Berlusconi a Renzi: quasi raddoppio della disoccupazione, un quarto della capacità industriale cancellata, aumento ormai incontrollato del debito pubblico, sebbene il mitico spread con i Bund tedeschi è sceso. Ciò ci suggerisce che i tassi siano manipolati così come l’informazione che raggiunge il cittadino. Finanza e stampa agiscono in sinergia per determinare situazioni politiche e sociali volute. Ma rivoltiamo la frittata e vediamo se viene fuori qualcos’altro.
Esiste ancora la rappresentanza democratica?
Il processo di frammentazione della società (che alla fine vedremo non essere casuale) sta cancellando i presupposti della democrazia rappresentativa così come l’abbiamo concepita dalla Rivoluzione Francese ad oggi. Disintegrandosi i gruppi sociali, la rappresentanza diviene fittizia. Con soddisfazione si constata che la protesta si incanala verso l'astensionismo. In conclusione : chi rappresenta chi? L’ambizioso giovane politico del PCI sapeva chi era il suo riferimento: frequentava la sezione, il sindacato, distribuiva i risotti al festival. Per il democristiano era lo stesso, cambiavano i riferimenti. L’ambizioso giovane politico del PD non ha riferimenti. Si affida ad una agenzia di pubblicità. Per la candidatura deve essere organico ad un gruppo che ha una strategia di potere (non necessariamente una strategia politica). Deve raccogliere consensi ad ogni costo in qualunque ambito. Sarà presente a tutto ed al contrario di tutto. Iscritto al club del giardinaggio, sarà in estasi se invitato nel salotto della Contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare. Al momento del voto in Parlamento come voterà? Voterà qualunque cosa con la squadra di cui fa parte. Poche le eccezioni, irrilevanti, essenzialmente dovute a scrupoli morali (basta vedere come è invecchiato Corradino Mineo). Quindi la grande maggioranza dei parlamentari non pensano, sono dipendenti dalla posizione che ha la propria squadra negli equilibri di partito.
Ma i padroni del partito che logica seguono? Neanche loro hanno più i vecchi riferimenti tipo la Coldiretti o la FIOM di allora. Uno sciopero generale poteva fare cadere un governo. Un partito esisteva in quanto rappresentava una fetta della società. Poteva essere minoritario, ma non era cancellabile. Oggi ad ogni tornata elettorale cambiano tutte o quasi le sigle. Una volta, in epoca di vera rappresentanza sociale, era raro il parlamentare transfuga, oggi è quasi le regola. Anche se fa notizia solo il M5S, dalle ultime elezioni politiche del febbraio 2013 hanno cambiato schieramento più di 155 parlamentari. Oggi il destino di un governo o la possibilità di affermazione elettorale dipendono non dal potere di gruppi sociali, ma dal potere di gruppi economici. Non è uno sciopero che fa cadere un governo, ma l’azione di gruppi finanziari o comunque di lobbies di potere. Chi gestisce i partiti più grossi deve quindi, per esistere, rapportarsi al livello più alto del potere vero perché, rebus stantibus, è li che si decide, si media, si condiziona. Ecco realizzata la rivoluzione copernicana: prima la base eleggeva ed il vertice ne era espressione, ora è il contrario: il vertice decide, la struttura si adegua e la base comincia ad astenersi in massa.
Come si articola il rapporto fra i vertici delle istituzione e dei partiti col potere vero? Questo passaggio è cruciale e molto difficile. Capirete che stiamo tornando al medio evo e che a questi livelli sono cancellate tutte le conquiste della Rivoluzione Francese. Nel ‘200 come faceva il villico a sapere perché un papa indiceva una crociata? E con che alleanze ed accordi con il re di Francia o l’imperatore di Bisanzio? Procederemo con lo stesso sistema verificando certi passaggi a posteriori. Bisogna intanto distinguere. Le personalità che si vedono in televisione giocano ruoli diversi. Non tutte sono apicali. Un Ministro dell’Istruzione, o uno della Giustizia non hanno rilevanza strategica. Possono essere diplomati dell’Istituto tecnico. Devono avere bella presenza, essere giovanili e telegenici, oppure con la loro nomina si risolve un problema di equilibri interni alla casta. Tanto qui o là è lo stesso. Come esempio per i tanto bistrattati insegnanti della scuola italiana si pensi che l’attuale Ministro della Difesa è una laureata in lettere che di professione insegna alle superiori. Alla fine una Gelmini vale una Mogherini. Invece un ministro delle Finanze, un Presidente della Repubblica, un Governatore della banca centrale contano ed hanno ruoli di cui devono rispondere a chi di dovere.
Come vengono scelti i membri dell’Esecutivo?
Come lo trovano un Ministro dell’Economia di questi tempi? Certo non con un annuncio sul giornale. Prendiamo l’attuale Pier Carlo Padoan. Dopo alcune passate come visiting professor in diverse università del mondo, finalmente si accasa dal 2001 al 2005 presso il Fondo Monetario Internazionale come Board Member avendo in carico il coordinamento Europeo. Poi consulente della Banca Mondiale, della Commissione Europea, della Banca Centrale Europea. Poi Vice segretario generale dell’ OSCE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) per poi divenirne capo economista. Fra un incarico istituzionale e l’altro trova il tempo di partecipare ai lavori del Word Economic Forum (quello di Davos). (http://www.weforum.org/global-agenda-councils/pietro-carlo-padoan ) Ci si potrebbe chiedere se il governo italiano fa bene a mandare costui a trattare col Fondo Monetario o ha fatto bene il Fondo Monetario ad insediare al Ministero delle Finanze un suo uomo, ma al momento non ci interessa. Quello che conta è che in un ministero che conta (quello che ci fa scucire le tasse) c'è un uomo che appartiene ad un certo giro ed è stato scelto proprio perché appartiene a questo giro.
Prima di Padoan ministro dell’Economia fu Fabrizio Saccomanni. Non vi annoio. Anche qui laurea alla Bocconi, Fondo Monetario Internazionale, Banca Centrale Europea, Banca dei Regolamenti internazionali, Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS). E prima di Saccomanni? Vittorio Grilli. (laurea alla Bocconi, poi Università di Yale, Capo dipartimento of economics and financial analysis and privatizations at the ministry of treasury, managing director e head of the Italian investment banking Credit Suisse First Boston (CSGN), direttore generale del Tesoro italiano nel 2005, vice-president of the economic and financial committee (EFC) dell’Unione Europea in March 2009[1] and in March 2011, Presidente dell’EFC (European Foundation Centre) di cui fanno parte praticamente tutte le fondazioni bancarie italiane. E' membro dell' European think tank organization Bruegel e dell' Aspen Institute Italia. E prima di lui? Mario Monti. Siamo sempre lì: Bocconi, Bruegel, Trilaterale, Bildelberg, Goldman Sachs, Moody’s, Consiglio Atlantico e via discorrendo. Non ne posso più. E prima? Tremonti (Aspen Institute, Davos etc.) Siniscalco (Morgan Stanley, etc.). Mi fermo qui. Almeno sappiamo che nel mondo non abbiamo fatto brutta figura: tutti parlavano correntemente l’inglese.
Proviamo a tirare le somme. Centro destra, centro sinistra, per me pari sono. Tutti i ministri delle finanze provengono dall’area culturale e disciplinare che potremmo definire ultraliberista, hanno avuto rapporti di lavoro, dipendenza, consulenza con enti pubblici, banche, imprese private che costruivano la loro mission su privatizzazioni, liberalizzazione di attività bancarie, deregolamentazione e di necessità su riduzione e collassamento degli stati nazionali, distruzione del sistema di welfare. Ritorniamo a distinguere.
Nella gestione del potere istituzionale italiano ci sono due livelli: Uno connesso con un indirizzo globale della politica e dell’economia che, per semplicità, chiamerò del “tutto il potere alla finanza ed ai poteri forti”. Questo indirizzo lo troviamo espresso in diversi altri paesi dell’Unione Europea (basta guardare ai primi ministri ed ai Ministri dell’Economia di Grecia, Portogallo, Spagna, e altri). Un secondo livello invece è rappresentato dall’adattamento di questo indirizzo globale alla realtà storica e culturale di ciascuno stato. Per gestire il primo livello bisogna fare i conti con contesti specifici che sono differenti quanto a regole costituzionali, reattività delle popolazioni, soggettività, anche a volte divertenti, dei leader politici (vedi Berlusconi), cultura e struttura produttiva etc. Per cui certe giravolte politiche possibili in Italia sarebbero impensabili in Germania, oppure certi percorsi di modifica costituzionale in Ungheria provocherebbero una rivoluzione in Francia. Quindi teniamo ben presente che un livello è gestito con mano d’acciaio e personale selezionato in un giro ristretto e deve rispondere passo per passo a chi gli ha affidato l’incarico, mentre un secondo livello è più creativo ed è affidato a personale che deve solo garantire gli equilibri, le mediazioni, i trucchi che consentano al primo livello di fare il suo lavoro. Magari anche attraverso un gruppetto di belle ragazze di famiglia democristiana, se serve. Ci pensasse il giocoliere Renzi a tenere su la facciata dell’edificio che poi altri fanno il lavoro vero.
Ma poi cos’è quest’area culturale globalizzatrice che partorisce questi ministri e quest’ideologia? E’ un’area fortemente cosmopolita, culturalmente molto raffinata, non necessariamente coesa e unanime ma tendenzialmente solidale, economicamente potentissima, lungimirante e disposta in un area di totale riservatezza. Comincia a venirvi in mente qualcosa?
Quello che non ci fanno vedere
Andiamo avanti e riprendiamo in esame i fatti italiani. Frammentazione sociale, fine della rappresentanza, annullamento delle sedi istituzionale delle decisioni. Allora chi decide cosa? Esistono degli interessi che necessitano di decisioni almeno parzialmente condivise dai players. Cosa fanno? Si trovano, mediano e decidono. Semplice. Ma le decisioni devono tenere conto di contesti internazionali (valute, petrolio, guerre, etc.). Quest’ambito di decisione deve relazionarsi al contesto internazionale. Non funzionerebbe se si trattasse di semplici relazioni personali tipo Marchionne parla con Draghi o Profumo con la Merkel. E’ necessario un ambito di confronto e mediazione con delle regole, riservato, ma aperto a tutti i player. Un livello più basso indispensabile sono quelle associazioni tipo la Trilaterale o Bilderberg, o l’Aspen o gli incontri di Davos. Servono anche strutture di lavoro o ricerca come fondazioni come la Rand negli Stati Uniti e università che formino il personale di supporto necessario, addestrino ad una ideologia, allenino chi deve uscire allo scoperto in ruoli istituzionali. Ma non basta ancora. Ci vuole il livello di sintesi.
Qui ci viene in aiuto un pregevole e faticosissimo libro appena uscito nelle librerie: Magaldi La scoperta delle Ur Lodges. (di cui raccomando una attenta e meditata lettura). Letto avidamente, ho atteso un mese per vedere, a fronte delle enormità annunciate, se l’establishment reagiva con smentite o cause per diffamazioni. Nulla. Silenzio. Eppure siamo al primo tentativo organico di descrivere in dettaglio il livello più alto.Siamo stati abituati a pensare la Massoneria come nel film di Alberto Sordi: grembiulini, incomprensibili rituali, piccoli e gretti interessi. Un giochetto un po’ provinciale per impiegati statali in cerca di raccomandazioni, un hobby da pensionati, un relitto del passato da non tenere in nessuna considerazione.
Non è così. Perlomeno non è tutto così. Negli ultimi 40 anni si sono potenziate o costituite una serie di Ur Lodges sovranazionali e quindi non legate ad un preciso contesto territoriale con lo scopo di favorire un dibattito articolato sulle prospettive della globalizzazione. Il sistema delle Ur Lodges non è una cabina di regia per un complotto planetario (altra mistificazione che ha lo scopo di depotenziarne la percezione presso l’opinione pubblica). E’ invece l’ambito dove si confrontano progetti, si stringono alleanze, si scontrano prospettive, si gestiscono equilibri. Secondo il Magaldi in questo periodo si contano almeno 3 schieramenti diversi che si fronteggiano. Ma ci torneremo su.
Sottoposti a queste Ur Lodges ci sono poi altri ambiti definiti paramassonici che svolgono il ruolo di elaborazione di dettaglio e pubblicizzazione delle intuizioni, dei progetti, delle analisi. E qui Bidelberg, Trilaterale, Aspen …… Proviamo adesso a ricominciare l’analisi daccapo prendendo per buone le spiegazioni di Magaldi ed integrandole con una serie di informazioni dedotte dal libro e vediamo se tutte le pedine vanno a posto ed il quadro risulta più chiaro. Cominciamo dai Ministri dell’Economia andando a ritroso (a fianco l’Ur Lodge di appartenenza):
Padoan Pier Carlo - Compass-Star Rose e Pan-Europa;
Siniscalco Domenico – Edmund Burke;
Saccomanni Fabrizio – Compass-Star Rose;
Grilli Vittorio - Compass-Star Rose;
Monti Mario – Babel Tower;
Al momento non trovo riscontri dell’affiliazione di Giulio Tremonti che comunque risulta assiduo frequentatore delle sedi paramassoniche. I conti tornano. Ma che indicazioni abbiamo di altre iniziazioni eccellenti? Qui di seguito alcuni altri fratelli:
Draghi Mario – Edmund Burke, Three Eyes, White Eagle, Compass-Star Rose e Pan-Europa;
Napolitano Giorgio - Three Eyes;
Passera Corrado – Atlantis-Aletheia;
Visco Ignazio – Edmund Burke;
Ambrosetti Alfredo – Pan-Europa;
Mercegalia Emma – Pan-Europa;
Arpe Matteo – Edmund Burke;
Guidi Federica – Three Eyes.
E il quadro non è sicuramente completo in quanto se queste rivelazioni vengono fuori non è sicuramente per fare un catalogo esaustivo, ma all’interno di una partita più complessa con finalità sue proprie. Per cui alcuni nomi vengono fatti, altri, probabilmente no. Ad esempio la loggia P2. Fra gli anni ’60 e ’70 ha aleggiato sull’Italia l’ipotesi di un colpo di stato (più volte predisposto, ma mai portato a termine). In fondo la P2 doveva organizzare il background per la riuscita ed il consolidamento successivo del regime coordinando politici, militari, industriali e banchieri. Quando qualcuno decise che non era più opportuno, l’inizio dello smantellamento della loggia coincise con la pubblicizzazione dei nomi degli adepti. Però siamo già in condizione di operare una ricostruzione più completa. Ricominciamo daccapo sulla base di queste nuove informazioni. Eravamo partiti tentando di ricostruire il percorso che ha portato a tre governi praticamente extraparlamentari. Possiamo tentare una prima approssimazione.
La gestione Berlusconi (P2 e Drake’s Lodge), se era confacente ai desiderata degli alti livelli per quanto riguardava la generale politica di trasformazione mediatica e culturale del paese, non era più funzionale ai nuovi livelli previsti di riorganizzazione dei rapporti economici, produttivi e finanziari globali. Corto circuito fra finanza (spread), media, e quella parte di apparato istituzionale più legato al livello alto (Napolitano). Nasce il Governo Monti. Letta rappresenta il tentativo di ricostruire un consenso attraverso la politica tradizionale. In meno di un anno si accorgono che non funziona. La patologica frammentazione della casta rende impercorribile questa strada. Ecco Renzi, necessario per fermare Grillo. (o Grillo necessario a Renzi per ricompattare la casta e quindi portare a termine le riforme costituzionale ed elettorale?).
Lungo tutta questa filiera da destra o da sinistra i ministeri chiave sono stati commissariati direttamente da massoni iniziati nelle più importanti Ur Lodges internazionali e la linea dei governi è apparsa, sulle questioni di economia, finanza, privatizzazioni, spesa pubblica graniticamente rettilinea. Si pensi solo alla privatizzazione dell’acqua. Referendum straordinario, risultato indiscutibile e tutto l’apparato istituzionale e politico che sta facendo di tutto per privatizzare lo stesso. Quando dico che la linea economica voluta dall’alto è granitica intendo questo. Infine, per chi ha avuto la pazienza di seguirmi finora, un breve video ( Gruber vs Monti ) che ci fa vedere la rappresentazione plastica di quello che ci vendono: '' Signor Presidente, lei è massone ? ''.
Per curiosità, la Gruber ha partecipato ufficialmente ad incontri del Gruppo di Bidelberg dove è stata recentemente sostituita di fatto da Monica Maggioni, nuovo direttore di Rainews24 dopo Mineo.
* GCT Lombardia
* fine prima parte - ( nelle prossime due settimane la seconda e la terza parte )