Germania: SPD-Linke-Verdi, la maggioranza c’è ma è solo virtuale

di  Jacopo Rosatelli *

Grosse koalition. Nei due rami del parlamento tedesco (Bundestag e Bundesrat, la seconda camera dove siedono i rappresentanti dei governi dei 16 Länder), il campo progressista prevale e potrà cambiare il corso di alcune leggi al vaglio

Incre­di­bile ma vero: sulla carta, in Ger­ma­nia ci sareb­bero le con­di­zioni per un governo pro­gres­si­sta. I par­titi a sini­stra della Cdu-Csu, infatti, hanno la mag­gio­ranza asso­luta dei seggi nel Bun­de­stag, la Camera dei depu­tati tede­sca: la somma di Spd, Linke e Verdi fa 320, men­tre i demo­cri­stiani della can­cel­liera si fer­mano (si fa per dire) a 311. Pur­troppo, però, quella sem­plice pos­si­bi­lità nume­rica non signi­fica ancora nulla in ter­mini poli­tici: a livello fede­rale i rap­porti a sini­stra con­ti­nuano a essere freddi, e i social­de­mo­cra­tici si tro­vano più a loro agio nella stanza dei bot­toni insieme a Mer­kel e compagnia.
Se si dà uno sguardo al Bun­de­srat, la seconda camera del par­la­mento tede­sco dove sie­dono i rap­pre­sen­tanti dei governi dei 16 Län­der, il para­dosso si ripete: anche in que­sto caso pre­vale il campo pro­gres­si­sta, che dispone di 36 voti su 69 totali. Una mag­gio­ranza (asso­luta) che potrebbe cre­scere a 40, se dalle urne di oggi verrà un cam­bio alla guida della Turin­gia e una con­ferma della coa­li­zione Spd-Linke in Bran­de­burgo. Un rap­porto di forze che reste­rebbe immu­tato sino al 2016, anno di ele­zioni in molte regioni «in bilico», come il Baden-Württemberg (dove per la prima volta dal dopo­guerra ammi­ni­stra un’alleanza Verdi-Spd).
 

Se è illu­so­rio atten­dersi nel corso di que­sta legi­sla­tura cla­mo­rosi cam­bia­menti di linea da parte della Spd in merito al governo con Mer­kel, qual­che effetto del com­bi­nato dispo­sto delle mag­gio­ranze vir­tuali nei due rami del par­la­mento potrebbe esserci. Dal Bun­de­srat devono pas­sare molte leggi impor­tanti, a comin­ciare da quella di bilan­cio all’esame delle camere pro­prio in que­ste set­ti­mane: la grosse Koa­li­tion, da sola, non ha i numeri per farla appro­vare, e quindi sarà obbli­gata a cer­care il con­senso dei Verdi, che negli scorsi giorni non hanno fatto man­care parole molto dure con­tro una finan­zia­ria che con­si­de­rano «peri­co­losa e ingiu­sta». «Il mini­stro delle finanze Wol­fgang Schäu­ble — dicono gli eco­lo­gi­sti — dà per scon­tata una cre­scita eco­no­mica che non si vede, e rinun­cia ai neces­sari inve­sti­menti in ener­gie rin­no­va­bili, edu­ca­zione e ser­vizi pubblici».
Cri­ti­che simili a quelle della Linke, che da tempo sostiene che le mag­gio­ranze pro­gres­si­ste nei due rami del par­la­mento andreb­bero uti­liz­zate per appro­vare leggi sulle quali i tre par­titi a sini­stra di Mer­kel hanno — almeno in teo­ria — le stesse posizioni.
Esempi? La rein­tro­du­zione di una tassa sui grandi patri­moni, pro­messa elet­to­rale che la Spd ha sacri­fi­cato sull’altare della grosse Koa­li­tion. E il diritto al matri­mo­nio e all’adozione anche per gli omo­ses­suali, che attual­mente pos­sono con­trarre un’unione civile che, sep­pur sia stata modi­fi­cata in meglio nel corso degli anni, con­ti­nua a con­te­nere discri­mi­na­zioni rispetto al matrimonio.

* da il manifesto 13 settembre 2014