Italicum: lo sconcerto dei giuristi italiani
Un gruppo di insigni costituzionalisti del nostro paese, ha sollevato diversi dubbi ed ha mosso critiche molto severe alla proposta di riforma della legge elettorale
“Sconcerto e protesta» per il tentativo in atto di «riprodurre» con l’Italicum il Porcellum. Lo esprime Stefano Rodotà insieme ad altri 28 costituzionalisti in un appello pubblicato oggi da “il manifesto”. La proposta di riforma, denunciano «consiste in una riedizione del Porcellum, che da essa è sotto taluni aspetti – la fissazione di una quota minima per il premio di maggioranza e le liste corte – migliorato, ma sotto altri – le soglie di sbarramento, enormemente più alte – peggiorato”.
“La proposta di riforma elettorale depositata alla Camera a seguito dell’accordo tra il segretario del Pd Matteo Renzi e il leader di FI Silvio Berlusconi consiste sostanzialmente, con pochi correttivi, in una riformulazione della vecchia legge elettorale – il cosiddetto Porcellum – e presenta perciò vizi analoghi a quelli che di questa hanno motivato la dichiarazione di incostituzionalità ad opera della recente sentenza della Corte costituzionale” sostengono nel loro appello i costituzionalisti.
Insieme a Stefano Rodotà, sono primi firmatari Gaetano Azzariti, Mauro Barberis, Michelangelo Bovero, Ernesto Bettinelli, Francesco Bilancia, Lorenza Carlassare, Paolo Caretti, Giovanni Cocco, Claudio De Fiores, Mario Dogliani, Gianni Ferrara, Luigi Ferrajoli, Angela Musumeci, Alessandro Pace, Stefano Rodotà, Luigi Ventura, Massimo Villone, Ermanno Vitale. Hanno sottoscritto anche Pietro Adami, Anna Falcone, Giovanni Incorvati, Raniero La Valle, Roberto La Macchia, Domenico Gallo, Fabio Marcelli, Valentina Pazè, Paolo Solimeno, Carlo Smuraglia e Felice Besostri.
Al centro delle critiche dei costituzionalisti all’Italicum, ci sono “l’enorme premio di maggioranza e la mancanza delle preferenze”. Ma anche “un altro fattore compromette ulteriormente l’uguaglianza del voto e la rappresentatività del sistema politico, ben più di quanto non faccia la stessa legge appena dichiarata incostituzionale: la proposta di riforma prevede un innalzamento a più del doppio delle soglie di sbarramento”.
Insomma, secondo i firmatari dell’appello “l’abilità del segretario del Pd è consistita, in breve, nell’essere riuscito a far accettare alla destra più o meno la vecchia legge elettorale da essa stessa varata nel 2005 e oggi dichiarata incostituzionale”. Di conseguenza, i costituzionalisti “esprimono il loro sconcerto e la loro protesta per una proposta di legge che rischia una nuova pronuncia di illegittimità da parte della Corte costituzionale e, ancor prima, un rinvio della legge alle Camere da parte del Presidente della Repubblica”.
da www.iljournal.it , 3 febbraio 2014
l’appello: A Presidente della Camera e Presidenti Gruppi parlamentari alla Camera