Truman Show 2.0, una nuova fiction ?

 di Giovanni Chiambretto *

Quella a cui assistiamo via tv e media è sempre di più una fiction con i suoi amori e disamori alla Beautiful ( che è la più longeva soap opera del mondo ) ed è quindi lecito chiederci:

Dove eravamo rimasti?

A quasi otto mesi dalle elezioni politiche, la rappresentazione mediatica del nostro teatrino politico nazionale rimane alla ricerca di un rilancio dell’audience. Si è fatta pulizia di Alleanza Nazionale, Verdi, Rifondazione Comunista, Italia dei Valori di Di Pietro e la Rivoluzione Civica di Ingroia ha lasciato un manipolo di disoccupati. Radicali, Socialisti, Moderati e loro Fratelli , varie Civiche usa e getta, oltre al solito Nicola Vendola, galleggiano in quella terra di mezzo dove vengono pescati e mollati alla bisogna. Bisognava semplificare il palinsesto.

Restano da una parte Berlusca e i suoi fidati, con il suo Larussa di scorta e il tredicesimo apostolo Alfano, dall’altra la cooperativa di Epifani con Renzi, Cuperlo e Letta. In Mezzo, parecchio stretti, Monti e Casini. Un unico partito a tre teste con una netta prevalenza postdemocristiana ( Alfano, Casini, Letta, Renzi ), Epifani e Cicchitto in memoria del PSI craxiano e Cuperlo e la Finocchiaro a rappresentare il comunismo. Come sempre litigano su tutto quello che non conta tranne che su tutte le questioni importanti del paese su cui hanno una linea perfettamente univoca.

 

A parte stanno i grillini, nemici comuni di tutti che, secondo i media del partito a tre teste , non farebbero altro che salire sui tetti, litigare, espellere pentiti, dire parolacce e non concludere nulla. Delle loro proposte è severamente vietato parlare. Anzi se si riesce a farli stare zitti è ancora meglio.

La commedia dell’arte continua sul solito canovaccio delle toghe rosse, del vero problema che è il lavoro, del rispetto degli accordi europei e via cazzeggiando sperando che ancora in tanti, ancora per un po’, se la bevano.

 

Tutta la rappresentazione mediatica tira in lungo in attesa di un accordo sulle modifiche alla Costituzione e , nel momento giusto, al porcellum. Su come peggiorarlo a loro favore, magari con il superporcellum a doppio turno, esistono ancora opinioni diverse. Il porcellum , o se proprio si vuol fingere di cambiare, il mattarellum, andrebbero bene a tutti se non fosse che il 3 dicembre la Corte Costituzionale ( della quale si è cercato di rimaneggiare la composizione) potrebbe decidere l’abolizione del premio di maggioranza, specie alle finte coalizioni, e il superamento delle liste dei candidati bloccate reintroducendo le preferenze. Panico nei partiti al solo pensarci. Ed anche la Corte potrebbe starsene un po’ più zitta e farsi gli affari suoi.

 

Dallo schema istituzionale che deriverà dai “saggi” ( forse un Parlamento del Primo Ministro, che diventerebbe simile ai Consigli comunali che non contano più nulla rispetto al Sindaco ), verrà messa in campo una fiction mediatica adeguata a far passare l’operazione; come dire: una nuova serie di Beautiful. Nel frattempo dovremo sorbirci tre mesi di primarie per misurare se davvero Renzi riuscirà ad essere più spiritoso di Maurizio Crozza nell’intrattenere i primini, visto che la politica del PD si discute in qualche altro luogo ai più non noto.

 

Il lavoro dei “saggi” è complesso ed articolato. Infatti non si tratta solo di ristrutturare un sistema di potere che stabilizzi la casta (in caduta libera nel consenso degli italiani) e di consolidare intrecci con poteri forti ed istituzioni internazionali. Bisogna anche fare le parti (decidere come dividersi il potere) e garantirsi vicendevolmente degli esiti di questa ristrutturazione (nessuno deve fare il furbo, ma prendersi solo la sua parte). In un contesto di personalità mediocri, selezionate per capacità gregaria e senza particolari mezzi economici, possibili moltiplicatori di immagine e credito mediatico, non sarebbe difficile garantirsi con pesi e contrappesi che ciascuno stia al suo posto e concorra alla quadratura del cerchio. Purtroppo nel panorama della politica italiana insiste un personaggio in declino che esce dal coro e pur avvicinandosi agli 80 anni continua a dimostrare genialità comunicativa, spregiudicatezza nel manovrare e consapevolezza della propria unicità (oltre che detenere, come è noto, una presenza mediatica non da poco ). Non è pensabile affrontare i cittadini italiani, l’opposizione grillina e gli incerti di un’operazione di conversione, meglio, di eversione costituzionale ( che non era riuscita nemmeno a Gelli), avendo a fianco un battitore libero così strabordante, imprevedibile ed inaffidabile. Per questo, perdendo a febbraio più di sei milioni di voti e praticamente tutti i comuni di qualche peso nelle amministrative successive, Berlusconi ha perso qualunque ragione di restare sulla scena. Una cosa è fare un patto di sangue e di potere fra centrodestra (si fa per dire) e centrosinistra (si fa sempre per dire), un’altra è giocare tutto su di un patto con un vecchio e chiacchierato venditore di auto di seconda mano. Probabilmente qualcuno, più di uno, ha pensato che era meglio ridefinire una nuova simmetria fra gli schieramenti prima di chiudere un accordo sulle modifiche costituzionali.

Berlusconi con la sua personalità, i suoi interessi, la sua faccia di tolla ed i suoi mezzi, rappresenta un elemento di forte instabilità in quel percorso critico e delicatissimo che dovrebbe portare ad un diverso (e probabilmente meno democratico) assetto del potere in Italia. La sua vicenda è chiusa da un po’ e fra un anno non interesserà più a nessuno. Naturalmente si troverà, presumibilmente attraverso Napolitano, una via di uscita graduale ed onorevole.

 

Lasciamo la telenovela e rientriamo nella realtà: l’apparato produttivo frana con le conseguenze sociali ed economiche che ha la sua crisi; non c’è un solo indicatore economico, ma anche sociale, che non tenda al peggio. Solo Letta vede spiragli di sole. L’astensionismo parcheggia una quota di elettori stimata fra il 30 ed il 40% ( finché si astengono la cosa va benissimo, chi se ne frega degli astenuti ). Il clima psicologico che si è instaurato nel paese è fra la rabbia e la catatonia. Il PD, con i gregari, ha il 51% degli eletti nella Camera del porcellum mentre il numero degli iscritti al partito è passato da 600.000 a 250.000. Il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci è niente al confronto dei miracoli che fa il porcellum; si perdono 3 milioni di voti e si fa il pieno di eletti.

 

Ma si scherza con il fuoco: un piccolo errore e ci troviamo un presidente del consiglio grillino di diritto e tutti vanno a casa davvero. Per questo urgono contro Grillo nuove e più efficaci armi di diffamazione da tenere pronte nell’eventualità di nuovi appuntamenti elettorali. Da Formigli a Telese, dalla Gruber alla Annunziata, dalla Berlinguer a Ferrara, da Scalfari a Sallustri sono tutti pronti. In fin dei conti si difende un regime ed al momento giusto basterà dare il via.

Per intanto Berlusconi è l’anomalia che va superata e va prefigurato un gioco delle parti nuovo e funzionale per la rappresentazione del Truman Show 2.0 . I passaggi sono stati abbastanza veloci:

1) La commissione dei “saggi” ha reso pubbliche alcune delle sue proposte;

2) La Cassazione ha confermato condanna ed interdizione per Berlusconi;

3) Napolitano ha nominato 4 senatori a vita di sicura affidabilità (per lui);

4) Berlusconi ha cominciato a contorcersi (vado in galera!, chiedo la grazia!, sono innocente! ) perché ha capito che gli accordi alla base della costituzione del governo Letta non venivano più rispettati (e si era aperta una stagione in cui gli uccelli volano bassi);

5) Berlusconi decide di far cadere il governo… forse, anzi no;

6) Una nutrita pattuglia di berluscones comunque si ammutina;

7) B. capisce che se il PDL si spacca e lui è fuori dal governo è finito.

8) Preferisce riconoscere di aver perso una battaglia illuso di poter continuare a fare la sua personalissima guerra.

Pensate che questi passaggi siano tutti scollegati fra loro?

Come le manovre ed il passaggio da Berlusconi a Monti, anche il superamento del Berlusca viene da lontano e sicuramente è stato preparato con cura. Dal momento che il vero scenario politico oggi non è la destra contro la sinistra, ma chi è dentro il girone del potere e chi è fuori, bisognava superarlo mantenendo una maggioranza istituzionale che consentisse di mantenere il potere. Si trattava di usare una condanna (una o l’altra di tutte quelle che ha in viaggio è lo stesso), fare appello alla sua corte dei miracoli mostrando loro che fra senatori a vita, dissidenti grillini, sel, autonomisti e quant’altro, Letta avrebbe continuato a tenere. Scegliessero loro se affondare definitivamente col capo o trovarsi una nuova scrittura per il Truman show 2.0

Se si conoscessero tutti i nomi degli ammutinati potremmo meglio comprendere la geografia degli interessi rappresentati (Grandi opere, progettazione e realizzazioni; compagnia delle opere; appalti di enti: RAI-sanità-commesse militari, etc.). Si parla di un’ottantina di parlamentari. Purtroppo non si hanno tutti i nomi e non si può ricostruire la geografia degli interessi. Nei salotti, nei sottoscala e nelle cantine di Roma, parallelamente all’elaborazione delle proposte di riforma costituzionale si ragiona su come tutelare questi interessi nel dopo Berlusconi nel contesto di una ridefinizione dei rapporti di potere e del gioco delle parti mediatico.

 

Come si svilupperà questo processo a noi non è dato di sapere e non è prudente azzardare troppe ipotesi. Costatiamo che tutti questi percorsi (la nomina di Monti, il siluramento di Prodi e Rodotà, la sfiducia/fiducia a Letta) si sviluppano ormai secondo dinamiche sotterranee, in sedi improprie e sconosciute al pubblico che ormai assiste allibito; ad esempio al rovesciamento in aula delle decisioni assunte formalmente ed all’unanimità poche ore prima da un gruppo parlamentare, senza darne la minima motivazione.

Fra le strategie considerate ed utilizzate nella NATO c’è quella che viene chiamata di “Denial of service” che significa privare gli stati maggiori nemici, o anche gruppi sociali o specifiche aree geografiche, di informazioni essenziali per strutturare la propria difesa. Siamo infatti ormai ad una guerra per bande dove le istituzioni (e i partiti) si sono ridotti ad essere il campo di battaglia dove si confrontano disegni elaborati e gestiti in altre sedi molto riservate e la mancanza di informazioni, di sedi ufficiali attendibili, rendono impossibile prevedere gli avvenimenti e l’organizzazione di una coerente risposta dei cittadini. Che si tenta di distrarre con la puntata del giorno della telenovela.

 

Che direbbero invece della notizia passata di striscio che Bernabè lascia Telecom con 6,6 milioni di premio, che 1000 italiani resteranno in Afghanistan quando se ne andranno gli americani, che Scaroni di Eni ogni 2 giorni riparla di nucleare e critica l’”eccesso” di sostegno alle rinnovabili, una delle poche aree produttive dove tendiamo alla autonomia, del fatto che apriamo un Bancomat per 15-20 anni in Valsusa mentre i francesi dicono che ci penseranno nel 2030, che non riusciamo a rifinanziare la cassa integrazione ma la costruzione degli F35 sì, che si sta tentando di liquidare il sistema sanitario pubblico senza neanche discuterne….. ?

 

In questa sede l’unica cosa che possiamo fare è fornire qualche idea per interpretare e comprendere i fatti quando accadono spogliandoli dalle mistificazioni, dai falsi e dalle drammatizzazioni romantiche che ci vengono propinati dal mainstream mediatico. Stay tuned perché la storia si farà sempre più divertente.

 

P.S. è di oggi la notizia che 5 dei 35 saggi che stanno formulando le proposte di riforma costituzionale sono inquisiti per truffa. Sarà la sfiga, se non ci riuscirà la rivoluzione, a fermarli ?

 

* Gruppo Cinque Terre ( Lombardia )

 

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