Agricoltura urbana a Chicago

 di Lori Rotemberck *


South Side, un tempo era il quartiere di Chicago noto per il jazz, i blues e la letteratura, oggi è disseminato di abitazioni vuote e terre abbandonate, tra povertà e degrado. Per rinascere, il quartiere sta per trasformarsi in una enorme fattoria urbana, la più grande degli Stati uniti. Uno dei primi esempi di come l’agricoltura si riprende spazi, crea nuovi legami sociali, fornisce cibo a prezzi bassi per i cittadini (ma anche per gli ospedali e l’università della città), favorisce posti di lavoro diversi.

L’area di Chicago chiamata «La Cintura nera», nel quartiere storico del South Side, un tempo era un punto di attrazione per il jazz, i blues e la letteratura, ma oggi è disseminato di abitazioni vuote, di povertà e degrado.

Ora, un nuovo piano prevede per l’area la trasformazione in un prospero distretto che accoglie una serie di fattorie urbane. Nelle prossime settimane, si prevede che il dipartimento per la pianificazione della città approvi la creazione di una fascia di territorio verde, fortemente incentrato sull’agricoltura urbana, nelle vicinanza di Englewood. Il piano fa parte dell’iniziativa Dintorni Verdi e Salubri, all’interno del Dhe, cioè il Dipartimento di Chicago per le Abitazioni e l’Economia, progettato per ospitare e trasformare 13 miglia quadrate del South Side. Anni e anni di disinvestimenti e di declino demografico hanno lasciato nell’area 11.000 proprietà abbandonate pari a circa 800 acri. Peter Strazzabosco, vice commissario del Dhe, dice che, malgrado il piano descriva un distretto con la «d» minuscola, la città ha alle spalle una intensa storia di conoscenze sulla pianificazione urbana. Egli spera, insieme ad altri funzionari della città e organizzatori di comunità, che il distretto-fattoria contribuirà a stabilizzare il South Side riutilizzando le terre abbandonate e creando opportunità imprenditoriali e lavorative. Molti sono convinti che possa anche diventare un modello per altri pianificatori di centri urbani nonché un centro di attrazione turistica per persone interessate al funzionamento di una fattoria e alla coltivazione di prodotti alimentari.

 

La parte centrale del progetto è la linea ferroviaria della Nuova Era (Englewood Re-making America), lunga tre miglia, che diventerà la «spina dorsale» del distretto-fattoria, ha detto Strazzabosco. Quella che prima era una linea ferroviaria lunga tre miglia diventerà un parco sviluppato nel senso della lunghezza, lungo il quale saranno tracciati percorsi pedonali e ciclabili e costruzioni per usi agricoli. L’area destinata al distretto inizia direttamente lungo la ferrovia, dove si incontrano circa 100 acri di terreni abbandonati di proprietà pubblica. Nel tempo, essi saranno convertiti in piccole fattorie e altri progetti agricoli. Le fattorie non soltanto produrranno cibi sani e a basso prezzo per la comunità, ma dovrebbero anche creare posti di lavoro e attrarre nuove costruzioni ad uso abitativo, delle industrie e delle attività commerciali e dei servizi. Due fattorie di mezzo acro per la formazione professionale esistono già all’interno del distretto – Growing Home’s Wood street e Honore Street – nonchè una terza fattoria privata di 1,7 acri, la Perry Street Farm. Tutte producono verdure di stagione come pomodori, cavoli, lattuga, barbabietole. Una quarta fattoria didattica di mezzo acro gestita dal Centro per la Trasformazione Urbana e dal Centro per la formazione biologica Angelic entreranno in funzione la prossima primavera.

 

Le fattorie, ovviamente, costituiscono solo l’inizio di un progetto di pianificazione urbana complessivo, volto a ricostruire dalle fondamenta il South Side. Dobbiamo vederlo, dice Brandon Johnson, come una comunità del 21° secolo che ha casualmente deciso di volersi basare su delle fattorie. Johnson, è un economista di enti pubblici, presidente del Consorzio del Washington Park, un gruppo di prossimità costituito da dirigenti civili e imprenditoriali che da almeno due anni stanno accuratamente pianificando il futuro del South Side. Johnson e Strazzabosco sperano ambedue che questo tentativo sia diverso dalle iniziative di fattorie urbane avviate a Detroit e Cleveland, in quanto la città non patisce le conseguenze di una economia collassata. Chicago, dice Johnson, di dispone degli stessi terreni delle altre due città, ma ha anche come fattore chiave, delle strutture di trasporto. In più, dice Orrin Willuams, uno stratega dello sviluppo basato sulle comunità che lavora all’interno del Centro per la Trasfomazione Urbana, «una storia di oltre 200 anni di pianificazione urbana ad alto livello, ci mette nella condizione di partire da posizioni di forza. La nostra scelta a favore delle fattorie non è un atto di disperazione». «Questa non è “una torta lanciata in cielo”», dce Johnson, spiegando che Chicago non sta soltanto aggiungendo poche fattorie e chiamando tutto ciò un distretto. «Si tratta di pianificazione urbanistica dall’inizio alla fine. È un piano urbanistico di lungo periodo che vuole trasformare una comunità piena di terreni abbandonati in una comunità costruita intorno all’agricoltura. Pensate a che cosa era Chicago ai tempi dei Magazzini (dell’Unione), quando veniva chiamata “Il Macellaio di Maiali del Mondo”. Questa volta invece sarà costruita intorno a delle produzioni locali».

 

Parte dei piani del Consorzio comprendono l’uso dell’articolato sistema ferroviario del South Side per distribuire gli alimenti coltivati a Chicago al resto del paese. Johnson e Williams stanno discutendo con i produttori agricoli del Midwest come con i progetti di fattorie in tutta la Cintura della Ruggine (l’area industriale nord orientale), per cercare i modi di unificare tutti i produttori e di creare una rete dei prodotti alimentari. L’anno passato, il Consorzio ha affittato 1,7 acri dalla città per finanziare la Perry Street Farm. Johnson ha assunto Ken Dunn, uno dei principali agricoltori urbani, per gestire la fattoria. Dunn, fondatore dell’impianto di riciclo e compostaggio chiamato Centro Risorse, dice che intende raddoppiare ciò che ha fatto in quel posto con la fattoria, vendendo due terzi o forse più dei suoi prodotti a ristoranti di lusso, in modo da accumulare un reddito guadagnato di 140.000 dollari all’anno. «L’esperienza fatta con la Perry Street permetterà di realizzare ancora di più nello sviluppo di nuove fattorie e nella creazione di nuovi posti di lavoro». In primo luogo, naturalmente, la fattoria Perry Street nutrirà i residenti del South Side, e sposterà alcune parti dei 20 milioni di dollari, che stanno attualmente spendendo per il cibo che proviene dall’esterno delle zone più prossime, verso l’economia locale. Johnson afferma che il Consorzio sta studiando la possibilità di creare nuove fattorie, i cui redditi dovrebbero essere indirizzati alla costruzione di infrastrutture per una agricoltura urbana. Piani per un centro di distribuzione saranno resi noti all’inizio del prossimo anno, egli ha aggiunto, e gli investitori stanno pensando ad un impianto di trasformazione (forse per dei vegetali in conserva).

Per contribuire a soddisfare il fabbisogno di contadini già formati, gli uomini stanno lavorando a stretto contatto con il Kennedy-King College e il nuovo Istituto Culinario di Washington per mettere a punto programmi di livello superiore associati con l’agricoltura e le fattorie. Ristoranti, università e ospedali sono tutti potenziali acquirenti di alimenti e altri prodotti. Pe e Erana Jackson, residente a Washington Park, il passaggio da un terreno abbandonato a una piccola ma la fattoria dovrebbe fornire un reddito duraturo. La Jackson di recente ha terminato un corso di certificazione in Agricoltura urbana dostenibile presso il Giardino botanico di Chicago, e il suo sogno è di avviare una cooperativa di prossimità per la produzione di alimenti. «Trasformare il South Side in un’area centrata sulle attività agricole dovrebbe procurare alla popolazione alimenti e posti di lavoro», dice la Jackson. «Gran parte dei locali gradiscono l’idea e sanno che si tratta di ricostruire la comunità dalle fondamenta». Ella desidera acquistare tre lotti di terra come luogo per un incubatore e vorrebbe trovare la maniera di usare le biomasse per produrre energia. Spera anche di poter creare dei posti di lavoro che aiutino i residenti a guadagnare un reddito decente. «Stiano vivendo in un deserto per quanto riguarda gli alimenti – dice sempre Jackson – Con i prodotti freschi noi potremmo finalmente promuovere una alimentazione sana. Ogni persona dovrebbe avere un proprio pezzo di terra e questo ci trasformerebbe in una comunità di vicini».

 

Ovviamente, non tutti stanno accogliendo a braccia aperte l’idea di un distretto di fattorie urbane. Qualche appartenente alla comunità nera ha dei sentimenti contrastanti rispetto a cosa può essere oggi una fattoria urbana. «Le fattorie urbane sono un movimento bianco, liberale e hippie che si trova ad agire all’interno di comunità nere – dice Johnson, ma aggiunge – la comunità nera sta cominciando a vedere che si tratta di una opportunità». «L’agricoltura costituirà il futuro del South Side e noi stiamo chiamando intorno al tavolo chiunque possa contribuire al piano – aggiunge Williams – Architetti, urbanisti, scienziati dei terreni, chiunque voglia lavorare insieme agli altri per ricostruire una comunità partendo dalle fondamenta».

 

* da http://comune-info.net

fonte: Grist.org, 15 novembre 2012)

 

Lori Rotemberck è un giornalista che vive a Chicago, i cui articoli sono apparsi sul New York Times, The Boston Globe, Chicago Wilderness Magazine e sul Chicago Sun Times. Lori apprezza molto la natura allo stato selvaggio.