Decreto sviluppo: in bolletta i soldi per finanziare le centrali a petrolio
Legambiente: «Decisione vergognosa e ipocrita dopo i tagli alle fonti rinnovabili»
La politica energetica dei tagli agli incentivi del governo Monti/Passera sta mettendo in ginocchio le aziende delle rinnovabili che hanno avviato migliaia di licenziamenti, ma il Parlamento ha approvato alla Camera, con il parere favorevole dell'esecutivo, l'introduzione di sussidi per vecchie centrali a petrolio che verranno presi direttamente dalle bollette delle famiglie. A enunciarlo è Legambiente che sottolinea: «E' una decisione sconcertante, invece dei tagli si fa un vero e proprio regalo alle lobby del petrolio, con i soldi dei cittadini».
L'emendamento al Decreto sviluppo approvato alla Camera, è stato votato con la scusa di prevenire le "situazioni di emergenza gas" e per questo prevede l'introduzione di incentivi per le centrali ad olio combustibile (petrolio). Secondo gli ambientalisti, «L'articolo sembra scritto sotto dettatura delle lobby delle centrali più inquinanti: invece di rendere sicuri gli approvvigionamenti di gas, impegnarsi sul serio per ridurre i consumi e migliorare l'efficienza, si prendono i soldi per tenere in vita queste centrali direttamente dalle bollette. Ma non solo, per rimettere in vita impianti vecchi, inquinanti e spesso posizionati in zone abitate». Infatti sono previste «Deroghe alla normativa sulle emissioni in atmosfera o alla qualità dei combustibili» e le centrali a petrolio «Sono esentate dall'attuazione degli autocontrolli previsti nei piani di monitoraggio, con deroga alle prescrizioni nelle autorizzazioni integrate ambientali».
Il Cigno Verde evidenzia che addirittura l'emendamento dice che sono superati «Gli obblighi relativi alla presentazione di piani di dismissione» e aggiunge che « In pratica, gli impianti potranno funzionare al di fuori di qualsiasi controllo ambientale, in una situazione di autentico Far West normativo, con un guadagno sicuro. Perché entro 60 giorni l'Autorità per l'Energia dovrà stabilire le modalità per il riconoscimento dei costi sostenuti in ciascun anno termico». Il vicepresidente di Legambiente, Edoardo Zanchini, fa notare che «Le accuse alle fonti rinnovabili e al loro impatto in bolletta da parte del Ministro Passera mostrano ora tutta la loro insopportabile ipocrisia. Questo provvedimento, infatti, arriva a seguito di una campagna mediatica contro i costi delle rinnovabili in bolletta, che ha portato a una drastica riduzione degli incentivi e all'introduzione di più burocrazia e maggiori limiti al loro sviluppo.
Eppure, il Governo non ha tagliato neanche un euro dai soldi che i gruppi più energivori prendono ogni anno sempre dalle bollette dei cittadini, giustificandoli con un ipotetico rischio black-out francamente improbabile in un Paese dove sono installati 120mila MW a fronte di una domanda massima di 56 mila. Anche l'Ocse ha rilevato che i sussidi alle fonti fossili in Italia, già pari a oltre 1,5 miliardi ogni anno, sono in crescita. Nel prossimo passaggio del provvedimento al Senato, sarebbe quindi veramente opportuno stralciare questa decisione sbagliata, inutile e costosa».
da www.greenreport.it 1 agosto 2012