di Enza Plotino *
Il Mediterraneo, un “piccolo mare” che conserva e nasconde grandi bellezze e tante sorprese nei due mondi, quello sommerso e quello scaldato dal sole. Il Mare Nostrum, chiuso tra Europa, Asia e Africa, su cui si affacciano coste, penisole abitate da tanti popoli diversi e isole come la Sardegna per la quale rappresenta una culla, una protezione, ma anche una via di comunicazione con il resto del mondo. E gli abitanti di queste terre hanno sempre sfruttato a piene mani le risorse che il Mediterraneo ha benevolmente ceduto. Un mare buono infatti, è il Mediterraneo. Mai nessuno nei millenni passati né ha parlato con spavento o paura. Chi lo ha attraversato e lo attraversa tutt’ora, così come chi vive sulle sue coste, lo guarda con affetto, mai con angoscia.
Ma questo amore sconfinato non ha impedito l’aggressione, quella sì spaventosa, che ne ha fatto la pattumiera di tutti i Paesi che lo abitano, inclusa l’Italia che è, secondo un rapporto dell’Unep, il 3° paese inquinatore dopo la Turchia e la Spagna. Inquinamento da plastiche: di questo è gravemente malato il nostro mare. Ogni giorno finiscono nel Mar Mediterraneo 731 tonnellate di rifiuti di plastica. Nelle zone costiere, comprese le isole, e la Sardegna tra le altre, vivono 208 milioni di persone che producono 361.000 tonnellate di spazzatura al giorno, il 10% plastica, di cui il 2% si riversa nel Mare Nostrum.